Fashion Pills: cos'è successo questa settimana nel mondo della moda in 5 news
Il testamento formato giocattolo di uno dei geni del nostro tempo, l’incursione nell’hotellerie di tendenza di un imprenditore illuminato, il melting pot creativo di due designer all’opera sulle it shoes di stagione. E poi ancora la sfida della sostenibilità brillantemente superata da un brand automotive con invasione di campo nella moda e la rivisitazione in chiave casualwear di una performance che ha fatto la storia dell’arte. Il viaggio che vi proponiamo questa settimana con le fashion pills è degno di un ottovolante. Il biglietto solo andata lo trovate qui. #FashionPills
Fashion Pills: lunedì e il 21 House of Stories di Alessandro Benetton
(Credits: courtesy of press office)
All’incrocio fra ospitalità e design, condivisione di spazi e gusto per il bello: è proprio in questa intersezione di intenti che si affaccia la nuova creatura di Alessandro e Mauro Benetton. Ha appena aperto sui Navigli 21 House of Stories, seconda incursione meneghina del fortunato format inaugurato a Città Studi e diventato già modello da replicare nel segno di un lifestyle di impronta nord europea, che punta a cancellare confini e suddivisioni fra spazi tradizionalmente tributati al turismo e ambienti frequentati dai locals. E infatti il 21 House of Stories delle vecchie categorie che, irreggimentano l’ospitalità non sa che farsene, preferendo piuttosto ibridare più tipologie di spazi in un mash up inteso soprattutto come terreno fertile in cui far germogliare un nuovo concetto di relax, produttività, intrattenimento, leisure time e chi più ne ha più ne metta.
Il risultato ha dato ragione ai due imprenditori, che nel nuovo spazio inaugurato a cento metri dalla Darsena offrono un hotel di design a quattro stelle, ambienti per il coworking improntati all’home feeling, esperienze di food e social entertainment, spazi per eventi privati non convenzionali e due terrazze che regalano una vista unica sulla città. #CommunityLiving
Fashion Pills: martedì e l’Interaction #20 di JW Anderson per A.P.C.
(Credits: courtesy of press office)
Nel maggio 1974 Joseph Beuys si reca da Düsseldorf a New York, facendosi trasportare fino e dall'aereo in un'ambulanza, avvolto in una coperta di feltro per non «vedere l'America (...) ed essere isolato dal mondo esterno», prima di essere rinchiuso nella galleria René Block per tre giorni con un coyote. Era la performance «I Like America and America Likes Me», pensata per simboleggiare la storia vissuta dall’artista tedesco quando era un pilota di caccia che, abbattuto, fu curato da una tribù tartara usando i materiali poi usati nell’opera. Ed è proprio al carattere simbolico e sciamanico della performance che si ispira la collezione creata da JW Anderson e A.P.C.: dove la lana leggermente ruvida evoca il feltro. Mentre l'ambulanza e l'indirizzo della galleria (409 West Broadway) costituiscono i riferimenti grafici che si trovano su capi e accessori. La collezione, che gioca sui codici classici di ciascuna categoria, dal jersey americano allo storico montgomery, dalla teiera Cornishware alla tote bag in tela, viene raccontata dal designer di A.P.C. Jean Touitou così: «È una sorta di ipertesto senza limiti, una scrittura automatica applicata agli abiti, agli accessori e alle immagini. Grazie a Jonathan, saliamo sull'ambulanza di Joseph Beuys e lo seguiamo nel suo viaggio chimerico.» #TheArtistIsPresent
Fashion Pills: mercoledì e Jimmy Choo meets Jean Paul Gaultier
(Credits: courtesy of press office)
Dici Jean Paul Gaultier e pensi al tessuto effetto seconda pelle con disegni effetto tatuaggio, al tulle istoriato come un arazzo mistico e alle catene da biker, ai lacci mutuati dal mondo bondage e ai richiami al gusto mariniére fra denim e ispirazioni workwear. Ci sono tutti gli stilemi più riconoscibili dell’immaginario dello stilista nella collab svelata oggi con il calzolaio preferito dalle fashioniste, Jimmy Choo. Una collezione che infatti, viene mostrata indossata da una delle icone predilette del brand, Kylie Minogue, perfettamente a proprio agio con i modelli realizzati a quattro mani, resi riconoscibili dalla miriade di riferimenti disseminati sulla tomaia e anche dal doppio logo a contrasto che istoria le suole di questi autentici oggetti da collezione.
Ecco, dunque le décolleté con tacchi in plexi che racchiudono la Your Eiffel e il Big Ben, le mules con catene dorate e piercing bling bling che non sfigurerebbero sulle star dell’hip hop, gli stivali con stampa jeans e tacco a stiletto. E poi le scarpe con kitten heel in tulle, le stringate effetto specchio, i cuissardes da pin up. Il tratto in comune è sempre uno: l’assoluta voglia di non passare inosservati! #InHisShoes
Fashion Pills: giovedì e le Monster High vestite Off-WhiteTM
(Credits: courtesy of press office)
Alla fine del 2020, Virgil Abloh ha firmato una delle ultime collaborazioni frutto della sua felice vena creativa, quella con Monster High. La partnership, pensata per rappresentare una celebrazione della creatività, dell'anticonformismo e delle infinite possibilità che nascono dalla fusione di moda, arte e cultura del giocattolo, ha previsto la rivisitazione dei look iconici di Off-White, con cui il designer ha creato gli abiti per quattro bambole Monster High: Electra Melody, Harmonie Ghoul, Raven Rhapsody e Symphanee Midnight. Il frutto della collaborazione è stata una linea di toys per collezionisti. Proposte in confezioni con un coperchio facilmente removibile per consentire di maneggiarle e reinserirle all'interno delle scatole intatte, le bambole vengono fornite ciascuna con una mini-borsa giocattolo firmata Off-White, caratterizzate da ciondoli Monster High Skullector. Presentati per la prima volta l’11 ottobre nei flagship store Off-White di Miami, New York City, Las Vegas, Parigi e Milano, i quattro ghul sono ora in vendita sul sito del brand. #FashionGame
Fashion Pills: venerdì e il Mercedes-Benz Sustainability Prize a Petra Fagerstrom
Airbag, coprisedili, cinture di sicurezza, parasole, tessuto proveniente dai tettini convertibili e tappetini: a prima vista sembrerebbe un elenco un po’ bizzarro di componenti tessili provenienti dalle auto. Ma è bastato consegnare questi materiali nelle mani di un gruppo di creativi profondamente ispirati per ottenere abiti di alta moda che nulla hanno da invidiare a capi ricavati da seta, cachemire e altri filati pregiati. Benvenuti al Mercedes-Benz Sustainability Prize, il premio creato per ispirare il design della moda sostenibile che, anche quest’anno, per la terza volta, è tornato ad animare il 38° Festival d'Hyères. Mettendo in luce l'approccio del marchio al design, basato sull’efficienza delle risorse, i finalisti della categoria moda di quest'anno sono stati incoraggiati a riciclare i materiali delle autovetture Mercedes-Benz all'interno dei loro look in competizione per il premio, assegnato infine a Petra Fagerstrom. Scelta dalla giuria per la scelta dei materiali usati e l’applicazione creativa dei principi appresi durante la mentorship guidata da Orsola de Castro e Tamsin Blanchard di Estethica, la designer ha mostrato come la creatività sia la strada giusta per la realizzazione di soluzioni sostenibili, sia sotto l’aspetto estetico che per quello pratico. #AndTheWinnerIs
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