Matteo Renzi scorre i tweed sull’iPhone alla Camera e al Senato, dove non potrebbe neppure essere eletto per limiti di età, e io mi sento in famiglia, perché tutti intorno a me twittano: a tavola, in redazione, in macchina.
Matteo Renzi scorre i tweed sull’iPhone alla Camera e al Senato, dove non potrebbe neppure essere eletto per limiti di età, e io mi sento in famiglia, perché tutti intorno a me twittano: a tavola, in redazione, in macchina.
Il presidente del Consiglio fa un uso sfrenato del tablet, cerca una presa per caricare lo smartphone e mi immedesimo in quel gesto, che ogni giorno ripeto e ripeto.
Renzi fa un discorso d’insediamento leggero, non istituzionale, e mi sembra di stare davanti a una puntata di Sanremo, uno di quegli ultimi Sanremo dove usa tanto lo stile comizio di paese.
Renzi parla di educazione come priorità del suo governo, penso subito ai suoi figli, alla moglie insegnante e tutto è normalità.
Renzi vuole introdurre il reato di omicidio stradale, ricordando Lorenzo Guarnieri, 17enne fiorentino ucciso da un ubriaco al volante, e rivedo il volto della madre di Lorenzo.
Renzi ha accanto il ministero Marianna Madia all’ottavo mese di gravidanza e il pensiero corre subito a mia figlia e a Peppa Pig.
Renzi telefona a Lucia Annibali, l’avvocatessa di Pesaro sfregiata con l’acido dai sicari dell’ex fidanzato e le dice: «Ciao, sono Matteo. Tutta l’Italia è con te.»
E adesso ditemi: ma anche a voi lo stile volutamente “tutto semplicità” del premier ricorda quello di Papa Francesco?
© Riproduzione riservata
© Riproduzione riservata