Bella Freud e l'importanza delle parole su Fashion Neurosis

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Intervista a Bella Freud, designer e autrice di Fashion Neurosis, uno dei podcast di più grande successo dell'ultimo anno che unisce moda, confessioni e psicologia

Era il 2017, la London Fashion Week rappresentava ancora il "place to be" per scoprire nuovi designer e la Somerset House il punto di incontro di tutti i fashionisti e le fashioniste che volevano farsi fotografare dagli streetstyler. Era l'epoca delle vere it-girls, le socialite inglesi e americane che riempivano i front row delle sfilate e che ad un certo punto indossavano tutte un maglione con una scritta grafica e dal significato misterioso: 1970.

Una data che in realtà non significa nulla, almeno nelle intenzioni della sua creatrice, la designer Bella Freud che, un giorno giocando con la sua fotocopiatrice, ha ingrandito una piccola scritta trasformandola nell'iconico logo, ma che con il suo potere grafico e evocativo è riuscita a trasformare un semplice maglione in un must-have.

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Il celebre maglione 1970 disegnato da Bella Freud riproposto nella collezione SS25 - foto Charlotte Hadden 

Non è un caso che per la designer inglese, nipote di Sigmund Freud (e figlia del pittore Lucian), le parole, le scritte e il linguaggio stesso abbiano un significato così forte e portino con loro messaggi che neanche riusciamo a comprendere inizialmente, ma che vengono svelati con il tempo tramite la connessione con le persone.

È con questo istinto verso la comunicazione che Freud decide di lanciare il suo podcast, Fashion Neurosis, dove invita i suoi ospiti a stendersi in un divano e iniziare a parlare di vestiti e ricordi in un setting e mood che rimanda a quello di una seduta dallo psicologo.

Un'idea apparentemente semplice che ha conquistato un pubblico vastissimo, sia grazie ai nomi degli intervistati (tra cui spiccano l'attrice Cate Blanchett, ma anche il designer Rick Owens e il nostro Stefano Pilati) che all'atmosfera intima che si crea e che porta chi ascolta a sentirsi parte della conversazione.

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Bella Freud assieme al desiger Jonathan Anderson - Foto courtesy of Fashion Neurosis

Su Grazia siamo grandi fan del tuo podcast che sta avendo un successo internazionale. Ti aspettavi una reazione del genere? E perché pensi che le persone lo amino così tanto?

Quando ho avuto l'idea, avevo questa forte sensazione che alle persone sarebbe piaciuto parlare di sé stesse attraverso il tramite dei vestiti. Parlare di vestiti fa emergere ricordi, battute, momenti significativi che aprono la porta ad altre conversazioni, mentre mettere se stessi al centro a volte può essere imbarazzante.

Molti mi dicevano: «Nessuno capirà di cosa stai parlando, è un concetto troppo strano». Ma io sentivo che le persone avrebbero capito. Credo che, se parli con rispetto e in modo autentico, la gente lo apprezzi e lo percepisca. Quindi per rispondere alla tua domanda, no, non me lo immaginavo questo successo, ma è andata proprio come speravo.

Le persone ti lasciano tanti commenti?
Sì. Ed è davvero interessante per me vedere come reagiscano al podcast. È difficile da spiegare, ma credo che istintivamente sento che quello che penso, lo pensino anche gli altri e che riescano a ritrovarsi nelle conversazioni del podcast. In questo modo si crea un rapporto, una connessione con il pubblico.

Si sente molto questo legame tra te, i tuoi ospiti e i vestiti di cui parlate. Come scegli gli ospiti? Hai una lista o scegli sul momento?

Entrambe le cose. Ho una lista che ho creato sin dall’inizio, con persone con cui sogno di avere una conversazione. Alcune le conosco, altre no. Ma so che con loro la conversazione potrebbe prendere una direzione interessante.

E poi ci sono momenti in cui mi viene in mente qualcuno e penso: «Oh, sarebbe perfetto!». Quindi è una combinazione tra programmazione e spontaneità.

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Kate Moss durante la registrazione della puntata di Fashion Neurosis - Foto courtesy of Fashion Neurosis

Parliamo della produzione di una puntata. Come si svolge una giornata di registrazione?

