Intervista “a pelle” con Barnabé Hardy
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Francese, ma influenzato dallo stile di David Bowie, il designer diffonde una nuova definizione di pop, nella quale i dischi in vinile sono ancora di moda.
Barnabé Hardy, con la sua sede a Parigi, conferma che la capitale francese rimane uno dei posti giusti in cui vivere e lavorare. Influenzato dallo stile di David Bowie, Barnabé diffonde una nuova definizione di pop, nella quale i dischi in vinile sono ancora di moda.
Dall’a/i 2009, quando Barnabé ha presentato per la prima volta la sua visione di com’è e come dovrebbe essere il menswear moderno, i suoi riconoscibilissimi capi in pelle hanno invaso i guardaroba maschili, per poi colonizzare con stile anche quelli femminili.
Dimenticate la noia della sobrietà e celebrate i capi di taglio contemporaneo che accompagnano i movimenti e si muovono insieme a chi li indossa. Barnabé non è certo un debuttante nel campo della moda; si è fatto le ossa come braccio destro di Nicolas Ghesquière a Balenciaga for Men e ha proseguito con alcune collaborazioni di successo sviluppando un background ricco di creazioni a cui fare riferimento. Conosce e comprende perfettamente le esigenze della specie urbana. Quando gli abbiamo chiesto di spiegarci i come e i perché del suo marchio, abbiamo capito quasi subito che il suo abbigliamento per lui è come una seconda pelle.
Chi è Barnabé Hardy? È cool essere lui?
Barnabé è uno stilista di moda maschile, residente a Parigi. È molto cool essere lui!
Qual è la definizione di menswear oggi?
Credo che il menswear contemporaneo sia una questione di sottigliezze, di dettagli visibili e invisibili. È una questione di equilibrio, più che una silhouette predefinita.
Come mai hai lanciato il tuo marchio con una particolare attenzione alle giacche di pelle?
Prima di tutto, c’è una relazione di equivalenza tra la pelle (umana) e quella usata per le giacche. Gli indumenti in pelle sono immaginati e creati più come oggetti. La pelle, inoltre, è un tessuto fantastico con cui lavorare; è come se in qualche modo continuasse a vivere di vita propria. Non sempre la si può controllare. Ogni giacca è immaginata come un’armatura, una protezione, un guscio. E poi volevo concentrarmi su un tipo di indumento piuttosto che perdermi tra troppi capi.
Quante giacche di pelle possiedi?
Moltissime, le colleziono ormai da anni. Ognuno ha la sua storia; è difficile buttarle.
Chi è la tua icona fashion?
Un mix di David Bowie e di Helmut Berger, ma entrambi in versione 2012.
Qual è il punto della tua collezione p/e 2012?
Il trattamento della pelle e l’aspetto che ha sulla pelle. Noi trattiamo la pelle in modo da ottenere un effetto naturale (pelle a grana grossa), e poi ci stampiano dei tatuaggi. Il tatuaggio viene poi ripreso in jacquard nella collezione di maglieria e come stampa sulle t-shirt in jersey.
Dalla prima collezione Barnabé Hardy, abbiamo sviluppato una tecnica che chiamiamo “Origami”, che ci permette di creare giacche a fasce multiple, che danno l’idea dello scheletro di un animale o di un insetto.
Per la prima volta, ho deciso di introdurre il tessuto nella mia serie classica di giacche in pelle, mantenendone però l’aspetto molto grafico e geometrico. Volevo che questa collezione estiva risultasse più leggera delle precedenti, quindi alcune delle giacche in pelle non sono foderate.
Come hai concepito l’idea della micro-linea di womenswear? Hai intenzione di espanderla?
Ho cominciato producendo alcune delle mie giacche maschili in versione femminile per le mie migliori amiche, e a quel punto sono arrivate le richieste da parte di alcuni rivenditori. Ho sempre voluto offrire una collezione femminile che derivasse direttamente da quella maschile, mi piace molto l’idea di una ragazza che ha rubato il giubbotto del suo ragazzo. In futuro ho in programma di sviluppare maggiormente la mia collezione womenswear.
Che cosa porti con te dopo una collaborazione?
Una riflessione. Una serie di interrogativi. Mi piace il confronto di due mondi diversi, e la possibilità di interagire con diversi linguaggi senza confonderli.
Qual è la tua sfida quotidiana?
Godermi la vita, divertirmi e mantenere uno spirito creativo.
Qual è il tuo accessorio preferito?
La mia custodia per iPad “patchwork Origami”, dalla PE 11, che continuo a vendere dalla scorsa estate. La uso come una borsa; la porto sempre con me.
Cosa c’è sul tavolino del tuo salotto?
Il mio gatto e alcune piante prese in Grecia.
4 domande flash
Schizzare o disegnare?
Disegnare.
Giacca o blazer?
Giacca.
“Barnabé per Barnabé” o “Barnabé per gli altri”?
Entrambe le cose.
“Lei per lui” o “lui per lei”?
Lui per lei.
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