Quando la violenza ferisce la mente
Da tempo, ormai, esistono studi che dimostrano come le vittime di violenza sessuale, nel corso della vita, siano più portate a soffrire di depressione, ansia, disturbi del sonno.
Tutti sintomi che, a loro volta, i medici mettono in relazione con problemi cardiaci, alta pressione sanguigna e così via. Come sapeva bene anche la dottoressa Rebecca Thurston, psichiatra dell’Università di Pittsburgh, specializzata in problemi di salute delle donne che, nel 2018, con la sua équipe aveva pubblicato una ricerca nella quale si evidenziava come le vittime di assalti a sfondo sessuale avessero tre volte più possibilità di soffrire di depressione e due volte più chance di incorrere in problemi di ansia e insonnia.
Ma solo di recente Thurston ha potuto dimostrare che questo genere di traumi - non parliamo solo di stupri ma anche di molestie e abusi, di cui in molti casi sono responsabili mariti e compagni – può provocare danni cerebrali che, in età avanzata, favoriscono l’insorgenza di ictus e demenza.
Lo studio è stato condotto su un gruppo di donne con un’età media di 59 anni, «che non presentavano nessun sintomo di quel genere di malattie», racconta. «Le abbiamo sottoposte a esami in grado di rilevare l’iperintensità della sostanza bianca, il segnale di una predisposizione, nella vecchiaia, a demenza e ictus. Poi abbiamo chiesto loro se avessero subìto traumi, aggressioni sessuali, nel corso della loro vita». Incrociando i dati, quello che è venuto fuori è che le donne con un trascorso di quel genere mostravano un sostanziale aumento di iperintensità della sostanza bianca. Tradotto in termini più comprensibili: «Questi episodi di violenza e di abuso hanno un impatto a lungo termine sul cervello che mette a rischio la salute anche a moltissimi anni di distanza».
Che cosa l’ha indotta a cercare una correlazione tra possibili danni cerebrali ed esperienze di violenza sessuale?
«Per noi era evidente che una delle principali cause di disturbi psicologici come la depressione, quando si tratta di pazienti donne, siano proprio i traumi nella sfera sessuale. Sapevamo anche che quei disturbi sono fattori di rischio nell’invecchiamento del cervello e nell’insorgenza di ictus. Mancava una ricerca per trovare il tassello mancante».
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