All'inizio, quando stavo cercando di capire come potesse essere Fashion Neurosis, pensavo più al formato video che al podcast. Circa tre anni fa volevo fare un talk show ispirato a quelli degli anni ’70 e ’80, che avevano un’atmosfera glamour, erano meno sceneggiati e più spontanei.

Ho studiato anche i video di Allen Ginsberg e dei poeti beat negli anni ‘60, perché, nonostante la loro fosse una performance, si percepiva una forte intimità. Inoltre, sapevo che se l’illuminazione non fosse stata ottima, non sarei riuscita a convincere personaggi come Rick Owens, o nessuno del mondo della moda e dello spettacolo, a partecipare.

Così, con il mio cameraman, abbiamo lavorato per ottenere una luce perfetta. Ho anche chiesto consigli al regista Andrew Dominik, che è un esperto nel campo. Per me era essenziale che gli ospiti apparissero al meglio, sia esteticamente che nella conversazione.

E si vede! I tuoi video sono bellissimi. Quando un ospite arriva, si sdraia sul divano e iniziate a parlare? Quanto dura una registrazione?

A volte iniziamo con una tazza di tè, altre volte partiamo subito. Io preparo sempre delle domande, ma se la conversazione prende una piega interessante, la seguo. Mi aiuto con una scaletta perché mi emoziono molto e mi agito facilmente.

Di solito cerco di registrare per il tempo previsto, anche se all’inizio andavo troppo oltre. Poi ho imparato a essere più disciplinata. Alcune persone parlano tanto, quindi la puntata diventa più lunga, altre meno e allora intervengo di più io. Ogni episodio prende la sua forma in modo naturale.

Hai una puntata preferita?

Ho fatto solo 18 episodi finora, e ognuno è speciale. I primi con Rick Owens e Zadie Smith sono stati molto significativi, perché hanno dato il tono al podcast.

Qual è la cosa più difficile per te?

La preparazione è la parte più stressante, voglio che tutto sia interessante, ben fatto e voglio che gli ospiti abbiano una bella esperienza. Come dicevo mi emoziono tantissimo prima di registrare, sono nervosa, ma è un buon segno: vuol dire che ci tengo, che sono viva. Una volta che iniziamo va tutto bene.

Sono una grande fan di Nick Cave, quindi devo chiederti della puntata di cui è protagonista. Hai qualche aneddoto sul suo episodio?

Conosco Nick da più di 30 anni, siamo amici di famiglia. Ma nel podcast abbiamo avuto una conversazione come mai prima. È stato un momento molto speciale e sincero, senza paletti o sovrastrutture.

Io creo i suoi abiti e mi sento come se mi stessi prendendo cura di lui in questo senso. Il fatto che lui mi abbia scelto per occuparmene è un grande onore. Però confesso che durante il podcast avevo voglia di chiedergli anche cose più leggere, come l'enneagramma (la classificazione delle nove personalità dette enneatipi - ndr) della sua personalità!

E Susie (Cave, designer e moglie di Nick Cave - ndr)? Sarà un'ospite anche lei prima o poi?

Sarebbe meraviglioso. Se solo riuscissi a convincerla, è una persona molto riservata.

Kate Moss/ Bella Freud

Kate Moss durante lo show di Bella Freud nel 1993 e nel 1994 - Getty Images

L'episodio con Kate Moss è stato anche molto apprezzato, sia da chi fa parte del mondo della moda che non.

Kate è stata fondamentale per Fashion Neurosis. Quando stavo ancora sperimentando il format, le ho mostrato un video e lei, che odia essere filmata, mi ha detto: «Devo farlo». Io non avrei mai avuto il coraggio di chiederglielo. Per me è stato un segnale incredibile, mi ha dato grande fiducia. Così abbiamo girato un primo episodio con lei di prova, non avevo ancora tutto il setting che ho ora, ma era già bellissimo e poi è tornata a registrare l'episodio definitivo.

Kate, è una persona di un'intelligenza sopraffina. Riesce a captare cose prima degli altri, è estremamente sensibile ed è curiosa. Nota tutto, soprattutto le persone. Quando parla del lavoro di modella e di come il corpo sia un mezzo per trasferire al mondo le idee degli altri è un momento di grande profondità, espresso perfettamente. Sono stata felice di mostrare la sua parte interiore più nascosta che va di pari passo con il suo aspetto esteriore, il suo stile e il suo portamento.

