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A proposito dei casi La Russa e Grillo: quelle ragazze non se la sono andata a cercare

A proposito dei casi La Russa e Grillo: quelle ragazze non se la sono andata a cercare

foto di Silvia Grilli Silvia Grilli — 10 Luglio 2023
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Noi vi crediamo, ragazze che denunciate stupri e violenze. Sappiamo che cosa fanno spesso i vostri stupratori: vi drogano per approfittare di voi o approfittano di voi quando avete bevuto. Sappiamo che cosa significhi avere il corpo ispezionato da medici che cercano la prova che non abbiate mentito o essere interrogate da agenti che cercano l'indizio che abbiate mentito.

Sappiamo che cosa voglia dire essere considerate inattendibili, perché pensano che: 1) ricordate male, 2) siete solo pentite di aver fatto sesso con uno o più di uno quella notte, 3) cercate di incastrarlo per spillargli soldi perché è un personaggio famoso. Sappiamo come vi sentite quando quasi tutti intorno a voi dicono che ve la siete andata a cercare, perché frequentate discoteche mostrando la pancia, perché avete dato confidenza a quegli uomini, li avete illusi e i maschi si sa quanto siano deboli e balordi. Conosciamo il fardello del pregiudizio contro di voi da parte degli uomini e anche delle donne. Tutti lì a chiedervi perché non avete accusato prima, come se la legge italiana non concedesse ben un anno alle vittime prima di decidere se sporgere denuncia.

Non avete denunciato prima perché sapevate che vi sarebbe toccato tutto questo. Siete voi a dover spiegare da dove arrivano quei lividi che avete sul corpo: non è che per caso ve li siete procurati da sole sbattendo nelle porte? Siete proprio sicure che ve li abbiano causati i vostri presunti stupratori? Siete voi a dover chiarire se avete bevuto volontariamente oppure se vi abbiano costretto i probabili stupratori, come se non esistesse già una legge che stabilisce che sia reato avere un rapporto sessuale con una persona non presente a se stessa. Non avete denunciato prima perché dovrete ricordare e ricordare e ricordare per mesi e anni ai processi episodi dolorosi, perché giornalisti privi di scrupoli al servizio di vari opportunismi perlustreranno le vostre vite con approfondimenti vergognosi sulle vostre mancate virtù.

La denuncia di stupro contro Leonardo Apache La Russa (figlio del presidente del Senato Ignazio) e del dj Nico, o quella contro Ciro Grillo (figlio del fondatore del Movimento 5 Stelle Beppe) e i suoi tre amici sono precipitate in bagarre politica. La destra contro la sinistra, e viceversa, si malmenano sui corpi delle povere ragazze a colpi di pregiudizi e interessi. I padri dei presunti stupratori ci hanno aggiunto un carico da 90 colpevolizzando le vittime. Ignazio La Russa si è affrettato a stigmatizzare lei: «Dopo averlo a lungo interrogato, ho la certezza che mio figlio Leonardo non abbia compiuto nessun atto penalmente rilevante. Di sicuro lascia molti interrogativi una denuncia presentata dopo 40 giorni e il racconto di una ragazza che aveva consumato cocaina prima d'incontrare mio figlio». E ricordate il messaggio fuori controllo di Beppe Grillo in un video? «Non è vero niente che c'è stato uno stupro» aveva detto. «Perché una persona che viene stuprata la mattina al pomeriggio va in kitesurf e dopo 8 giorni fa la denuncia è strano. Sono ragazzi di 19 anni che si stanno divertendo».

Siamo messi così e non sarebbe certo edificante, a sentenze emesse, avere la conferma che a casa della seconda carica dello Stato (la Russa padre ha anche detto di avere visto la ragazza nel letto di suo figlio) si sia consumato uno stupro di gruppo. Com'è stato uno spettacolo indecente vedere il video di Grillo che colpevolizzava la vittima. Non si tratta di destra o sinistra, centro o dintorni. L'Italia è un Paese che odia le donne. Sarebbe molto bello e utile che la prima presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, dichiarasse qualcosa a sostegno delle vittime, per aiutarle, per non farle sentire colpevoli, perché non sono loro che devono vergognarsi. Altrimenti non stupiamoci se le donne non denunciano, soprattutto i figli di padri influenti.

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