Noemi: «Cercavo solo la mia armonia»
La stanza sembra uno studio di registrazione. Pareti fonoassorbenti. Pianoforte, chitarra, basso, contrabbasso. Tra questi strumenti, nella sua casa romana, appare su Zoom Noemi, vero nome Veronica Scopelliti, 39 anni, una delle voci più premiate d’Italia tra dischi d’oro e di platino.
«Chiacchieriamo da qui, questo è il mio rifugio», mi dice. «Dove suono, dove mi alleno con gli strumenti, dove faccio i provini».
Dallo schermo arriva tanto colore: il rosa della canottiera di cotone, il turchese degli occhi, il rosso fuoco dei lunghi capelli, il bianco vivo dei denti. Simbolo della gioia di vivere e di un’estate di rinascita dopo la pandemia. E se c’è una che può parlare di rinascita è lei: negli ultimi mesi ha rinnovato la squadra di lavoro, ovvero produttori e autori delle musiche (Dario Faini, i Muut, Andrea Rigonat), e parolieri (Ginevra e Arashi); ha unito il suo pop con le sonorità underground, collaborando con star come Carl Brave e colleghi come Neffa; ha lavorato sulla sua voce, ora più sensuale, sperimentando il falsetto. Ha cambiato corpo, scolpendolo con ginnastica e dieta.
Una cosa è rimasta del suo “prima”: l’abitudine a scalare le classifiche. Il brano Glicine, successo di Sanremo 2021 contenuto nell’album del cambiamento, Metamorfosi, è già disco di platino. Da qualche giorno è uscito anche il pezzo Makumba, fresco, estivo, divertente. E ora è tornata dal vivo con il suo Metamorfosi Summer Tour 2021 (informazioni e prevendite su ticketone.it).
Grazia vuole sapere com’è arrivata a cambiare tutto. Restando Noemi.
Makumba prosegue la ricerca musicale iniziata con Metamorfosi, di cui ha detto: «Questo disco è la diapositiva di un salto». Che cosa ha scatenato questa trasformazione?
«Il fatto di sentirmi in crisi, fuori fuoco in tutto, come “sballottata”, in balia degli altri. Volevo cambiare, “riac-chiapparmi”. Sentivo che le scelte che stavo per fare sarebbero state decisive per i prossimi dieci anni».
Quanto ha contato in questo cambiamento il desiderio di avere un corpo scelto da lei?
«Molto. C’è un legame tra la perdita del controllo della propria vita e quella del proprio corpo. Io avevo bisogno di recuperare il contatto con il mio, perché l’ho sempre annullato nella voce. Credevo che una cantante di talento dovesse fare così».
Che cosa ha fatto per costruire questo nuovo corpo?
«Ci ho lavorato con sport e dieta. E poi, il rapporto con il cibo è sempre legato all’emotività. Io, quando ero triste, il cibo lo amavo anche di più. Ci è voluta tanta forza per recuperare un rapporto equilibrato con l’alimentazione. Durante il primo lockdown, per esempio, io e mio marito (Gabriele Greco, musicista, 38, suona nella sua stessa band, ndr) facevamo videoriunioni con gli amici: tutti bevevano qualcosa. Io: niente birretta, solo acqua. Durissimo, in un momento conviviale così particolare. Ma lavorare sul fisico ha significato soprattutto lavorare su una nuova bellezza, che è completezza, armonia tra mente e corpo, tra i no che ci fanno capire chi siamo e i sì che ci portano dove vogliamo arrivare. E più mi rilassavo, più filava tutto bene: la musica, l’ispirazione, la dieta. Mi sono fatta aiutare, però: nutrizionista, trainer, terapista della mente».
“Mettevo l’abito da sera senza mai uscire, e lo mettevo solo per andare a dormire” scrive nel brano Si illumina. Viveva così nel suo corpo, prima?
«Sì, fin da ragazzina, anche se ero magra, portavo magliettone enormi per camuffarlo. Ora ho capito che prima di essere una cantante, sono una donna. E una brava cantante può essere anche sexy. Le americane sono avanti. Lady Gaga e Madonna sono bravissime e il loro corpo lo vivono in tutta la loro fisicità. Ora anch’io voglio esaltare il corpo per completarmi».
Un momento di difficoltà in cui ha detto: “Mollo tutto”.
«Nei momenti più duri della pandemia, a un certo punto mi sono sentita quasi egoista: stavo facendo un percorso su me stessa, anima e corpo, e fuori c’era gente che soffriva. Il lavoro, il nuovo album: era tutto bloccato. Ho pensato: “Ma chi me lo fa fare? E per chi?”. Poi è arrivato un sms da una fan: diceva che una mia canzone la stava aiutando in un momento brutto. Allora mi sono detta: “Be’, non faccio un lavoro poi tanto egocentrico”. E anche dopo Sanremo, mi hanno scritto in tanti che la nuova musica e il mio cambiamento avevano dato loro forza. Quella pacca sulla spalla mi è servita».
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foto di Ivan Genasi - styling di Susanna Ausoni
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