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Moda

I personaggi da front row che non conoscete

I personaggi da front row che non conoscete

foto di Silvia Schirinzi Silvia Schirinzi — 24 Settembre 2015
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Non solo Anna Wintour e Kim Kardashian: in prima fila siedono molti giornalisti, stylist, buyer che non vedete mai nelle gallery di street style. Ma che dovete (ri)conoscere

Il front row delle sfilate (ovvero la famigerata prima fila), è un'attestazione del proprio grado di potere all'interno dell'industria della moda e dello show business, e come tale è ambito e scrutato con una certa riverenza. 

Stretti accanto alle celebrities come Kim Kardashian e Beyoncé e a quei volti della moda ormai universalemente riconosciuti (Anna Wintour e Suzy Menkes, per esempio) ci sono giornalisti, buyer e stylist che, sebbene non compaiano nelle gallery dello street style e abbiano fatto dell'understatement il loro marchio di fabbrica, vale la pena di conoscere. 

Ecco allora 8 personaggi da front row da leggere e seguire: sfogliate la gallery per scoprirli tutti. 

I personaggi da front row che non conoscete

  • Vanessa-Friedman-GETTY #1 Vanessa Friedman Fashion Director e Chief Fashion Critic al New York Times. Dopo l'era di Suzy Menkes, che per 25 anni è stata la voce della moda su The International Herald Tribune (l'edizione internazionale del Times oggi unificata) è toccato alla giornalista inglese il difficile passaggio del testimone, che lei sembra aver gestito con la grazia e la competenza che la contraddistinguono. Dopo l'inizio da freelance, Friedman diventa ben presto una firma del Financial Times, dove è conosciuta e stimata per le sue analisi acute e di ampio respiro, che tengono conto tanto dei trend di mercato quanto dell'autorialità dei designer. La trovate su Twitter dove vi racconta giornalmente la sua fashion week e dove potete mettervi in pari con i suoi recap giornalieri, lettura perfetta per tutti coloro che vogliono trovare un punto di vista in quel "grande circo" che può sembrare la moda ai non addetti ai lavori. Se volete approfondire, vi consigliamo il suo intervento (uno dei tanti) al Copenaghen Fashion Summit 2014, dove la giornalista spiega come si fa a costruire un guardaroba eticamente sostenibile. 


    Credits: Getty Images
  • Stella-Bugbee-GETTY #2 Stella Bugbee Editorial Director di The Cut. Se già leggete quello che era un blog del New York Magazine ed ora è una testata vera e propria, ne conoscete la linea editoriale, che la stessa Bugbee definisce così "a smart, feminist, funny, clear-eyed look at fashion, beauty and issues that matter most to women". Ed è eattamente quello che ci troverete: analisi di costume su argomenti come i trend dalle passerelle, le celebrity, le serie tv dal punto di vista dello stile. Su Twitter, il direttore non è avaro di opinioni personali, anzi non è raro che ci regali qualche perla di saggezza. Un esempio? Qualche giorno fa, a proposito della New York Fashion Week, scriveva Fashion mostly rewards people who are either very beautiful or who are confident enough to look unattractive. #nyfw. Prendete nota. 


    Credits: Getty Images
  • Katie-Grand-GETTY #3 Katie Grand Stylist e Editor in Chief di LOVE Magazine. Se vi piace la moda e non conoscete Katie Grand, dovreste un po' rivedere le vostre priorità. La stylist e giornalista inglese, infatti, è un punto di riferimento dell'industria sin da quando, nei primi anni Novanta (mentre ancora frequentava la Saint Martins), scattava i suoi primi servizi di moda per la neonata rivista Dazed & Confused, fondata da Jefferson Hack e il fotografo Rankin. Da allora, grazie alla sua capacità di conciliare elementi di ricerca e altri super pop, mescolando l'alto con il basso, si è affermata come una delle stylist e consulenti di immagini più influenti nel mondo della moda. Ha collaborato con moltissimi marchi, dei quali spesso ne ha rivoluzionato l'immagine. La potete seguire su Instagram per tenere il conto dei suoi - tantissimi - progetti. 