È stato un momento importante perché in un certo senso ha chiuso un cerchio. Kate ha sfilato per me negli anni 90, all'epoca quando la sua agenzia mi ha chiamata per annunciarmi che era libera e avrebbe lavorato per me non riuscivo a crederci. Poter continuare a collaborare con lei anche su Fashion Neurosis è stato fantastico.

Hai vissuto a Roma per due anni e parli italiano. Stefano Pilati è già stato tuo ospite, ma ti piacerebbe avere un altro protagonista italiano?

Ho già qualcuno in mente, ma non voglio svelarlo! Amo il design e la creatività italiana, ho lavorato con modellisti e artigiani straordinari quando ero in Italia, mi hanno mostrato quante cose fosse possibile fare, mentre a Londra all'epoca a livello di produzione erano tutti più rigidi. È stato un privilegio imparare da loro.

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La collezione SS25 di Bella Freud - Foto di Charlotte Hadden 

I tuoi maglioni e le tue T-shirt hanno spesso parole e frasi stampate o ricamate. Perché pensi che sia importante?

Le parole possono trasmettere enormi emozioni in poche lettere. Da ragazzi, incidevamo testi e titoli di canzoni sui banchi di scuola perché ognuna di quelle frasi portava con sé un significato più ampio, tanti messaggi diversi. Io nel mio avevo inciso "Get Up, Stand Up", la canzone di Bob Marley e mi ero sentita così rivoluzionaria. Il linguaggio è lo strumento più potente che abbiamo. Dicono che l'amore sia la cosa più importante nel mondo, ma senza parole per esprimerlo è come se non ci fosse. Credo molto nell'idea di linguaggio come mezzo per unire le persone piuttosto che dividerle.

Mi interessa il modo in cui una parola può cambiare tutto, e come indossarla senza risultare moralisti.

Sei una star dei Podcast, su Instagram e TikTok. Quale piattaforma preferisci?

In realtà credo sia importante disconnettersi, leggere un libro, coltivare la propria interiorità. I social come Instagram sono utili, ma non voglio diventarne dipendente. Leggo i commenti, ma cerco di non farne un’ossessione. Anche perché se non mi occupo della mia parte offline poi rischio di non avere nulla di cui parlare.

Il tuo podcast è più lungo rispetto ai contenuti mordi e fuggi dei social. Forse è proprio questo il suo punto di forza.

Esatto, voglio creare conversazioni profonde, non solo contenuti veloci da scorrere.

Parliamo di moda. Il settore è in difficoltà: continui cambi di direttori creativi, prezzi in aumento… Quali sono stati i momenti migliori e peggiori della tua carriera da designer?

La moda è sempre stata complicata, ma ora è un momento di grande incertezza. Non è più chiaro quali siano gli obiettivi di un brand, soprattutto quelli dei grandi colossi. Io ho un marchio piccolo e questo mi permette di essere agile, senza infrastrutture e di gestire tutto senza troppe pressioni. Cerco di occuparmi solo delle cose che sono brava a fare.

Parlare e confrontarsi con gli altri designer su Fashion Neurosis è molto bello. Sento che c'è molta empatia, anche se ora si fa un gran parlare di gossip e scoop, penso che si stia creando una rete di sostegno.

La cosa più bella di questo lavoro per me è ancora incontrare qualcuno per strada che indossa i miei vestiti, senza che io l’abbia influenzato. È una sensazione incredibile. Anche vestire attori, cantanti, persone famose che scelgono un mio capo pur avendo tutte le possibilità del mondo, mi sorprende sempre, ma c'è qualcosa di speciale negli sconosciuti che hanno deciso di investire e spendere dei soldi in una tua creazione.

Ammiri qualche designer in particolare al momento?

Amo tutto quello che fa Pieter Muliers, il designer di Alaïa, Stefano Pilati è un uomo e un artista meraviglioso, le sue creazioni mi tolgono il fiato, Phoebe Philo, Haider Ackermann, Alessandro Michele. E adoro le scarpe di Christian Louboutin.

Hai un sogno per il futuro? Qualcosa che vorresti fare?

Devo dire che questo preciso momento della mia vita è davvero uno dei più felici perché sto facendo tante cose che trovo estremamente liberatorie anche se sono complesse. Occuparmene mi porta ad avere idee su nuovi progetti come scrivere, o girare cortometraggi, ma che hanno sempre a che fare con la moda . Quindi non ho una risposta precisa su quello che farò, ma sento che quello che sto facendo ora mi spingerà verso la prossima avventura.

