Nel suo ultimo film l’attrice Lou de Laâge è una dottoressa in tempo di guerra. Un ruolo che rivela il suo più grande talento: «La capacità di interpretare donne misteriose»

Ha 26 anni, un sorriso gentile e lo sguardo magnetico. A differenza delle sue coetanee, l’attrice francese Lou de Laâge è allergica ai selfie e non ama stare in prima linea. «Oggi che sappiamo tutto di tutti, meglio essere un mistero», mi dice, con una grazia e una bellezza di altri tempi. E di un mistero parla anche il film di cui è protagonista, Agnus Dei, dal 17 novembre al cinema, della regista Anne Fontaine. Un film sulla sacralità del corpo femminile, in cui Lou interpreta Mathilde, una dottoressa della Croce Rossa in un convento di suore con pance sospette.
È un bel personaggio, la sua Mathilde.
«La storia non è delle più leggere: si parla di stupri in tempo di guerra, di violenza sulle donne, della difficoltà di portare a termine gravidanze involontarie. Eppure è un film colmo di speranza».
Lei è una ragazza ottimista?
«Abbastanza. Anche se la vita insegna a non esserlo: da piccole crediamo tutte alle fiabe e al principe azzurro, poi scopriamo che non esiste. Allora sa che cosa faccio? Recito».
Per non pensare? «Per giocare. A sei anni ho detto: “Mamma, voglio fare teatro”. Da lì mi è rimasta la stessa ossessione. Amo scomparire nei personaggi».
Per questo non le piace esporsi troppo? «Trovo sbagliato parlare di sé. Per essere brava, meglio stare nascosta, così che il pubblico possa scoprirti ogni volta».
È difficile emergere oggi? «Sì. Io sono stata fortunata, non siamo in molti a poter vivere di questo mestiere. Sono sempre stata determinata. E aver dato vita a una compagnia teatrale, a Parigi, con i miei amici è il massimo».
Con la moda come se la cava? «Così così. Non essendo narcisista, non sono neanche una fashion victim».
AGNUS DEI, DAL 17 NOVEMBRE NELLE SALE.
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