La Niña del Sud scuote la sfilata di Etro


Marco De Vincenzo l'ha fatto di nuovo. È riuscito a fondere musica e moda, sostenendo e elevando l'una e l'altra in un connubio che vede il concetto di arte e creazione al centro e intorno la bellezza di una performance live che accompagna lo scorrere degli abiti donandogli nuovo significato.
Se l'anno scorso era stato il turno di Daniela Pes, il 2025 ha visto Carola Moccia, in arte La Niña del Sud, artista napoletana nota a molti ma esplosa a successo internazionale grazie al suo ultimo album Furèsta, diventare protagonista con il suo progetto della collaborazione con Etro, creando una vera e propria colonna sonora live per la sfilata primavera-estate 2026.

La sfilata primavera-estate 2026 di Etro
«Questa collezione è nata ascoltando la musica de La Niña», ci ha detto Marco De Vincenzo. «Lei e io ci siamo incontrati molto presto, pensa che abbiamo deciso di collaborare quando ancora non avevo cominciato a disegnarla, quindi tutti i capi sono impregnati della sua musica. È così profonda, così interpretativa di un mondo folk che però lei poi snatura, stravolge, mixa. La trovo molto simile all'approccio che ho io con i vestiti, quindi ho trovato in lei una vera interprete del passato ma trasportato nel futuro. Entrambi abbiamo uno spirito archeologico e allo stesso tempo innovatore, capisci che le affinità erano tantissime. E poi la sua musica mi arriva proprio in pancia ed è quello che cerco dalla musica».
«Quando Marco è venuto a Napoli per propormi la collaborazione insieme ha nominato due dei miei pezzi preferiti dell'album, Pica Pica e Chiene 'e Scippe, e mi ha raccontato il perché gli fossero arrivati in un certo modo, perché avessero risuonato in lui e come avessero ispirato anche gran parte della sua collezione. Me lo ha detto con così tanta spontaneità e dolcezza che non mi ha lasciato dubbi. Ho accettato subito e deciso di mettere tutto il meglio della mia creatività in questo progetto per lasciar trasparire anche un lato di me che forse è stato raccontato un po' meno. È stato un vero e proprio scambio, per cui fruttuoso per entrambe le parti», ci ha detto Carola quando l'abbiamo incontrata poco prima di esibirsi alla sfilata di Etro.

La performance de La Niña alla sfilata di Etro
«Sono appassionata di arte visiva, amo il cinema e quando scrivo una canzone non riesco proprio a non ragionare per immagini. Il mio modo di vivere la musica è molto sinestetico, riesco a visualizzare la musica per colori, ogni accordo per me ha quasi una tonalità sia emotiva che reale, concreta. Avere un supporto anche visivo può sicuramente arricchire il messaggio che si vuole mandare, ampliarlo. Tutto quello che è legato alle immagini per me però è naturale, non ho un approccio alla creatività visiva stressato dall'industria». E l'impatto visivo de La Niña è sicuramente dirompente mentre canta sul palco fiera e suona il suo tamburo costellata da altre tre artiste che suonano e armonizzano con lei.
Sul palco La Niña indossa un abito in rete con decori che pendono dalla lunga gonna. «Sono entrata in camera e ho visto questo capo che sembrava una rete da pesca. Non ho provato nient'altro, ho capito subito che era il look giusto per me. Non volevo niente di lussuoso, di scintillante, volevo che ci fosse molta materia, che fosse quasi teatrale e questo abito all'apparenza povero mi ha chiamata. Sembrava proprio che avesse come dei pesci impigliati e il movimento era bellissimo».
Anche se non è sicuramente una fashionista o una persona che segue i trend, Carola ha le idee molto chiare sullo stile: «Ho un rapporto emotivo anche con la moda, devo sentirmi rappresentata da quello che indosso fin da quando ero piccolissima. Mi ricordo che spesso andavo a scuola con i vestiti di mia madre e mi facevo prestare i suoi jeans quando ancora il vintage non era una moda. Tutte le mie amiche indossavano i pantaloni a vita bassa come Shakira e io andavo con quelli stracciati di mia mamma. Ho sempre interpretato i capi a seconda del mio gusto e umore. Ora oscillo tra l'essere un ragazzino in total black ed essere super femminile. Non ho quasi mai una via di mezzo. Ho sempre trovato la donna molto sensuale in questi due modi: estremamente trasandata o estremamente curata».

La sfilata di Etro per la primavera-estate 2026
Le modelle camminano come amazzoni sulla passerella mentre la voce de La Niña le incalza. La sfilata di Etro è nominata Flux, flusso, quello di Etro dove si mescolano stampe, frange, unicinetti, crochet e trasparenze. I colori non sono una macchia definita ma si incontrano e si fondono in libertà.
Proprio "libertà" è un termine che Marco De Vincenzo ama e che trova unisca la sua visione con quella del brand, ed è una parola molto cara anche a Carola, che non trova mai costrizioni nella musica.
«La musica è un grande connettore», dice Marco De Vincenzo», «se la moda a volte si rende incomprensibile perché tende a chiudersi in una bolla, la musica le permette invece di arrivare, di essere spiegata con più facilità. Credo che la musica usata nelle ultime sfilate sia stato uno strumento per me per raccontare la mia moda a più gente».

«Quando Marco mi ha descritto la collezione e le caratteristiche che avrebbe avuto ho visualizzato subito qualcosa di "marciante" in qualche modo... di guerriero. Ho avuto una sensazione quasi materica e quindi ho deciso di scegliere pezzi più terreni, che avevano più contatto con la terra e la natura: Trem, il brano sul terremoto, e O'Ballo D''E'Mpennate. Io non sapevo che Marco avesse lavorato tanto con i cavalli e quest'ultimo è proprio un pezzo che nasce dal campionamento degli zoccoli di cavalli sul terreno, per cui mi è sembrata la scelta giusta».
La performance e la sfilata terminano con Pica Pica, un brano che La Niña ha dedicato a due gazze che vengono a trovarla in giardino. «Ho pensato fosse una chiusura perfetta perché in realtà c'è un fade out che non è una vera chiusura, ma cresce in verticale. In questo modo tutte le emozioni rimangono nell'aria».
Prima di salutarci le chiedo cosa spera per il suo futuro, ma il suo pensiero va subito altrove: «Non voglio niente per me, io sto già vivendo quello che voglio fare e mi sento fortunata. I sogni che ho non riguardano me, ma il nostro mondo che sta cadendo a pezzi».
© Riproduzione riservata