Gucci Uomo 2023: la prima sfilata senza Alessandro Michele
Un nuovo inizio è un momento sempre difficile, ma una transizione lo è ancora di più. Terminata l’era di Alessandro Michele, Gucci non ha ancora nominato un nuovo Direttore Creativo e prepara il terreno per allontanarsi da un’estetica che lo ha premiato per anni ma che probabilmente non aveva più gli effetti desiderati.
Ma un nuovo inizio è anche un’occasione, per guardarsi dentro e capire che direzione intraprendere per evolvere e cambiare e esplorare territori e linguaggi aggiornati.
La collezione uomo per l’autunno-inverno 2023 di Gucci non è uno strappo totale dai codici che l’hanno preceduta, ma si spoglia di orpelli e layering per raggiungere una nuova essenza. Molti parleranno di basic, ma non c’è nulla di basic nella tuta di pelle con bottoni, nelle giacche oversize sartoriali e nelle gonne lunghe dritte ma con profondi spacchi. Non c’è nulla di basic nel riprendere gli archetipi del guardaroba e renderli appetibili e indossabili.
La fusione dei generi continua la sua strada, così come quella tra le diverse epoche dove spicca come protagonista l’abbigliamento sportivo ispirato agli archivi di Gucci degli anni 80 che richiamano la danza e allo stesso tempo le silhouette à la Richard Ashcroft dei primi 2000, con le sue spalle squadrate, i jeans e pantaloni stretti e l’attitude da perenne snob.
I “cool kids” tornano alle loro origini, con le canotte scollatissime, le magliette stretch e i jeans slavati, ma giocano con lo styling unendo foulard, giacche di ogni colore e fattura, stivaletti e top argentati. L’atto di improvvisare è centrale, spiega l’ufficio stile creatore di questa collezione collettiva, perché è nell’incontro delle singole menti che poi nasce una collaborazione e da qui si parte per unire competenze e immaginari differenti che compongono la Maison Gucci.
Il concetto di improvvisazione trova espressione concreta durante la sfilata grazie all’esibizione della band Ceramic Dog di Marc Ribot, frontman e grande chitarrista, che per l’occasione creano una colonna sonora tra noise rock e influssi jazz e punk. Ad assistere allo show altri ospiti del mondo della musica come Nick Cave e sua moglie, la designer del brand The Vampire’s Wife, Susie Cave, il gruppo irlandese del momento, i Fontaines DC, i cantanti italiani Ghali e Tananai ma anche l’attore Idris Elba, Percy Hynes White (della serie Mercoledì) e Lorenzo Zurzolo.
Nick e Susie Cave alla sfilata di Gucci a Milano
Il gruppo irlandese Fontaines DC
Alessandro Michele ci aveva abituato a delle narrazioni profonde ed emotive che passavano attraverso gli abiti ed arrivavano direttamente al cuore e quando questo connubio funzionava era davvero come assistere a una magia. Ma le magie per essere tali devono durare poco altrimenti perdono di senso e di valore e se questa sfilata non ha portato le lacrime di Twinsburg ha però il merito di aver scritto un nuovo capitolo nella storia di un brand grandioso ripartendo dai punti saldi: i capispalla, gli accessori (bellissime le borse oversize con la chiusura a pistone disegnata da Tom Ford per Gucci che reinterpretano la borsa Jackie, ma anche le custodie degli abiti indossate come tracolle o a spalla), i pantaloni sartoriali, le linee dritte e decise.
Quando le luci si sono spente alla fine della sfilata è rimasta l’emozione di voler sapere di più, di veder uscire qualcuno dal buio, ma così non è stato. Ma febbraio è vicino e l’attesa ora è ancora più gustosa.
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