    Credits: Getty Images
  • Tiziana-Cardini #4 Tiziana Cardini Retail Director La Rinascente, Critic Vogue.com. Un'altra signora della moda che probabilmente non ritroverete nelle gallery dello street style è l'italiana Tiziana Cardini, che in passato ha diretto Glamour Italia e Amica, prima di approdare in Rinascente nel 2007, dove si occupa della selezione dei brand in vendita e dell'organizzazione di eventi. Cardini non ha però rinunciato alla scrittura, diventando una delle firme dell'ex Style.com, oggi confluito in Vogue.com. Dimostrazione perfetta su come la propria professionalità si possa sempre ampliare e di come un punto di vista differente non è mai un male. 
  • Sarah-Mower-GETTY #5 Sarah Mower Vogue.com's Chief Critic. La leggenda vuole che una volta Anna Wintour (in realtà è successo l'anno scorso, ma concedeteci il tono drammatico) si alzò in piedi per lasciarle il suo posto in prima fila da Valentino. Mower è conosciuta per la sua costante attività di scouting e ha contribuito a lanciare molti designer, soprattutto made in UK, fra i quali Christopher Kane, Erdem, Mary Katrantzou, Jonathan Anderson, Meadham Kirchoff e Simone Rocha. Dopo gli studi a Leeds, si trasferisce a Londra negli anni '80, dove diventa fashion editor del Guardian. Da allora ha scritto per US Harper’s Bazaar, The Times e altri prima di diventare Chief Critic di Vogue America. La leggete qui. 


    Credits: Getty Images
  • Alexander-Fury #6 Alexander Fury Fashion Editor del The Independent. Qualche stagione fa, Fury aveva seminato il panico con la sua recensione al vetriolo su Milano Moda Donna, con un articolo polemicamente intitolato No fresh blood and no fresh idea at Milan Fashion Week: How do you solve a problem like Milano? (lo trovate qui). Sebbene alcune delle sue valutazioni fossero quantomeno discutibili, il giornalista aveva centrato il punto - ovvero una settimana della moda disorganizzata e definita poco incisiva - provocando le più svariate reazioni, non ultima quella lucida e intelligente di Angelo Flaccavento su The Business of Fashion. Piano a riternerlo uno che porta l'acqua al suo mulino, però, perché nelle sue recensioni Fury è imparziale, nel senso che non le manda a dire a nessuno, e di questi tempi è più unico che raro. Se poi seguite anche la sua collaborazione con SHOWstudio, inoltre, potrete apprezzare i suoi racconti su Isabella Blow e Alexander McQueen fra gli altri. Il follow su Twitter è perciò fondamentale (anche su Instagram, in realtà, vi strapperà una risata).
  • Christina-Binkley #7 Christina Binkley Fashion and Culture Columnist al Wall Street Journal. Binkley arriva alla moda dopo aver scritto di real estate, viaggi, hotellerie e gioco d'azzardo, argomenti sui quali è basato il suo libro Winner Takes All, una lucida analisi su Las Vegas e i suoi investitori più potenti, bestseller per il New York Times. Facile immaginare quindi quanto sia particolare - e interessante - il suo punto di vista sulla moda, che predilige i retroscena e l'approccio culturale. Allo stesso tempo, scrivere per un giornale come il WSJ a suo dire la mantiene ancorata alla realtà - Potrei parlare per ore ai miei capi di Nicolas Ghesquière, ma ad un certo punto mi chiederanno chi diavolo è Nicolas Ghesquière! - e le permette di parlare ad un pubblico ampio del quale è stimolante catturare l'attenzione. La potete seguire su Twitter, dove è molto attiva.


    Credits: Getty Images (Christina Binkley a sinistra della foto)
  • Cathy-Horyn-GETTY #8 Cathy Horyn Critic at large al New York Magazine. Cathy Horyn è una specie di leggenda, in effetti, e la inseriamo nella lista - anche se dovreste già conoscerla - perché dopo un periodo di stop dovuto a motivi personali, è tornata a scrivere e recensire. Non staremo qui a raccontarvi della sua antica ammirazione per Raf Simons e l'altrettanto antico astio (oggi più o meno sopito) verso Hedi Slimane, vi diremo solamente che di voci come quelle di Horyn se ne sente sempre il bisogno e in attesa di nuove, ci teniamo la sua. La trovate su Twitter, dove dice quello che pensiamo tutti di Kanye West. 


    Credits: Getty Images
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