«Mr. Trump, sia gentile, almeno ai funerali»: l'editoriale di Silvia Grilli

Sono diventata giornalista perché volevo raccontare il mondo, le opinioni diverse. Non sono ideologica, non ho mai fatto campagne elettorali per nessuno, a seconda di quello che scrivo vengo accusata alternativamente di essere di destra o di sinistra.
Mi spiace per loro, ma penso con la mia libera testa e perciò osservo con grande preoccupazione la repressione del dissenso, l'epurazione e le liste di proscrizione che Donald Trump sta imponendo all'America, un tempo patria della democrazia.
Il funerale dell’attivista ultraconservatore Charlie Kirk è diventato una parata del governo repubblicano contro i suoi nemici. Asciugandosi le lacrime, e senza mai pronunciare la parola «assassino», la vedova Erika Frantzve ha detto: «Sulla croce, il nostro Salvatore affermò: “Padre perdonali, perché non sanno quello che fanno”. Quel giovane io lo perdono, perché è ciò che ha fatto Gesù ed è quello che Charlie farebbe. La risposta all’odio che conosciamo dai Vangeli è sempre amore». Parole ammirevoli, accolte da pianti e applausi.
Ma poi, sul palco, è arrivato il presidente degli Stati Uniti e ha restaurato la guerra civile in America, distanziandosi dalla vedova: «Io odio i miei avversari. Io non voglio il meglio per loro». A proposito dei democratici e degli antifascisti ha proseguito: «Sono agitatori professionisti, maniaci radicali, li scoveremo».
Questo è Trump: un uomo che combatte metà degli americani, quelli che non la pensano come lui. Di solito ci vergogniamo di provare odio, lo mascheriamo, perché qualche residuo di umanità resta a tutti. Ci ricordiamo di quando la mamma diceva: «Sii gentile».
Persino Vladimir Putin nasconde le purghe, invece il presidente americano le rivendica come dimostrazione di autenticità. Lui non è ipocrita, è tutto alla luce del sole: manda l’esercito nelle capitali democratiche, utilizza la polizia mascherata per fare sparire gli immigrati, zittisce i grandi studi legali, minaccia i pezzi grossi della Silicon Valley costringendoli a inginocchiarsi, ricatta le imprese.
Fa pressioni per licenziare i comici dissidenti, ordina alla ministra della Giustizia Pam Bondi di sbrigarsi a incriminare i suoi nemici politici: l'ex direttore dell'FBI James Comey, la procuratrice di New York Letitia James e il senatore democratico Adam Schiff.
Fa causa a grandi media come il New York Times perché avrebbero macchiato la sua reputazione, sostiene che non deve essere permesso a giornalisti, commentatori, attori di criticarlo. Asservisce le maggiori università, bandisce i libri di autori neri o LGBTQ+ •
Alla messa cantata per Charlie Kirk è stata rivendicata la libertà di espressione, uccidendo la libertà di espressione. La cerimonia per un giovane uomo assassinato è diventata la convention dei trionfatori che vogliono vendicarsi e usano la paura per tacitare ogni opinione dissonante. Il messaggio d’amore e conciliazione del cristianesimo è stato trasformato nel suo opposto.
Preoccupa che i movimenti populisti di tutto il mondo, inclusi quelli italiani, siano galvanizzati dall’avere un martire, usando la morte di Kirk come moneta politica. Dopo aver umiliato Volodymyr Zelensky e imposto dazi contro il nostro interesse nazionale, Trump era diventato impresentabile. L’omicidio di un giovane predicatore lo ha riportato in auge.
Ma l’odio non è sinonimo di autenticità, è solo odio.Tacitare il dissenso è pericoloso per tutti. Dividere il mondo in bianco e nero può solo portare, purtroppo, ad altra violenza. La democrazia richiede il rispetto delle opinioni.
Siamo in un momento storico difficilissimo. L’ho già scritto: uniamoci, non dividiamoci. Calmiamo i toni anche qui in Italia, perché siamo solo stati fortunati se non è ancora successo nulla di irreparabile.
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