Quel bimbo irrequieto è un bimbo da capire e sostenere

L'imprenditrice e modella Paris Hilton ha raccontato degli abusi subiti in un istituto per “adolescenti vulnerabili”, nella sua autobiografia La mia storia, che diventerà presto una serie tv con le sorelle attrici Elle e Dakota Fanning. Soltanto in età adulta l’ereditiera americana ha scoperto di essere una persona con Adhd. Fino a un decennio fa, era difficilmente diagnosticato e liquidato come segno di maleducazione e svogliatezza, cosa che portava a punizioni e gravi abusi. Grazia ha ascoltato cinque donne, madri di adolescenti con questa caratteristica, per capire come incida sulle loro vite.
«Ci siamo resi conto da soli dell’Adhd di mio figlio Matias di 9 anni», ci racconta Angela di Vercelli. «Era molto impulsivo. Dopo la sua diagnosi, ho scoperto di avere anche io questo disturbo (che potrebbe avere una base ereditaria, ndr) e ho capito perché da bambina mi sentissi sempre inopportuna e poco integrata. L’Adhd comporta bassa autostima, ti senti inferiore a tutti anche se ti impegni molto. Ho chiesto ai genitori degli altri bambini di non alzare un muro, di non nascondersi ma ci è capitato di venire scherniti. Da quando Matias ha iniziato la terapia farmacologica è migliorato tanto. Impara ciò che gli interessa in tempi rapidi. Di lui mi piace che è molto sensibile con gli altri bimbi, interviene se hanno dei problemi e “avverte” la sofferenza altrui».
Oltre all’ipersensibilità anche la scarsa percezione del pericolo è un tratto comune ai bambini con Adhd. Giusy, di Lecco, spiega: «Pensavo che Gabriele fosse solo un po’ irrequieto ma si metteva spesso in situazioni rischiose: provava ad aprire la portiera dell’auto in corsa, per dirne una. Anche le maestre della materna mi avevano suggerito una visita neuropsichiatrica, perché quando disegnava, usciva letteralmente fuori dalle righe. Adesso che va a scuola, il suo disturbo incide molto sul rendimento. Tende a distrarsi, a essere impulsivo. Se non riesce a fare le cose come dovrebbe, prova frustrazione e disagio. Avrebbe bisogno di gratificazioni emotive che non ci sono. Si sente appiccicata addosso l’etichetta dello svogliato, mio figlio è la spina nel fianco dei docenti. Anche io sono stanca ed esausta, manca la comprensione. Il nostro modello scolastico sembra poco compatibile con chi è in difficoltà, se qualcuno resta indietro è solo un problema suo».
L’Adhd si manifesta diversamente a seconda del genere: dai test emerge che le bambine hanno problemi di ansia e timidezza mentre i bambini sono più iperattivi e impulsivi. È il caso vissuto da Roberta, torinese, che ha due bimbi Adhd: «Con Gabriel è stato più difficile, era senza inibizioni, non sapevo come fare. I bambini come lui non sono benvisti. Anche le famiglie vengono tacciate di non educarli, di viziarli. Minimizzano il nostro problema e ci ritroviamo da soli. Per questo ho fondato una pagina Facebook per i genitori, "Diversamente Adhd", ma noto che è seguita quasi soltanto da donne. Da quello che mi scrivono in molte, spesso la coppia si sfalda in queste situazioni, i padri fanno più fatica ad accettare il responso. Anche a me è successo. Ma la diagnosi precoce è l’unico strumento che abbiamo per capire come affrontare nella vita ciò che è scritto sulla carta. Se non gestito, l’Adhd può generare gravi disturbi psichici e autolesionismo, in età adulta». La psicologa e psicoterapeuta Sonia Mancini si è specializzata in neurodivergenza dopo aver vissuto l’Adhd sulla propria pelle. «Quando sono diventata madre ho pensato: chi meglio di me, essendo una psicologa genitoriale, può educare un bambino? Mio figlio però non rispettava nessun criterio. Nonostante mettessi in atto ciò che avevo studiato per anni, lui divergeva su tutto. Ho provato una grande frustrazione ma poi mi sono messa in discussione, ho cercato aiuto nei colleghi e quando ho avuto la certezza che era un bimbo con Adhd, ho riletto il suo modo di essere con una nuova consapevolezza. Ho compreso che mio figlio non deve sentirsi inadeguato per qualcosa che non può controllare. Chi ha questa caratteristica diventa oppositivo perché si sente trattato ingiustamente, quando non rientra nei sistemi tipici di comportamento. È un circolo vizioso in cui si perpetua una condanna».
Il senso di inadeguatezza connesso all’Adhd può portare a decisioni drastiche. «Mi sono sentita costretta a ritirare mio figlio Dennis dalla scuola pubblica», racconta Cinzia di Bergamo, «perché amplificava le sue fatiche e il suo disagio. Non riusciva a entrare in classe dalla paura. Temevo che, forzandolo, le conseguenze sarebbero state gravi. Adesso stiamo seguendo l’educazione in una realtà parentale, con aggiunta di tutor a carico nostro. Ci affidiamo a queste comunità alternative al sistema scolastico, dopo aver vissuto una frattura rispetto alla scuola. Ho avuto difficoltà anche nei centri estivi dove mio figlio non è stato accettato. La vita di questi ragazzi è costellata di discriminazioni. Sembra non esista un posto per loro o almeno noi non l’abbiamo ancora trovato».
Testo di Alessandra De Vita
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