È stato appena nominato “papà più sexy del mondo”. Ma al cinema Ryan Reynolds è un supereroe politicamente scorrettissimo che spara e dice
le parolacce. Che esempio sarà per la sua bambina di un anno? Grazia l’ha incontrato per scoprirlo
Una delle pubblicità più popolari in America in questi giorni ha per protagonista l’attore canadese Ryan Reynolds. Anzi, tanti Ryan Reynolds che, in una immaginaria cittadina chiamata “Ryanville”, fanno perdere la testa a due ragazze al volante di un’automobile. Questo per dire che il 39enne arrivato dal Canada è ancora tra i sex symbol più desiderati di Hollywood. Ma poco prima del nostro incontro all’hotel Mandarin Oriental di New York non so bene che cosa aspettarmi da lui: troverò il ragazzo ironico che conosco, sempre con il sorriso stampato in volto, o un attore maturo e complesso? Il dubbio è legittimo perché il suo ultimo film, Deadpool (nella sale), segna definitivamente il passaggio di Ryan all’età adulta. Deadpool è il supereroe più atipico della storia dei fumetti che, oltre a combattere i cattivi, spara a raffica battute e parolacce. Reynolds non solo lo interpreta, ma è anche il produttore della pellicola: un bel rischio, dato che la sua ultima prova da supereroe, con il film Lanterna Verde, era stato un flop. «Attenzione, Deadpool non è solo un film per me», chiarisce subito, «ma un sogno che ho in testa da quando avevo 11 anni».
Negli ultimi tempi, però, il mio interlocutore non ha pensato solo ai fumetti. Archiviati i tre anni di matrimonio con la star Scarlett Johansson, nel 2012 ha sposato l’attrice Blake Lively e grazie a lei, poco più di un anno fa, è diventato papà di una bambina chiamata James. «Lei è fantastica», mi dice subito, «ho capito subito che per i tuoi figli sei disposto a fare di tutto: l’altro giorno ho cambiato un pannolino così puzzolente che ho pensato che, dopo averlo gettato via, avremmo dovuto cambiare città». Parla proprio così l’uomo che la rivista americana People ha appena incoronato “padre più sexy del mondo”. Ma io sono contento per un altro motivo: so che ho davanti il Ryan di sempre.
Deadpool è un mercenario chiaccherone al quale piacciono i combattimenti, le parolacce e il sesso. Come mai, di tutti i supereroi dei fumetti, ha voluto assolutamente essere lui?
«Ho sempre avuto la tendenza a trasformare tutto in uno scherzo. O a risolvere situazioni complesse aiutandomi con una battuta. Sono cresciuto con tre fratelli più grandi di me e, per tenere loro testa, dovevo essere svelto: a parole e con i pugni».
Nel film indossa un costume rosso e nero che la copre totalmente. Sua moglie si è innamorata di lei quando era Lanterna verde, come ha preso questa nuova “divisa”?
«Sì, ormai lei si è abituata alle mie tutine aderenti. Ma soprattutto sa che Deadpool è un personaggio che fa parte di me e della mia adolescenza. Invece James, la nostra bambina, non lo ama molto: quando mi ha visto la prima volta ha pianto e, quando ho tolto la maschera e mostrato il viso, truccato come se mi avessero fritto la faccia nell’olio, ha urlato ancora più forte».
La sua non mi sembra una mossa da padre modello. Si sta ancora ambientando in questo ruolo?
«È una mutazione continua. Mi piace essere un genitore presente, mi piacciono sia i momenti facili, di puro amore, sia quelli più difficili, ma estenuanti».
Lei e sua moglie Blake riuscite a crescere James insieme o vi separate spesso a causa del vostro lavoro di attori?
«Per ora ci siamo dati la regola di non essere mai contemporaneamente sul set. Quindi, se io sto recitando, lei sta con James. O viceversa».
E qual è il momento più magico in casa Reynolds?
