Mi prendete per matta se vi dico che i cani sorridono?
Gli italiani stanno per partire ufficialmente per le vacanze e scatta l’allarme: non abbandoniamoli, non possono vivere senza di noi. Ma ogni anno si rischia la strage.
Faccio quasi fatica a parlarne, perché il “fenomeno” mi risulta incomprensibile. Loro ci amano di un amore incondizionato, come si fa a sbarazzarsene perché l’albergo non accetta animali? Preferisco, invece, raccontarvi di un libro che ho letto e che è scritto da un vero esperto, Jeffrey Moussaieff Masson. Autore di numerosi bestseller sul tema, nel suo ultimo Il cane che non poteva smettere di amare , racconta di uno in particolare, Bengi, e contemporaneamente del rapporto che ci lega da 40 mila anni: quando i lupi cominciarono a trasformarsi nei nostri migliori amici. Ma perché proprio i cani, tra tutti gli esseri viventi, erano quelli destinati a condividere così intensamente la vita con noi? Ovvio, risponde il nostro, perché solo loro sanno amare come noi. Sembra così retorico attribuire questo sentimento a un animale, retorico e antropomorfico, ma come si può chiamare in altro modo il sentimento che lega ogni cane al suo padrone e alla sua famiglia? Non si deve avere né paura né pudore delle parole: Rocco, il mio adorato Jack Russell, non c’è dubbio, ci ama e noi amiamo lui. Anzi, l’altro giorno, mentre guardavo mio marito che lo baciava sulla testa (e mio marito è un signore molto serio, quasi austero) ho proprio pensato che lui è un catalizzatore d’amore, capace di tirare fuori il meglio da ciascuno di noi.
L’amore dei cani, spiega Masson, è simpatia, empatia, compassione. E la straordinaria capacità di capire ogni nostro stato d’animo. La lettura del suo libro ha confermato una serie di convinzioni che già avevo, aggiungendone altre. Quando ero una bambina avevamo un lupo belga che ogni giorno chiedeva di uscire sul balcone esattamente un minuto prima che io o i miei fratelli rientrassimo da scuola. Per mia madre era una garanzia superiore a quella dell’orologio, anche perché succedeva sempre, anche quando, per un qualsiasi motivo, arrivavamo prima o dopo l’ora abituale. Per anni ci siamo interrogati: aveva un udito sovrannaturale, un olfatto eccezionale, un intuito...? È telepatia, assicura Masson, che racconta di come un Golden Retriever riuscisse a sentire, prima del suo padrone che soffriva di epilessia, quando stava per arrivare un attacco e come, quindi, lo costringesse a sdraiarsi per attutirne gli effetti.
Miracoli, magie o, banalmente, l’amore per noi che fa trovare ai nostri cani risorse insospettate. Quelle, per esempio, che ha Rocco che per una brutta storta a una zampa non riusciva più a salire le scale. Dopo un anno di permanenza negli Stati Uniti, però, mio figlio (suo fratello) è tornato a casa, la sua stanza è al piano di sopra e il cane ha ripreso a fare su e giù come se niente fosse... Qualche giorno è un po’ triste o forse solo annoiato, ma lo fa capire benissimo. Poi, nel weekend, andiamo in una casa di campagna che gli piace tanto perché ha il giardino e lui, ve lo giuro, è tutto un sorriso. L’esperto, per fortuna, conferma: i cani sorridono (che sollievo, non sono pazza). E “parlano”, chiedono scusa quando involontariamente colpiscono un compagno di gioco, sanno fare lavoro di squadra e sono felici di farci felici.
Ma sento già gli scettici: e quelli che mordono? Anche loro ci amano? E gli uomini che li lasciano nelle aiuole di sosta per andare in vacanza? Buoni e cattivi esistono in tutte le specie...
© Riproduzione riservata