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Grazia

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Lui, lei, l’altra: il solito film. Ma con un finale orribile

Lui, lei, l’altra: il solito film. Ma con un finale orribile

foto di Vera Montanari Vera Montanari — 26 Luglio 2011

Cosa ci turba tanto dell’assassinio di Melania e dell’arresto di suo marito Salvatore? Il fatto che è una storia così banalmente normale, da diventare emblematica. Ma con quell’assurdo, tragico, epilogo.

Sono due i piani sui quali viene spontaneo leggere la vicenda della famiglia Parolisi : uno è quello più privato e rimanda alla vita di tutti i giorni, ahimè.

A quegli intrecci tra una lei, un lui e un’altra lei che iniziano così, quasi per gioco, e possono fare tanto male, e finire anche peggio. E dall’altra parte c’è una lettura più letteraria, cinematografica, come appunto si trattasse della trama di un libro o di film con protagonisti, comprimari, colpi di scena, vittime, carnefici e finale a sorpresa.

In questo momento il marito, presunto colpevole, si rifiuta di parlare continuando a dichiararsi ostinatamente innocente. Il giudice che l’ha fatto arrestare è di parere opposto, ovviamente, e suffraga la sua tesi con un faldone di 95 pagine di prove, reticenze, bugie.

Quel che è certo, confermano tutti gli esperti, è che lui era arrivato a un punto di rottura, una sorta di imbuto in cui era diventato difficile sia andare avanti sia tornare indietro. La moglie sapeva del tradimento e lo aveva perdonato, salvo poi, racconta lui stesso a un amico, “umiliarlo” spesso ricordandoglielo.

D’altronde, umiliato o no, lui continuava tranquillamente a frequentare l’altra, “il suo amore” con cui era pronto a fidanzarsi ufficialmente con tanto di genitori di lei. Non vi sembra di averla già vista o letta centinaia di volte questa storia? Certo, e per fortuna, non finisce mai con 32 coltellate, ma che debba comunque finire male è praticamente scritto nella pietra. 

Soprattutto quando qualcuno del triangolo affoga tutto in un tal mare di bugie da non sapere più nemmeno lui stesso dove è la verità, anche quella dei sentimenti. In questo caso specifico, poi, la storia diventa ancora di più la trama di un film, oltre che per l’epilogo tragico, anche per una serie di elementi tristemente cinematografici.

Lui, il bel ragazzo che piace tanto, è un militare, dall’aria sicura, virile, protettiva, tutto lealtà e doveri... Anche loro, le due donne, sono giovani, belle e tanto diverse: Melania è mora, mediterranea, seducente, ed è inaspettatamente la moglie/madre tradita. L’altra, Ludovica, invece è bionda, con l’aria dolce, morbida, una ragazza che si fida (e, come spesso capita, sbaglia).

Lei gli crede quando lui dice che sta lasciando la moglie. Ma i mesi passano e non succede niente. Cosa ci vuole?, lo incalza. Non si tratta di ammazzare qualcuno... Devi solo fare la valigia. Hai ragione, sono un debole, uno stronzo, risponde lui, ma ti amo. Anche la moglie lo ama ed è per questo, pare, che accetta l’invito romantico nel bosco, come quando erano ragazzi.

Ma è guardando al futuro e su Facebook, nuova piazza virtuale, che i due amanti si parlavano, flirtavano, litigavano. Il giorno dopo l’assassinio lui cancella ogni messaggio. Ma, colpo di scena, il tribunale ottiene un’autorizzazione internazionale per poter accedere alla conversazione. Bei tempi quelli in cui le lettere compromettenti si potevano bruciare: oggi, come diceva il filosofo, nulla si crea e nulla si distrugge.

E, come sfondo del nostro film, c’è la caserma: giovani reclute che hanno rapporti con i loro istruttori. Ma è solo sesso, spiega uno, non storie sentimentali. Ci mancherebbe altro...

Poi, però, pensi a una bimba di 20 mesi, con la mamma morta e il papà in carcere, il cinema sparisce e rimane la tragedia.

© Riproduzione riservata

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