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La fashion week di Fortaleza. Tra giovani talenti e nomi affermati della moda brasiliana
La fashion week di Fortaleza. Tra giovani talenti e nomi affermati della moda brasiliana
Una settimana di sfilate a Fortaleza per il Dragão Fashion Brasil. Non è la trovata di un operatore turistico, ma un appuntamento che si rinnova di anno in anno nella capitale cearense per volontà di Abit . L'associazione che, nello specifico del programma TexBrasil, promuove la moda brasiliana in patria e all'estero. È sua l'iniziativa di ospitare nel centro culturale Dragão do Mar designer di fama consolidata e giovani astri nascenti. Come Maria Philomeno, per esempio, che fruga nei ricordi di famiglia e riscopre la solennità struggente del pizzo e dell'uncinetto. Li associa, in una dissonante modernità, alla plastica industriale. Rebeca Sampaio gioca invece la carta della seduzione, con incisioni nella silhouette e piccanti vedo-non vedo, esaltati nell'uso della pelle e del voile a pannelli. Nico Didonna sperimenta l'arte difficile del taglio sbieco, increspando le sue tuniche in volute e intrecci eleganti. Gli si può accostare, per la mano complessa della texture e l'attenzione alle possibilità espressive della materia, Gisela Franko. Sul candore del cotone il chiaroscuro di coste e motivi a rilievo, gli orli della tela di iuta si sfilacciano al vivo. Tra i puristi della linea figura anche Jeferson Ribeiro, minimalista appena sedotto dal colore: campiture di toni primari e bicromie in combutta col bianco assoluto.
Lino Villaventura disegna vesti leggere e fluttuanti, che si richiamano al folklore gipsy; altre, più strutturate, citano costumi coreani. Si tratta di un'etnografia più sognata che reale, riletta con licenza poetica di lunghezze e proporzioni. È un procedimento caro allo stesso Ivan Aguilar, che somma il militaresco degli alamari al bon ton borghese della baschina, le maniche a sbuffo rétro alla camicetta da segretaria perfettina. L'effetto è insieme castigato e sexy, nelle gradazioni dei neutri e dei grigi lambiti appena dall'oro. Esotiche a loro modo Carol Barreto, che si lascia ispirare alla cultura afro-americana, e Liana Thomaz di Água de Coco, con la sua beachwear-couture dalle stampe vivaci. Esecuzione compiuta di bustier e tubini, con fioriture di cristalli applicati e trasparenze di pizzo, sulla passerella di Viori. Blazer smanicati che si dilungano in soprabiti estivi, vestaglie doppiate in velo, marezzature di paillettes nell'affresco urbano e scattante di Vitorino Campos. Glamour tinto di dramma, barocco da rockstar sono parole-chiave nella rappresentazione parossistica di Mark Greiner e Roberto Dias, di poco lontano nell'esercizio di temi pop dalla bad girl di Alix Pinho- tutta leggins, ginocchiere e scaldamuscoli.
Alcuni cenni alle linee maschili, dove si distingue in modo particolare l'esperimento di Jonathan Scarpari. Dà prova di squisitezza artigianale nell'intrecciato dei coat, nella maglieria dalle trame studiatissime, nella plissettatura all'orlo degli short in pelle. Onnipresente il dolcevita, una seconda pelle che aderisce e costringe il busto in un abbraccio claustrofobico. Astuto nello styling di motivi floreali e quadrettature scomposte, David Lee traghetta lo streetwear verso soluzioni di facile godibilità. È invece sul completo virile, uniforme di eleganza precostituita, che si posa l'occhio corrosivo di Nuno Gama. Nelle sue mani giacche e pantaloni sono libere intersezioni di tessuti diversi. Sulla spiaggia, infine, l'abbigliamento da mare disegnato da Mar del Castro e Jomara Cid riedita una grazia tutta anni '50.
© Riproduzione riservata
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