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Maglioni Fair Isle: i più belli da puntare quest'inverno (+ qualche idea su come abbinarli in modo chic)

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I maglioni Fair Isle tornano a conquistare il guardaroba invernale. Scoprite nella nostra mini selezione i modelli più belli da regalarsi ASAP.

Arriva dicembre e, puntualmente, gli Ugly Christmas sweaters tornano a fare capolino nel nostro guardaroba, ma c’è un altro capo che possiamo scegliere per entrare a pieno nel mood delle feste.

Parliamo dei maglioni Fair Isle: quei modelli in stile nordico, realizzati con un’antica tecnica di lavorazione a maglia, che si distinguono per i loro motivi geometrici multicolor. Un’alternativa sicuramente meno divertente e spiritosa, ma di certo molto più versatile.

Eh sì, perché come ci dimostrano quotidianamente le trend setter, i maglioni Fair Isle si prestano a infinite possibilità di styling e a differenza dei pullover natalizi possono essere sfruttati con più facilità anche dopo la fine delle feste.

Che siano modelli girocollo o a collo alto, anche solo abbinati a un paio di jeans dal fondo leggermente svasato e a delle pumps con il tacco possono diventare degli ottimi partner in crime anche in quelle occasioni che richiedono look stilosi e ricercati.

Ma per dare vita a mise ancora più confortevoli e calde, si possono provare, ad esempio, anche con dei pantaloni a gamba ampia, con degli stivaletti con il tacco largo, insieme a un paio di guanti in pelle e magari a qualche altro accessorio in maglia.

E se vi state chiedendo quali sono i modelli più belli da regalarsi adesso e sfruttare fino alla fine dell’inverno, non temete, abbiamo selezionato noi alcuni dei maglioni Fair Isle più trendy che si trovano adesso in circolazione.

In lana o in cashmere, dai colori neutri e delicati o dalle fantasie più accese: ecco una mini selezione di proposte a cui non saprete resistere.

Maglioni Fair Isle: 7 modelli da aggiungere alla shopping list

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MASSIMO DUTTI Maglione Fair Isle girocollo 

Credits: massimodutti.net

Zara

ZARA Maglia jacquard con scollo tondo

Credits: zara.com

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VERONICA BEARD Maglione Fair Isle in misto lana

Credits: mytheresa.com

Mango

MANGO Pullover jacquard con collo rotondo

Credits: shop.mango.com

Maje

MAJE Maglione Fair Isle a collo alto

Credits: it.maje.com

Levi’s

LEVI’S Maglione girocollo con motivo Fair Isle

Credits: levi.com

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POLO RALPH LAUREN Pullover girocollo in lana e cashmere

Credits: mytheresa.com

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I 10 fashion moments che non dimenticheremo di questo 2025

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Debutti, addii, novità e tormentoni virali: ecco quali sono i dieci momenti-moda che non dimenticheremo di questo 2025

In un mondo dinamico come quello della moda, riassumere un anno di avvenimenti selezionandone appena dieci di memorabili non è impresa facile. Per tirare le somme di questo 2025 e prepararci ad accogliere un nuovo anno però, abbiamo fatto un viaggio a ritroso nei dodici mesi appena trascorsi per rivivere quelli che sono stati effettivamente i momenti che difficilmente potremo dimenticare.

L'anno che stiamo per salutare ci ha dato tanto e, per certi versi, tolto altrettanto. Un anno fatto di attesi debutti alla direzione creativa di grandi brand, ma anche di addii a posizioni di altrettanto rilievo oltre che a personalità che hanno disegnato in modo indelebile il fashion system.

Tra acquisizioni inaspettate (e che avremmo definito improbabili) e trailer che anticipano un 2026 non privo di adrenalina, scoprite con noi quali sono i 10 momenti che hanno definito il mondo della moda nel 2025 e che non smetteremo di ricordare.


I dieci momenti moda indimenticabili di questo 2025

1. Il trailer de Il diavolo veste Prada 2

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Iniziamo da uno momento destinato a figurare tra i più memorabili del 2026, l'uscita del sequel de Il Diavolo veste Prada. Il nuovo film, in uscita il 1° maggio in Italia, è stato anticipato da un primo trailer che non è certo passato inosservato e che ha visto prendere forma quello che, per quasi vent'anni, è stato il desiderio di molti fashion-cinefili: il ritorno di Miranda Priestly e Andy Sachs nei cinema.

