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Julia Ducournau: «libero le donne dall’ultimo tabù»

Julia Ducournau: «libero le donne dall’ultimo tabù»

foto di Claudia Catalli Claudia Catalli — 4 Ottobre 2021
Con il film Titane, su una ballerina che si vendica di chi ha abusato di lei, Julia Ducournau ha vinto la Palma d’oro al festival di Cannes. A Grazia la regista spiega che così vuole incoraggiare tutte a ribellarsi alla violenza maschile per non essere più vittime.
Film Titane Julia Ducournau

Ha fatto la storia, vincendo a 37 anni la Palma d’oro per il miglior film al Festival di Cannes con la sua seconda pellicola, Titane. Prima di lei c’era riuscita solo una donna, Jane Campion.

È la regista parigina Julia Ducournau, che incontriamo al nuovo Cinema Troisi di Roma. È già seduta, impossibile non notare l’impeccabile look Prada, i tacchi altissimi e le unghie blu. Parliamo subito del suo film, dal 1° ottobre al cinema, che vede protagonista la misteriosa e violenta Alexia, interpretata dall’esordiente Agathe Rousselle.

Ha una placca di titanio in testa a causa di un incidente subito da bambina, da allora reagisce con violenza a ogni tentativo di contatto, a meno che non provenga dalle automobili. Uccide i maschi, ma fa l’amore con le macchine.

Ci ha ironizzato sopra Nanni Moretti, commentando sui social la vittoria di Ducournau: «Invecchiare di colpo. Succede. Soprattutto se un tuo film (Tre Piani, ndr) partecipa a un festival. E non vince. E invece vince un altro film, in cui la protagonista rimane incinta di una Cadillac».

È rimasta male per le parole del regista Nanni Moretti?
«Vorrei suggerirgli di vedere il film: senza farlo, come si può esprimere un giudizio?».

Dove tiene la sua Palma d’oro?
«Ben nascosta. Sono paranoica, quando sono fuori casa ho sempre paura che possano svaligiarla, quindi visto che dopo Cannes sono partita prima per una vacanza e poi per promuovere il film, ho preferito nasconderla».
Che sensazioni ha provato durante la cerimonia di premiazione?
«All’inizio ero lì a dirmi: “Ma che diavolo ci sono venuta a fare io qui?”».

Poi c’è stata la gaffes del regista Spike Lee, presidente di giuria, che ha anticipato il film vincitore, cioè Titane.
«È stato un errore così enorme che ho pensato: “Mah, avrò sentito male io”. Spike Lee è un tesoro, non so neanche più quante volte mi abbia chiesto scusa, era mortificato».

Poi finalmente è arrivata la proclamazione ufficiale.
«Lì ancora non ci credevo, sono stata travolta da un’emozione gigantesca mai provata prima. Sul palco ho anche sbagliato strada, una mossa inconscia come per scappare da un premio che non credevo possibile ricevere. L’attrice Sharon Stone mi ha presa e guidata, mi ha aiutata tantissimo su quel palco».

Continua a leggere l'intervista a Julia Ducournau sul nuovo numero di Grazia ora in edicola.

Foto di Julien Lienard

© Riproduzione riservata

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