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Moda

Longchamp arriva a Verona con una nuovissima (e bellissima) boutique

Longchamp arriva a Verona con una nuovissima (e bellissima) boutique

foto di Chiara Da Col Chiara Da Col — 1 Dicembre 2025
DESK longchampMOB longchamp boutique Verona
Longchamp arriva a Verona con una nuova boutique: l'abbiamo visitata per voi insieme a Sophie Delafontaine, direttrice creativa e discendente del fondatore Jean Cassegrain che ci ha guidato nella storia del brand, tra tradizione e innovazione

Tradizione, stile ed energia positiva: un mix che è approdato nel cuore di Verona con l'apertura, nella storica e centrale via dello shopping, via Mazzini, della nuovissima boutique di Longchamp. Al civico 37 è stato inaugurato, con un cocktail di benvenuto, uno spazio di 123 metri quadrati che incarna appieno lo spirito parigino contemporaneo simbolo della Maison.

Fondata nel 1948 da Jean Cassegrain, che ebbe l'intuizione di rilevare la tabaccheria dei genitori trasformandola in una delle realtà manifatturiere più importanti di Francia e non solo, la maison Longchamp è oggi meta di uno shopping all'insegna dell'eleganza semplice e raffinata, quella che va oltre la moda diventato un vero e proprio stile di vita.

Longchamp boutique Verona 2

Gli interni della boutique Longchamp di via Mazzini 37 a Verona.
Courtesy of Longchamp.


Un incontro tra arte, design e cultura, che rivive nell'atmosfera che si respira all'interno dell'ultimo dei 400 concept retail sparsi per il mondo. Ispirata a un appartamento parigino in stile Haussmann, la boutique veronese conquista per tonalità calde e materiali raffinati, aree che evocano il relax di un ambiente casalingo ma curato, in cui trovano posto, accanto agli accessori e al ready-to-wear, anche opere e oggetti di design, come la litografia originale Groupe S di Kumi Sugai e il set di tavolini della serie Eros di Angelo Mangiarotti.

Longchamp boutique Verona

Gli interni della boutique Longchamp di via Mazzini 37 a Verona.
Courtesy of Longchamp.

Un luogo che ci ha aperto le porte e invitato a fermarci, a esplorarne l'essenza, con una guida d'eccezione: la direttrice creativa di Longhcamp, Sophie Delafontaine. Nipote di Jean Cassegrain, approda nell'azienda di famiglia a metà anni Novanta e, nel 2006, inizia ad affiancare alle storiche borse del brand una linea di abbigliamento, seguita poi dalle calzature e completata da una vasta selezione di accessori. Appassionata di arte e design, ha portato un tocco di femminilità e ricercatezza al gusto funzionale introdotto dal nonno e dal padre, dando il via a un capitolo che vuole essere di sì di continuità con l'immensa storia familiare, ma anche di grande innovazione e costante ricerca.

Con oltre 400 boutique in tutto il mondo, Longchamp è ora arrivato a Verona. Che tipo di atmosfera o esperienza avete voluto offrire in questa nuova location?


«Penso che sia una città che si abbina perfettamente a Longchamp perché è una città d’arte e di creatività. È una città autentica e molto vivace, con tanti turisti. Credo che rappresenti bene ciò che vogliamo esprimere: che è un brand autentico, con una vera maestria artigianale. L’area intorno a Verona vanta una forte tradizione artigianale, vengo spesso qui perché i miei fornitori non sono lontani. È una zona ricca di artigianato, storia, arte e creatività, senza dimenticare naturalmente tutta la tradizione dell’opera: è interessante notare il contrasto, la sua storia antica che si affianca alla contemporaneità».

Longchamp boutique Verona 1

La boutique Longchamp di via Mazzini 37 a Verona.
Courtesy of Longchamp.

Longchamp ha una lunga storia. Quale aspetto del patrimonio del brand senti maggiormente la responsabilità di preservare?


«Sicuramente il nostro know-how: sono molto sensibile su questo punto perché siamo sempre stati manifatturieri sin dagli inizi, abbiamo un modo molto specifico di fare artigianalmente i nostri pezzi, che sono senza tempo, morbidi, leggeri. Ti seguono nella tua vita di tutti i giorni: mi piace l'idea che una borsa sia la tua compagna, che ti faccia sentire confident. Per me questo è qualcosa che è molto importante per me, ha a che fare con le radici dell'azienda. Siamo alla quarta generazione, oggi anche mia figlia mi ha raggiunto in azienda, e questo è un qualcosa di grande valore perché significa che stiamo costruendo il nostro futuro».

« Un albero per crescere ha bisogno di acqua, l'acqua nel nostro mestiere è data da creatività e innovazione »

La linea di abbigliamento Longchamp è stata lanciata nel 2006 e presto compirà 20 anni. Come si è evoluta nel tempo e a chi si rivolge oggi?