2. La Birkin di Jane Birkin protagonista di un'asta da record

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Della Birkin, una delle borse più amate prodotte dalla griffe francese Hermès, se ne parla spesso, ma questa, appartenuta a Jane Birkin – e che rappresenta uno dei primi esemplari mai prodotti – è entrata ancor più di diritto sul podio delle notizie. Il motivo? Essere stata battuta all'asta, organizzata da Sotheby's a una cifra mai vista prima: oltre 10 milioni di dollari.


3. Prada acquista Versace

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Miuccia Prada e Donatella Versace.
Credits: Getty Images

Forse se ce lo avessero detto qualche anno fa non l'avremmo creduto possibile, ebbene il 2025 è stato l'anno in cui Donatella Versace ha lasciato, dopo 28 anni, la direzione creativa del marchio fondato dal fratello Gianni. E non solo: ad acquisirlo, in un'operazione del valore di circa 1,25 miliardi di euro, è stato il Gruppo Prada.


4. Matilde Lucidi, nuova stella delle passerelle

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Matilde Lucidi sulla passerella Primavera-Estate 2026 di Dior.
Credits: Getty Images

La passerella Primavera-Estate 2026 di Dior ha segnato il debutto alla direzione creativa di Jonathan Anderson. E non solo. Perché tra le modelle scelte per l'occasione c'era lei, Matilde Lucidi. Segni particolari? Figlia di Bianca Balti, grande nome italiano delle passerelle. Diciotto anni e attitudine decisamente all'altezza, Matilde è diventata subito uno dei volti del 2025.


5. L'esordio di Demna Gvasalia da Gucci (con un film)

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Da un esordio all'altro, questa volta siamo in casa Gucci con l'approdo di Demna Gvasalia alla direzione creativa. Un inizio, il suo, che ha coinvolto i divi del grande schermo. Demi Moore, Edward Norton, Ed Harris, Elliot Page, Keke Palmer, Alia Shawkat (e molti altri volti celebri) hanno dato vita alla collezione Primavera-Estate 2026 del designer in The Tiger, cortometraggio diretto da Spike Jonze.

6. Julia Roberts e il cardigan-tributo a Luca Guadagnino

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Julia Roberts a Venezia.
Credits: Getty Images

Tra i momenti memorabili entra di diritto anche la Mostra del Cinema di Venezia, ma non per un red carpet che non scorderemo. Il look che rimarrà nelle nostre menti è un look di arrivo: quello indossato da Julia Roberts e caratterizzato da un cardigan con ritratti del regista Luca Guadagnino che l'ha vista come protagonista.

7. Grace Wales Bonner nominata direttrice creativa di Hermès

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Un ritratto della designer Grace Wales Bonner.
Credits: Getty Images

Torniamo in ambito direttori creativi per citare una novità importante che ci ha portato questo 2025: la scelta di Grace Wales Bonner come direttrice creativa della linea uomo di Hermès. La nomina di Wales Bonner, che succede a Véronique Nichanian che ha ricoperto questo ruolo per 37 anni, fa di lei la prima donna afrodiscendente a occuparsi del design di una prestigiosa casa di moda europea.


8. Anna Wintour lascia la direzione di Vogue America

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Anna Wintour, per 37 anni alla direzione dell'edizione americana di Vogue.
Credits: Getty Images

Non solo direttori creativi che lasciano la poltrona: una di quelle più ambite, quella della direttrice di Vogue America, ha visto un cambio inaspettato. Dopo 37 anni nel ruolo, Anna Wintour ha annunciato un passo indietro. Al suo posto (anche se con il ruolo, diverso, di Head of Content e riportando sempre a Wintour) Chloe Malle, volto di una generazione diversa pronta a guidare il celebre magazine verso nuovi orizzonti.

9. Il debutto di Matthieu Blazy da Chanel

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Un'immagine della sfilata Primavera-Estate 2026 di Chanel.
Credits: Getty Images

Da ricordare l'esordio di Matthieu Blazy da Chanel, un momento che segna più di un semplice debutto perché delinea un capitolo nuovo e molto importante per la Maison parigina. Grande successo per la sua prima sfilata, quella Primavera-Estate 2026, che si pone come un nuovo inizio ricco di legami con il passato, ma meno didascalici e più contemporanei.

