Per il prossimo inverno Vuitton celebra l’unicità e il genio creativo degli anni 80
"Geolocalizzata": così Nicolas Ghesquière ha definito la sua collezione autunno-inverno 2019 disegnata per Louis Vuitton.
Per la prossima stagione, il direttore creativo della maison francese parte da un punto geografico presciso: il Centre Pompidou, il Museo d’arte moderna di Parigi circondato da tubi colorati, progettato da Renzo Piano alla fine degli anni Settanta.

Il museo inteso come un punto di ritrovo: la collezione mette insieme le tribù stilistiche che sin dalla sua costruzione popolano la piazza e il quartiere del Pompidou. Un mix di persone, di tipologie, di mondi reali. Dalle signore bon-ton, agli ex punk, ai goth, fino agli artisti di strada.


Il museo è citato non solo idealmente: Ghesquière lo ricrea all’interno del Louvre come setting per lo show.

I colori pop della location sono quelli degli anni Ottanta, e li ritroviamo nella collezione.


Come sempre gli Eighties sono uno dei riferimenti principali del designer: ruffles New wave, suole platform creepers, texture leopardate, spalle futuristiche, forme minimal dei kimono giapponesi.



Louis Vuitton: le borse per l'autunno inverno 2019
E anche nelle borse il clash di immaginari contrastanti ritorna: bauletti ladylike, pochette grafiche, tracolle portate a mano, tote bag e shoppers da tutti i giorni.





Anche Ghesquière, come altri designer, "usa" questa stagione per celebrare la maturità e l’autorevolezza del proprio lavoro e del proprio percorso: lo fa in modo non diretto, creando un parallelismo con il Pompidour. Come il museo con le sue forme ha introdotto un nuovo linguaggio estetico alla fine degli anni Settanta, così ha fatto lui con il suo lavoro a Louis Vuitton.
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