«Quando la bambina si sveglia di buon umore. Di solito io mi alzo un paio di ore prima di lei e aspetto solo quell’istante. E poi resto ammutolito».
Che cosa vorrebbe che sua figlia ereditasse da voi due?
«Sarebbe splendido se crescesse con la sincerità di Blake, è l’aspetto di lei che mi ha fatto innamorare. Da me, invece, potrebbe prendere la capacità di unire sarcasmo e violenza, no?» (Ride). «No, scherzi a parte, vorrei che James da grande diventasse una donna capace di difendersi da sola».
Pensavo che avrebbe detto qualcosa sul suo talento come chef. In un’intervista sua moglie ha dichiarato che lei cucina benissimo.
«No, quella brava è lei. Anche se spesso, per soddisfare la sua golosità, ho dovuto contrabbandare attraverso il confine una particolare torta di mele che fanno solo in Canada. Ogni volta che passo alla dogana, i poliziotti mi riconoscono e, siccome sono un attore, pensano che con le torte contrabbandi qualche droga pesante».
Sua moglie Blake con la serie tv Gossip Girl è stata prima trendsetter in una serie tv e poi lo è diventata nella vita reale. Le ha insegnato qualcosa su come vestirsi?
«Mi ha fatto capire che la moda è una forma d’arte, ma soprattutto mi ha fatto entrare nel suo mondo: ora so che abiti e accessori per lei non sono vezzi, ma una passione. Per noi uomini è tutto più facile: bastano un abito e una cravatta, e siamo a posto. A dire il vero mi piacerebbe avere uno stile come quello di Eddie Redmayne (l’attore inglese sfoggia spesso completi tagliati a pennello, ndr), ma ho spalle troppo larghe, sembrerei un mafioso degli Anni 50».
A proposito di fisico, nel suo ultimo film la vediamo lottare e compiere acrobazie non di poco conto. Come si è preparato?
«A 39 anni cadere su un pavimento di cemento non è più privo di conseguenze come quando ne avevo 20. In Deadpool, poi, correvo un rischio in più perché il budget non avrebbe coperto un mio infortunio severo: se mi fossi fatto male, e avessimo dovuto sospendere le riprese, sarebbe stato un disastro. Così mi sono allenato molto per rinforzare tutto il fisico e ho ingaggiato una controfigura ucraina che veniva dal mondo di acrobati del Cirque du Soleil. Ogni sera Blake mi chiamava per sapere se fossi ancora vivo, ma tenevo troppo a finire il film sulle mie gambe».
Ha corso rischi seri?
«Qualcuno, ma da quando è morto mio padre, in ottobre, ho cambiato punto di vista sulla vita: sono meno spericolato e più attaccato a quello che ho costruito. Penso a mia figlia e alla gioia che ho provato quando è nata. Mi torna in mente il giorno in cui, a 18 anni, ho lasciato il Canada pieno di speranze per cercare un futuro e un lavoro a Los Angeles. Sono cose che non voglio perdere».
Tra i ricordi più cari c’è anche la prima volta che è uscito con una ragazza?
«Certo, ma ancora ero in Canada e portai una mia amica, Fiona, a vedere un concerto di Janet Jackson. Fu una serata orribile: lei era troppo alta per me, io invece ero un adolescente insignificante. Non successe nulla. Fino ai 20 anni ho pensato di avere una qualche anomalia genetica che impedisse la crescita. Per le ragazze non esistevo».
Adesso invece è un sex symbol. Mi perdoni, ma a questo punto devo farle un’ultima domanda. È mai andato a letto con sua moglie vestito da Deadpool?
«Ma lei è la persona più maliziosa che mi abbia mai intervistato! La domanda è decisamente inappropriata, ma la risposta è sì. Anzi, Blake non mi bacia nemmeno se prima non indosso quel costume. Come crede che sia stata concepita nostra figlia?».
Ryan Reynolds mi congeda così, prendendomi in giro con una sonora risata. Lasciandomi la convinzione che sia ancora un tutt’uno col suo sarcastico personaggio.
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