Mondiali di calcio saranno anche una faccenda da maschi (uomini che giocano, uomini che allenano, uomini che arbitrano), ma i tre Paesi protagonisti degli ultimi Campionati del mondo sono guidati da donne.

Mondiali di calcio saranno anche una faccenda da maschi (uomini che giocano, uomini che allenano, uomini che arbitrano), ma i tre Paesi protagonisti degli ultimi Campionati del mondo sono guidati da donne. Tre signore potentissime: Angela Merkel, primo ministro della Germania che ha conquistato la coppa; Dilma Rousseff, presidente del Brasile ospitante, umiliato dalla disfatta sportiva; Cristina Kirchner, presidente dell’Argentina finalista.
Sarebbero state tutte presenti in tribuna d’onore, se la bella Kirchner non avesse disertato lo stadio perché era il compleanno del nipote. Solo una donna si sarebbe fatta sfuggire l’occasione di dare lustro alla propria immagine alla finale dei Campionati del mondo, preferendo una festa in famiglia. Eppure le signore fanno cose così. Come Dilma, che ha cercato di tirare su il Paese dopo il 7 a 1 subìto dai tedeschi come una madre energetica.
“Rialzatevi brasiliani”, ha esortato i suoi figli, perché alla fine si trattava solo di una partita di pallone. O come la ragazzaccia Angela che, dopo aver saltato come un’ossessa per la gioia, ha baciato e abbracciato uno per uno i suoi calciatori. Tre signore diverse: l’amica Angela, la mamma Dilma, la nonna Cristina. Mi sono apparse così in questi Mondiali e ho sentito un fremito d’orgoglio quando la mia nipotina Giulia, vedendo Rousseff e Merkel premiare i campioni, ha chiesto: «Tutte femmine?». Sì, tutte femmine. Evvai!
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