«Quegli stupri non esistono»: l'editoriale di Silvia Grilli

Sento già alcuni commenti alla lettura di questo editoriale: e allora i bambini di Gaza? Sono d’accordo, è atroce quello che sta accadendo alla popolazione della Striscia. È ingiusto il destino di nascere in un luogo che si nutre di odio. È disumano che si possa prolungare una guerra per ragioni politiche.
Ma l’odio non può giustificare quanto successo in Francia, dove una dodicenne è stata picchiata, insultata con frasi antisemite e stuprata da tre coetanei perché ebrea.
Il caso divide la politica francese, nella campagna elettorale più improvvisa e verbalmente feroce della storia recente. Il presidente Emmanuel Macron denuncia l’antisemitismo crescente nelle scuole, tra gli studenti che vogliono la Palestina libera dai sionisti. Invece la star dell’estrema sinistra, Jean-Luc Mélenchon, considera Israele colpevole di genocidio e questo stupro più che altro una conseguenza del maschilismo occidentale.
Ora, io non vorrei fare la maestrina, ma lo stupro non è solo machismo, sessismo, disparità di genere. Lo stupro è un atto di guerra. I tre ragazzini che hanno abusato di quella «sporca ebrea», come la chiamavano, lo hanno fatto per punirla della sua vergognosa fede.
L’hanno brutalizzata in nome della liberazione della Palestina dagli ebrei dal fiume Giordano al mare, come gridano alcuni studenti nelle piazze e nelle università. Quei bambini seguivano gli insegnamenti dei miliziani di Hamas che, per tramandare le loro gesta ai posteri, hanno filmato le giovani ebree con i pantaloni sporchi di sangue nelle parti intime, prova evidente della loro invasione.
Sì, perché gli stupri del 7 ottobre 2023 sulle israeliane, quelle poi uccise e quelle prese in ostaggio, erano invasione del corpo delle donne nemiche. Le hanno riempite del loro seme, con l’obiettivo di marchiarle. Quelle che avranno un futuro, porteranno per sempre i segni del loro dominio. Non a caso, nelle registrazioni, i terroristi commentavano tra di loro: «Queste sono ragazze che possono restare incinte». Segnate a vita. Anche quella bambina di 12 anni violentata in Francia da altri bambini.
Non si tratta delle pulsioni sessuali improvvise di mostri umani. Violentare le donne, anche quelle non ancora formate, è un attacco ai maschi nemici. Brutalizziamo cose di vostra proprietà, introduciamo il nostro seme nelle vostre femmine, violiamo la vostra più privata intimità. Le donne non contano, gli stupri sono compiuti per umiliare i maschi nemici.
Anche per quei tre bambini di 12 e 13 anni, che in Francia hanno devastato quella bambina, il corpicino di lei era un campo di battaglia. L’hanno sottomesso brutalmente in nome della sottomissione di tutto un popolo considerato colpevole di genocidio.
Io credo sia stato grave chiudere gli occhi davanti agli stupri delle israeliane, sostenendo che tanto le donne vengono violentate in tutte le guerre. Sono anni che, dagli orrori nei Balcani a quelli in Congo, la comunità internazionale è impegnata a fermarli. L’alzata di spalle davanti alle violenze sulle ebree fa il paio con il negazionismo del leader politico francese di fronte allo stupro di quella bambina.
Siamo arrivati a un punto tale di polarizzazione da non voler vedere quello che non si incasella dentro i nostri pregiudizi. Chi avvalora la resistenza contro i sionisti crede che gli stupri del 7 ottobre non siano mai accaduti e che la violenza sulla bambina francese sia colpa del maschilismo della nostra società occidentale.
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