Peppa Pig aiutaci tu
Mi trovo in difficoltà sulle favole da leggere o i cartoni animati da mostrare a mia figlia Anna, 22 mesi.
Mi trovo in difficoltà sulle favole da leggere o i cartoni animati da mostrare a mia figlia Anna, 22 mesi.
Cenerentola no: la scarpina persa, il principe azzurro, la matrigna, la sfida su chi sia la più bella… no, no, no. Non vorrei che poi Anna passasse l’infanzia a sognare un principe azzurro che la porti via su un cavallo bianco, come ho fatto io, mentre invece nella realtà ci sono solo uomini normali, pieni di forze e debolezze.
Barbapapà? D’accordo, sani principi educativi, ma perché si chiama Barbapapà e non Barbamamma?
La carica dei 101? No, l’unica donna glamour è dipinta come un diavolo che uccide i cani per farsi le pellicce.
Ad Anna piace Cattivissimo Me, che del resto piace anche a me, ma è pieno di nefandezze e c’è sempre una strega su cui far ricadere la colpa: la mamma del protagonista Gru che gli regalò un’infanzia terribile (per fortuna nel sequel l’hanno fatta sparire e Gru s’innamora di un agente segreto che farà da madre alle sue tre bimbe).
Grazie al cielo va un po’ meglio con Peppa Pig e Dora l’Esploratrice, poi decisamente meglio con l’Ape Maia e Pippi Calzelunghe. Per questo ho osservato con favorevole stupore gli opuscoli del ministero delle Pari opportunità che sconsigliano di leggere le fiabe di principi e principesse ai bambini in quanto sessiste e tese a tramandare vecchi ruoli e stereotipi di genere. Poi, però, è scoppiata la polemica, il ministero ha sconfessato l’iniziativa, e io ho pensato: ci risiamo, Peppa Pig aiutaci tu!
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