10. L'addio a Giorgio Armani

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Giorgio Armani in passerella per il finale della sfilata Haute Couture 2023.
Credits: Getty Images

Al primo posto, nella lista delle cose che non dimenticheremo, c'è il fatto che questo 2025 ci ha portato via un uomo che ha dedicato la propria vita alla ricerca del bello e alla moda, divenendone il Re assoluto. Giorgio Armani, ideatore e fondatore dell'omonimo marchio, si è spento il 4 settembre all'età di 91 anni, lasciando spazio a molti tributi che ne hanno omaggiato la grandezza, come l'emozionante sfilata tenutasi a Palazzo Brera durante la Milano Fashion Week e regalandoci cinquant'anni di carriera unici nel loro genere.

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Come abbinare il rosso in questa stagione? 5 idee da Instagram (perfette per le feste e non solo)

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Avete una passione per questo colore ma non sapete mai come indossarlo al meglio? Ecco 5 idee su come abbinare il rosso in modo impeccabile.

Non solo a Natale, il rosso è il colore perfetto per rendere un po' più speciali anche i look quotidiani.

Certo, ciò non toglie che sia la nuance ideale per questi giorni di festa, ma limitarlo al solo periodo natalizio sarebbe un vero peccato.

Ma c'è un "però": seppur glamour e affascinante, questo colore può risultare difficile da portare ed è proprio per questo che sapere come abbinare il rosso può rivelarsi fondamentale per riuscire a valorizzarlo al meglio, anche nella vita di tutti i giorni.

E chi meglio delle trend setter può aiutarci a trovare gli spunti giusti e a scovare nuovi abbinamenti ad altissimo tasso di glamour da copiare alla prima occasione!

Noi scorrendo il nostro feed di Instagram abbiamo già trovato 5 idee interessanti su come indossare alla perfezione questo colore. Ecco 5 abbinamenti super da provare adesso o anche dopo la fine della stagione delle feste.

5 idee da Instagram su come abbinare il rosso

Il modo più furbo per indossare il rosso e ottenere un look da 10 e lode senza bisogno di impegnarsi troppo è uno solo: indossarlo con il nero. E anche un semplice outfit come questo, composto da mini abito in maglia rosso, stivali neri al ginocchio e mini bag coordinata, può diventare la scelta ideale persino in questi giorni di festa, non credete?

Una combo dal successo assicurato? Il mix “rosso + grigio” regala sempre grandi soddisfazioni e difficilmente ci stanca. Specialmente nelle giornate più fredde, serve solo un maglione rosso a collo alto, da portare con una gonna midi grigia in lana e degli stivaletti neri, per ottenere una mise comoda, calda e super stilosa.

Un altro abbinamento con cui non si sbaglia mai è quello che vuole il rosso abbinato al beige. E basta un maglione beige con lavorazione a trecce, una gonna midi rossa a stampa check e degli stivali al ginocchio marroni per avere un look versatile e adatto a ogni impegno in agenda.

Un’altra idea su come abbinare il rosso quest’inverno? Indossate una semplice maglia total red con un paio di pantaloni in velluto bordeaux e dei mocassini dello stesso colore: comfort e stile saranno garantiti h24.

E provate a indossare un lupetto rosso con una gonna in pelle marrone e delle Mary Jane argentate. Anche se a prima vista questo mix può sembrare un po’ azzardato, in realtà non è niente male e merita sicuramente una chance.

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Come vestirsi a Capodanno? 5 outfit per dare il benvenuto, con stile, al 2026

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Idee, spunti e suggerimenti per entrare nel nuovo anno con il piede (e il look) giusto.

«Che fare a Capodanno?» è la domanda che rimbalza ovunque in questi giorni. Subito dopo arriva l’altra, non meno importante: «Cosa indossare?». Perché - diciamocelo - tra grandi aspettative, buoni propositi e (tanta) voglia di voltare pagina, la FOMO è dietro l’angolo. E con queste premesse, anche la scelta del look può diventare una sfida.

D’altra parte, se è vero che chi ben comincia è a metà dell’opera, un outfit degno di nota rappresenta la premessa ideale per inaugurare il nuovo anno nel modo giusto.