«La linea di ready-to-wear è nata vent'anni fa e all'inizio si trattava solo di avere pochi pezzi chiave per accompagnare le borse: tre cappotti, sui manichini, per esporre le borse. Stagione dopo stagione ho iniziato ad aumentare, ad aggiungere qualche vestito, la maglieria, e da circa dodici anni abbiamo una collezione piena. È una linea che si rivolge a una donna attiva, dinamica, che compra per se stessa e per sentirsi confident. Mi piace creare pezzi semplici ma che possiedono grande carattere, come la nostra giacca kimono: un pezzo senza tempo che puoi mixare in tanti modi differenti e che ti fa sentire a tuo agio, perché è fatto bene, utilizzando dei bei materiali che la rendono speciale».

« Per me design vuol dire creare qualcosa di semplice, ma che abbia un carattere »

Come mantenete viva la tradizione artigianale del brand continuando al contempo a spingervi verso linguaggi di design più contemporanei?

«Lo facciamo attraverso le collezioni, attraverso il loro sviluppo: in vent'anni abbiamo sviluppato il ready-to-wear, la collezione di scarpe, di occhiali da sole, sciarpe, stole e accessori. Ora, per il 2026, stiamo lavorando a una linea di profumi: l'idea è di continuare a spingere la compagnia a svilupparsi secondo uno spirito di lifestyle e le nostre collezioni ci riescono bene, portano un po' di freschezza a ogni stagione, soprattutto attraverso il colore. Io lavoro molto con il colore, è un elemento molto importante per Longchamp e per me».

Solitamente pensiamo a Le Pliage come alla borsa iconica di Longchamp, ma guardando all’archivio, ce n'è una che è la sua preferita?


«Difficile scegliere, perché tanti prodotti sono stati un passo nella mia carriera in Longchamp, sono stati tutti simbolo di differenti periodi, come la prima borsa che ho realizzato in assoluto, quando dovevo ancora capire bene come e con quali tipologie di pellami farlo, o la prima collaborazione, che è stata quella con Tracy Emin (nel 2004). Anche l'ultima che ho appena realizzato, Le Smart, è molto importante perché mostra bene l'artigianalità del marchio, mette in primo piano il modo in cui costruiamo le borse, le cuciture, i dettagli».

borsa le smart longchamp

L'ultima arrivata in casa Longchamp, la borsa Le Smart.
Credits: Longchamp

Parlando di sostenibilità, come la interpretate in termini di prodotto e in particolare di materiali?

«La sostenibilità in termini di materiali è una delle chiavi del nostro lavoro: se torniamo indietro nel tempo, il fatto che siamo sempre stati artigiani evidenzia il senso portante che abbiamo sempre dato alla materia prima, in particolare alla pelle. Ognuna è unica, non è come un tessuto qualunque, non abbiamo paura dei naturali segni che può avere, la trattiamo come un elemento prezioso. Anche ai nostri partner, concerie con cui lavoriamo da 60 anni, chiediamo di essere sempre più responsabili e il 100% dei nostri pellami provengono da concerie che possiedono la certificazione LWG. Anche il 100% del nylon di Le Pliage è poliammide riciclato, un passaggio completo compiuto da oltre 6 anni».


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Da sinistra, la direttrice creativa di Longchamp Sophie Delafontaine.
Courtesy of Longchamp.


Longchamp ha collaborato con vari artisti e designer. Cosa cercate in un potenziale partner creativo — e se dovessi scegliere un nome contemporaneo, quale sarebbe?

«Per me la collaborazione è sempre un coup de cœur (N.d.r. un colpo di fulmine), vuole dire che amiamo l'artista, la sua arte e il suo universo, che anche quando può sembrare distante presenta qualcosa che si ricollega a noi. Ad esempio Jeremy Scott, un creativo che ha una visione ottimista, piena di humor, qualità che noi amiamo e interpretiamo attraverso il colore. O anche l'ultima collaborazione, quella con l'artista francese Constantin Riant che è un grande appassionato di artigianato parigino, si ricollega a noi per questo elemento».

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Immagini dall'evento di apertura della boutique veronese.
Courtesy of Longchamp.


C’è una collaborazione che ti ha messo alla prova in un modo che ha contribuito all’evoluzione del brand?

«Tutte, ogni volta. Perché anche se all'inizio sembra facile, è sempre una sfida ed è quello che amo di più di queste collaborazioni. Gli artisti che scegliamo hanno sempre un carattere, delle visioni molto forti, hai a che fare con qualcuno che cura molto i dettagli, che crea arte senza limiti dati da prezzo o funzionalità, ma noi dobbiamo tradurre tutto questo in qualcosa che ha dei limiti, come ad esempio riuscire a mantenere la qualità».

© Riproduzione riservata

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