
Siamo all’ultima fase della guerra al virus. Sappiamo che la vinceremo e guadagneremo l’immunità in un modo sorprendentemente più veloce di quanto sia accaduto con le altre più recenti pandemie.
Siamo addolorati dalle perdite dei caduti in questa guerra, ma siamo anche un Paese che ha scoperto risorse di adattamento e creatività che non immaginava di avere.
Abbiamo sofferto chiusure, cambiato stile di vita. Ci siamo spaventati, arrabbiati, rassegnati. Abbiamo pianto, ci siamo ripresi e non vediamo l’ora di ripartire con nuove idee e aprire inedite prospettive. Abbiamo fretta di riabbracciarci e ricostruire il futuro.
Ma non sarà come riaccendere un interruttore che è stato spento e, come per incanto, come nella favola della Bella Addormentata, tutto ritornerà com’era.
Prima di uscire definitivamente dal rischio pandemico passeranno più di due anni dal giorno in cui a Wuhan, in Cina, nel dicembre 2019 si diffuse il nuovo ceppo di coronavirus. Dire «torneremo alla normalità» non ha più senso, perché non c’è più “quella normalità”.
Da un lato abbiamo accelerato la transizione digitale, con le nostre vite dai 6 anni in su attaccate a uno schermo di cellulare, tablet o computer. Dall’altro assaporiamo i momenti fisici dello stare insieme come privilegi. La nostra vita è stata digitalmente modificata per sempre, ma accoglieremo le occasioni di contatto fisico con gli altri, con gli spazi, la natura come il grande lusso della nuova era post lockdown.
Questo numero straordinario di Grazia è nato per dare voce alle idee e aprire alle proposte per il futuro. Questa edizione si chiama G21 per più motivi.
Il primo è reinterpretare a nostro modo l’acronimo di G20, il gruppo dei 20 leader dei Paesi più industrializzati. Qui la G sta per Grazia; 21 sta per l’anno in corso 2021, ma anche per le 21 edizioni internazionali del nostro settimanale che dall’Italia alla Gran Bretagna, dagli Emirati alla Russia, dalla Cina all’Australia, dall’India, al Messico, agli Stati Uniti, ha conquistato il mondo. Venti sono le personalità chiamate qui a esprimere insieme unità, creatività, coraggio, futuro.
La ventunesima sono io, che ho la grande opportunità di dirigere questo settimanale unico che si approfondisce ogni settimana di nuovi temi e iniziative grazie alla squadra straordinaria che lo compone e grazie soprattutto a voi, lettrici e lettori, che con la vostra passione ci sostenete.

I traguardi raggiunti dalle personalità presenti in questo numero, il loro lavoro in campi diversi, la loro perseveranza e forza sono esempi per il nostro Paese e per il mondo. Sono orgogliosa di ospitare le idee di questi protagonisti (qui elencati in ordine alfabetico perché nessuno di loro è primo o ultimo di lista, ma sono tutti ugualmente grandi): Cecilia Alemani, Giorgio Armani, Roberto Bolle, Massimo Bottura, Massimo Bray, Ilaria Capua, Teresa Cia- batti, Stefano Domenicali, Pierfrancesco Favino, Bill Gates, Piero Lissoni, Elisa Maino, Laura Pausini, Federica Pellegrini, Lucrezia Reichlin, Sheryl Sandberg, Federica Tremolada, Gianmario Verona, Paolo Veronesi, Bebe Vio.
Alcuni di loro sono così famosi da essere noti a tutti, altri svolgono una professione meno sotto i riflettori, ma sono eminenze nel loro campo. Per loro credere nelle idee significa lottare per difenderle e realizzare, rendere visibile l’invisibile.
Bisogna cambiare anche il modo in cui consideriamo le donne. Mentre usciamo nelle edicole e su app con questa edizione straordinaria, è in corso la Commissione delle Nazioni Unite sull’uguaglianza di genere.
L’Italia vi partecipa con la ministra per le Pari Opportunità Elena Bonetti. Grazia non considera mai le donne come vittime, il nostro messaggio è l’affermazione di sé.
Le donne non sono un soggetto svantaggiato da difendere, sono un patrimonio di conoscenze, talenti, capacità, passione che serve al Paese e al mondo. Ed è questa la strada da percorrere, cominciando dall’educazione quotidiana nelle case delle bambine e dei bambini, che devono assistere alla condivisione dei ruoli familiari, perché nessuna donna e neppure nessun uomo debba più limitare consapevolmente o inconsapevolmente le proprie ambizioni.
E qui desidero scrivere anche del futuro di quella che è la mia passione travolgente: i giornali.
Siamo stati protagonisti, come scrivevo all’inizio, di un’accelerazione della rivoluzione digitale e Grazia ha intensificato l’informazione di qualità su tutte le piattaforme online: dai social al sito. Ma solo i contenuti di spessore dell’edizione cartacea, la correttezza e serietà di questo settimanale in edicola possono permetterci di essere garanzia anche per tutto il resto. Per questo moltiplicheremo approfondimenti e contenuti speciali necessari per affrontare le nuove sfide. Ora più che mai abbiamo la responsabilità di agire.
Editoriale di Silvia Grilli, direttore di Grazia, pubblicato sul numero speciale di Grazia ora in edicola.
Nella foto sopra, Palazzo Mondadori - Palazzo Niemeyer - illuminato di magenta per Grazia. La sede del Gruppo Mondadori, a Segrate (Milano), ha colorato i suoi archi di luce per celebrare il G21, questo numero straordinario di Grazia dedicato alla ricostruzione del futuro. Il colore scelto è il magenta che trovate sulla copertina di questa edizione da collezione.
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