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Quirinale: in cerca di una Presidente

Quirinale: in cerca di una Presidente

Da Emma Bonino a Letizia Moratti, non sono mai state così numerose le potenziali candidate al ruolo di Capo dello Stato. Ecco chi sono e quante possibilità hanno le donne che all’inizio del 2022 potrebbero puntare al Quirinale
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La politica italiana, lo sappiamo, non è roba per stomaci deboli o per principianti. È complessa, arzigogolata, bizantina; immobile e ripetitiva per lunghi periodi, poi all’improvviso tumultuosa e caotica. Ma tra tutte le sue manifestazioni niente è più oscuro e cabalistico dell’elezione del Presidente della Repubblica.

Tanto per cominciare non è una carica a cui ci si possa candidare: nessuno - tranne forse Emma Bonino nel 1999 - ha mai detto nella storia repubblicana: «Vorrei fare il Capo dello Stato».

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Al contrario chiunque ambisca al Colle deve scomparire, farsi vaga memoria, tacere nel più ermetico dei modi. Anche le candidature avanzate da altri possono - e spesso sono - armi a doppio taglio. La figura molto italiana del candidato “bruciato” da improvvide o maliziose campagne di sostegno, punteggia da sempre la vicenda quirinalizia.

In questa ribollente miscela di manovre e ambizioni si inserisce, ormai da vari anni, anche la questione di genere. Una donna al Quirinale è tema che viene evocato a ogni vigilia d’elezione e puntualmente accantonato. Spesso anzi, per i politici, avanzare con passione il nome di una donna presidenziabile, fa parte di quel complesso gioco di specchi e d’inganni che lastrica la strada verso il Quirinale. Il posto è troppo ambito per mettere davvero in gara anche l’altra metà del cielo. Anche nel totonomi di questi ultimi mesi, sono finite molte donne, forse più del solito, e sono una pattuglia credibile e agguerrita, ma ancora si fa fatica a ritenerle davvero in corsa, nonostante in tanti si prestino a giurare che sia arrivato il momento di una donna al Quirinale. Fa chic e non impegna.

La prima a provarci davvero fu Emma Bonino. Per lei il Partito Radicale, nel 1999, mise in piedi la campagna “Emma for President” che guadagnò un’ondata di approvazione. Un sondaggio di allora attribuiva a Bonino il 31 per cento dei consensi, la seguiva distanziato Carlo Azeglio Ciampi con il 20 per cento, ma poi fu lui a essere eletto al primo scrutinio. Oggi il suo nome appare in ogni retroscena, ma è lei la prima a non crederci: «C’è un tempo per ogni cosa, il mio tempo è stato dieci anni fa». Da politica esperta qual è, Emma sa che la sua figura farebbe fatica a raccogliere quel sostegno trasversale necessario all’elezione. Le sue battaglie per l’accoglienza dei migranti sono diventate via via più urticanti per larghi settori politici, specie nel centrodestra.

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Se si guarda al posizionamento istituzionale, invece, il nome più credibile è quello di Maria Elisabetta Alberti Casellati. Lei è la prima donna Presidente del Senato, e dalla seconda carica dello Stato alla prima il passo potrebbe sembrare breve. Ma nonostante il curriculum sia di tutto rispetto - è stata anche membro del Consiglio superiore della Magistratura - per lei la distanza dal Quirinale non sarà facile da colmare. La sua presidenza a Palazzo Madama è stata criticata non solo dalla sinistra, ma anche da una parte della stessa Forza Italia, che la accusa di simpatie per Matteo Salvini.

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Testo di Giancarlo Loquenzi

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