Da dove cominciare? Non esistono formule universali a cui affidarsi, né regole rigide da seguire (per fortuna, aggiungiamo). Partire dalla tipologia di serata che vi si prospetta, però, può semplificare decisamente le cose.

Avete in programma una tranquilla cena in casa con gli amici? La parola d’ordine allora non potrà che essere comfort (senza rinunciare allo stile, s’intende). Vi attende un party scatenato? Via libera a stiletti, piume e trasparenze. Se invece il piano è quello di trascorrere la notte di San Silvestro sulla neve, la maglieria sarà il vostro alleato imprescindibile.

E ancora: opterete per il classico veglione? Sì ad abiti lunghi e completi in raso. Brinderete al 2026 con un romantico tête-à-tête? Puntando su una mise dalle linee pulite e qualche dettaglio speciale non sbaglierete.

Per darvi una mano abbiamo messo a punto 5 outfit di Capodanno diversi per altrettanti mood. Scopriteli tutti e… che il countdown abbia inizio!

Capodanno in casa: cosa indossare per una cena con gli amici

Quando la location è il salotto di casa, l’obiettivo è indubbiamente stare comode. But make it cool, come direbbero le vere fashioniste. Una gonna in lana, un pullover morbido che lascia scoperte le spalle e un paio di scarpe in vernice colorata - magari in un bel rosso portafortuna - sono la combinazione vincente per un outfit di Capodanno confortevole ma al tempo stesso ricercato.

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Maglia in cashmere con scollo bardot JARDIN DES ORANGERS, gonna in lana cotta con bottoni frontali e tasche ART DEALER, Mary Jane con cinturini e fibbie SÉZANE

Credits: mytheresa.com, artdealerjournal.com, press office

Capodanno sul dancefloor: come vestirsi per un party scatenato

Se per voi Capodanno è sinonimo di party all night long, il look non potrà che essere audace e d’impatto. Via libera a capi scintillanti o minidress con inserti vedo-non-vedo. Ai piedi? Décolleté o stivali con tacco; per gli accessori, invece, optate per un pezzo statement, come questa borsa a tinte acide con piume applicate.

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Mini abito con inserti trasparenti in georgette PINKO, borsa a sacchetto in satin con piume HALÍTE, stivale in pelle con tacco sottile PREMIATA

Credits: pinko.com, halitejewels.com, press office

Capodanno romantico: il look per un tête-à-tête con la dolce metà

Per un brindisi a due, il nostro suggerimento è seguire la regola - sempre valida - del less is more. Uno slip dress o un abito midi total black dal taglio particolare sono scelte perfette per l’occasione. Aggiungete qualche dettaglio speciale - un paio di sandali in raso, un gioiello eclettico o una mini bag preziosa - per rendere l’insieme curato ed elegante.

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Vestito midi con scollo asimmetrico e dettaglio drappeggiato MASSIMO DUTTI, orecchini in argento sterling finitura oro 18 carati BOTTEGA VENETA, sandalo in satin A DI GAETA

Credits: massimodutti.com, bottegaveneta.com, adigaeta.com

Capodanno in montagna: cosa indossare per un brindisi sulla neve

Cosa c’è di più magico che trascorrere la notte di San Silvestro tra vette imbiancate e scorci mozzafiato? Per mantenere alta l’asticella dello stile anche sottozero, puntate su un dolcevita caldo e vaporoso, pantaloni in maglia e un paio di doposci o stivaletti da trekking. Perfetti da sfoggiare sulla neve dopo cena, aspettando la mezzanotte.

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Dolcevita in lana con maniche ampie SPORTMAX, pantaloni in maglia a sigaretta con nervatura centrale LUISA SPAGNOLI, doposcì in pile con finiture in nylon MOON BOOT

Credits: it.sportmax.com, luisaspagnoli.com, net-a-porter.com

Capodanno elegante: l’outfit per il cenone di San Silvestro

Quando l’occasione è elegante, il dress code chiama capi importanti. Questo non significa, però, che si debba necessariamente puntare sul classico long dress. Un’idea alternativa ma di sicuro effetto? Il completo pantalone. Sceglietene uno in raso fluido, dal taglio impeccabile, e completate il look con pochi accessori ben calibrati. Il risultato - fidatevi di noi - sarà super chic.

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Blazer con cintura e pantaloni in raso fluido IBLUES, slingback a punta con tacco ZARA

Credits: it.iblues.it, zara.com