Se a volte mi sento Melissa? Spesso, specie quando si parla di Jerôme. Due giorni fa, mentre do un’occhiata su Instagram, mi imbatto sulle sue stories e vedo che è a Roma.
È a quattro ore da qui, potrei prendere il treno, correre da lui, conoscerlo, abbracciarlo. Mi sembra quasi di vederla la scena dell’incontro: assomiglia a quella del sogno di Melissa, ma cautamente, per evitare che Joe le Taxi mi investa, la mia mente preferisce sfruttare Piazza di Spagna.
Supero la Barcaccia, guardo in alto: lo vedo scendere da Trinità dei Monti e mi raggiunge a metà scalinata come Gregory Peck con Audrey Hepburn in Vacanze Romane — ma io non mangio il gelato.
Indosso la mia Lady Dior ricamata a mano, l’equivalente economico di un rene di mio marito — che ho comprato soltanto perché Jerôme mi ha scritto che sarebbe stata la borsa che avrebbe indossato all’ipotetico party di Cassandra — insieme a una tuta nera in maglia di Brunello Cucinelli, sandali infradito comprati a Positano l’estate scorsa e occhiali da sole da combattimento. Chiamo così i miei occhiali neri di Tom Ford, quelli che in foto mi fanno sembrare una stragnocca anche se sono sbattuta: se dovessi fare una foto con lui, devo sembrare una stragnocca.
Lui ha un paio di jeans chiari, un mocassino nero abbinato a un calzino bianco, ma la borsa non rispetta il copione iniziale, è un marsupio nero a forma di Saddle: anche questa mi manca, dannazione. La T-shirt, invece, è come dovrebbe essere: bianca con su scritto « something good is coming ».
Okay: tutto questo potrebbe diventare realtà, ho anche già deciso cosa mettermi, devo solo contattare Jerôme e capire quanto si tratterà.
E mentre valuto l’idea che ciò che mi sta succedendo potrebbe avere ripercussioni future sul destino di Melissa e di Not For Fashion Victim, apro i messaggi di Instagram e inizio a scrivere il messaggio.
“Ciao Jerôme? Sei a Roma? Quanto ti fermi? Mi piacerebbe tanto conoscerti.”
Risponde mezz’ora dopo: ammetto di essere più fortunata della mia protagonista.
“Resto fino a Domenica. Anche a me farebbe piacere conoscerti.”
Io che non aspettavo altro, rispondo subito: “Fammi pensare... “
Ma so già che non c’è modo di andare: giovedì è il compleanno di Emma e sabato Carola ha un impegno importante.
Chi mi conosce sa che per scrivere un messaggio così doloroso in inglese, potrebbero volermici anni, meglio chiedere a Ringhio di rispondere al posto mio.
“Vale: Jerôme è a Roma!”
“Nooooo! Proprio adesso che mi sto laureando...” mormora delusa.
“Nemmeno io posso andare, puoi scrivergli tu? Digli che mi dispiace, che spero di vederlo presto...”
E lì, mi viene un’idea.
“Ma se gli proponessi di essere l’ospite d’onore alla presentazione del mio libro?”
“Figo!”
“Puoi chiederglielo?”
“Certo.”
Mi rimetto a scrivere l’articolo che state leggendo e sorrido pensando che io e Melissa siamo state in simbiosi fin dal primo istante: ora sono io a chiedere a Jerôme di essere lo special guest della mia festa. E mi conforta sapere che non servirà nessuna cicogna.
Qualche ora più tardi, trovo il suo messaggio. Leggo.
“Cara enrica, peccato che stavolta non possiamo incontrarci, ma mi piacerebbe essere con te per l’uscita del libro. Informami sui dettagli, vedrò come fare.”
Ora credo di sapere perfettamente cosa prova Melissa.
Finisco di scrivere e penso che la vita, a volte, è proprio strana, e che stasera esco: ho voglia di una giacca glitterata.
Illustrazione di Valeria Terranova

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