Apre Amaranto: intervista a Maddalena Grassi Polito
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Amaranto è una cabina armadio o almeno è così che la descrive Maddalena Grassi Polito quando la si interroga sul concept del negozio che ha appena aperto. Nuovo nella location – è inserito all’interno dell’hotel milanese a cinque stelle Carlton Baglioni – lo è anche nell’approccio.
A un mese dall’apertura della sua boutique esclusiva, la fondatrice e proprietaria Maddalena Grassi Polito condivide con noi i suoi progetti per Amaranto: chi, cosa, dove.
Amaranto è una cabina armadio o almeno è così che la descrive Maddalena Grassi Polito quando la si interroga sul concept del negozio che ha appena aperto. Nuovo nella location – è inserito all’interno dell’hotel milanese a cinque stelle Carlton Baglioni – lo è anche nell’approccio. Incentrato esclusivamente sul Made in Italy e sui nuovi talenti, l’indirizzo di lusso è molto diverso dai soliti punti vendita degli stilisti, e di certo è un vantaggio per i designer scelti per l’esposizione. Ma non bisogna trarre conclusioni affrettate: pur essendo di lusso al 100%, Amaranto rimane abbordabile e raggiungibile. Spingete il portone dell’hotel sopraccitato, fatevi accompagnare fino al corner Amaranto e date un’occhiata in giro. La parte migliore della selezione per l’autunno-inverno 2011 sono i cappotti, come per esempio i blazer di taglio maschile a doppio strato e i capi in maglia oversize, tutto di Dušan . E se non avete ancora trovato il Little Black Dress perfetto per un look ventiquattr’ore, o ne state cercando uno per una serata importante annunciata last minute, chiedete alla commessa di Amaranto di farvi vedere i tubini neri in tessuto operato. E prima di uscire, chiedete di accedere al boudoir segreto. Si aprirà una porta invisibile che nasconde il guardaroba per il makeover di ciò che si indossa dopo mezzanotte.
In breve, Amaranto è il lusso tradizionale nella sua versione più cool. Forse Milano sta diventando più all’avanguardia? Amaranto è un segnale dei cambiamenti in atto nel campo della moda locale, e se diamo ascolto alla mitologia greca, abbiamo ottime speranze.
Perché il nome di questo nuovo concept store è Amaranto?
Amaranto viene dalla parola greca amarantos, che significa “che non appassisce mai”: una pianta simbolo dell’immortalità. Nell’antica Grecia le foglie erano usate come ornamento personale durante le cerimonie. Da allora i popoli di tutto il mondo hanno sempre considerato l’amaranto prezioso come verdura a foglia, cereale e pianta ornamentale. L’uso tradizionale dell’amaranto illustra il concetto di questo negozio. Lavoriamo su pezzi unici ed esclusivi, capi senza tempo, tutti made in Italy. Non offriamo un guardaroba stagionale, nel senso che ciascun capo è fatto per essere acquistato e conservato stagione dopo stagione.
Perché scegliere Milano come prima tappa di questo progetto di moda globale?
Perché è la capitale italiana della moda e perché io stessa sono milanese, in più c’è stata l’occasione di aprire la boutique in questo hotel.
Che valore aggiunge un hotel a uno spazio commerciale?
Qui possiamo espandere l’esperienza dello shopping con ritrovi informali all’ora dell’aperitivo nel bar dell’hotel o con appuntamenti spa in omaggio. Abbiamo anche uno spazio disponibile per l’organizzazione di “trunk shows” (mercatini dell’usato) ed eventi speciali.
Non avete paura che Amaranto venga etichettato come un negozio per turisti?
No, perché siamo nel cuore della città, a un isolato di distanza da uno dei ristoranti preferiti dei milanesi, Il Baretto. Da quando abbiamo aperto, i clienti sono divisi tra un 50% di ospiti dell’hotel e un 50% di passanti e residenti della zona.
Quale lacuna nella scena dello shopping milanese volete colmare con l’apertura di Amaranto?
Amaranto vuole essere uno spazio dedicato ai giovani stilisti italiani, già riconosciuti o al loro debutto. In più, vorrei recuperare il concetto di un negozio per signore, qualcosa che non esiste praticamente più. Mi riferisco a una boutique accogliente, intima, dove le donne possano guardare, condividere, provare e farsi vestire, con la massima calma. È il ritorno di un’esperienza di shopping piacevole.
Quali sono i criteri che uno stilista deve soddisfare per essere selezionato per Amaranto?
Prima di tutto, progettazione e produzione devono essere Made in Italy. Molti degli stilisti scelti per questo inverno sono tra i nominati per Who Is On Next. L’idea è quella di tenere a bordo gli stilisti anche dopo la prima stagione in cui sono stati selezionati, ma naturalmente sarei orgogliosa di doverli lasciare per l’aumentare del loro riconoscimento e appeal internazionale, o perché no, perché avranno aperto una boutique tutta loro in via della Spiga!
Che cosa significa per te Made in Italy?
Tessuti preziosi, sapienza sartoriale, finiture di lusso.
Come definiresti la creatività contemporanea?
È un processo che riprende i metodi e le tecniche tradizionali per produrre creazioni moderne.
Quali sono le prossime tappe per Amaranto?
Marrakech e Mumbai: seguiamo le aperture dei nuovi hotel Carlton Baglioni.
Qual è la tua firma di stile personale?
Direi un aspetto semplice con dettagli ricercati. Seguo il mio umore piuttosto che attenermi a uno stile predefinito.
Amaranto è più un boudoir o un laboratorio?
Non è semplicemente un boudoir; è una cabina armadio piena di sorprese. Ma ha anche certe caratteristiche da laboratorio, come l’attenzione ai talenti emergenti. È una sorta di fucina delle curiosità della moda.
Qual è per te il peggior errore di stile?
Un logo che appare in qualsiasi punto al di fuori dell’etichetta.
L’ultimo sfizio che ti sei tolta?
Un cappotto di Dušan.
La tua prossima mania?
La collezione PE12 di Silvio Betterelli
La tua parola preferita?
Grazie.
A che cosa non puoi proprio resistere? Il tuo “guilty pleasure”?
Le scarpe.
Dopo essermi vestita da Amaranto, pronta a scintillare per Milano, dove dovrei andare?
Alla Scala.
Per saperne di più su Amaranto: Amaranto-Boutique
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