«Rigorosamente per soli maschi»: l'editoriale di Silvia Grilli

Probabilmente avete visto la foto di Donald Trump, Elon Musk, il designato ministro della Sanità Robert Kennedy Jr., il primogenito di Trump, Don, e lo speaker della Camera Mike Johnson mentre mangiano hamburger sul jet privato del presidente eletto.
I commentatori hanno sottolineato il fatto che il salutista Kennedy avesse in mano un panino di McDonald’s. A me, invece, ha fatto impressione l’ennesima rappresentazione di un club per soli maschi, in una perfetta coreografia da “broligarchi”. “Bro” nel senso del diminutivo inglese di “fratello”: la fratellanza dei nuovi padroni del mondo.
Di queste rappresentazioni, prima e dopo l’elezione di Trump, ce ne sono una caterva. Cito quelle che mi hanno più colpita: Trump che arriva nell’arena del raduno dei Repubblicani a Milwaukee sulle note di It’s a Man’s Man’s Man’s Man’s World (È un mondo di uomini) di James Brown. Il presidente eletto e Musk che qualche giorno fa cantano sul palco in grisaglia con il tenore Chris Macchio God Bless America.
Trump mentre definisce spazzatura la sua avversaria Kamala Harris, tanto per citarne poche. Per chi mi criticherà sostenendo che io sia una comunista e che gli elettori decidono rispondo che: 1) qualcuno mi ha già attaccata dicendo che sono una fascista, quindi la faccenda risulta un po’ controversa; 2) gli elettori decidono certamente, e spesso decidono anche che cosa debbano votare le loro mogli; 3) qui sto parlando di maschi e femmine, non discuto sullo stato della democrazia, ma sullo stato della parità e la situazione mi preoccupa.
Vedo un gran rispolvero di rappresentazioni di soli maschi orgogliosi di non avere neanche una femmina attorno. Prima, durante la tanto vituperata società del politicamente corretto, ci si vergognava di non avere neppure una donna fotografata nei luoghi del potere. Ora diventa un manifesto della rivincita.
Per fortuna in Europa abbiamo Giorgia Meloni, Ursula von der Leyen o la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, eccetera, che alzano la media. Ma fino a quando?
“C.” (nel senso di organo sessuale maschile) titolava online la vittoria di Trump una delle maggiori testate giornalistiche tedesche, lo Zeit. E in effetti mi aspetto una nuova era di rivalsa per gli uomini che, storicamente cresciuti sui privilegi avuti dalla nascita (per esempio guadagnare di più e fare più facilmente carriera), vedono vacillare i loro vantaggi per colpa di donne che «non sono più donne» come sento diffusamente dire.
Non siamo più donne se non stiamo “al nostro posto” e decidiamo del nostro corpo e della nostra testa, causando ogni tipo di problema alla società. Lo sappiamo: facciamo paura per la nostra determinazione e capacità di resistenza.
Si parla tanto di razzismo, com’è possibile non vedere che ne siamo noi il bersaglio principale? Siamo destinate a lottare continuamente per i nostri diritti. Tutte le conquiste che abbiamo ottenuto non sono per sempre. Il progresso non procede per linee rette, a volte si ferma o prende delle curve.
Abbiamo il dovere di coltivare la memoria. Di quello che è stato, di quello per cui abbiamo combattuto, della strada che dobbiamo ancora fare, perché la parità è ancora lontana ed è a rischio ogni giorno.
Mia figlia mi ha chiesto perché Giovanna d’Arco avesse bisogno di travestirsi da maschio per essere autorevole. Per lei dodicenne è inconcepibile, non ha dubbi sul valore delle donne e la loro libertà di decidere di sé. Non torneremo indietro.
© Riproduzione riservata