Jennifer Lawrence: «Meglio non fare a pugni con me»
Sul set di X-Men combatte per salvare il mondo. Ma anche quando parla di politica Jennifer Lawrence non
risparmia colpi contro i suoi avversari. L’ultimo obiettivo? Il candidato alla Casa Bianca Donald Trump
Lei è una donna con due facce, proprio come il personaggio che porta ora al cinema. Nei film è spesso una combattente, che stende in scioltezza i suoi avversari. Ma le basta partecipare a una première per inciampare goffamente sul red carpet davanti ai fotografi pronti a scattare: l’ultima volta è successo a inizio maggio, a Londra. Qualcosa di simile avviene quando parli con lei. Jennifer Lawrence ama scherzare come se fosse una vecchia compagna di classe. Arriva sempre, però, il momento in cui pronuncia giudizi taglienti su qualcuno, e questa intervista non fa eccezione.
L’attrice americana, 25 anni, premio Oscar come migliore interprete nel 2013, mi racconta il suo nuovo film, X-Men - Apocalisse del regista Bryan Singer. È il sesto episodio della serie sui supereroi mutanti della Marvel e lei torna a interpretare Raven Darkhölme, una femme fatale che sotto l’aspetto seducente nasconde un’altra identità, quella di Mystica, il mutante che combatte contro i malvagi che minacciano il mondo. Lawrence, affiancata dagli attori James McAvoy, Michael Fassbender e il suo ex fidanzato, Nicholas Hoult, dimostra ancora una volta di essere forse la più talentuosa della nuova generazione di interpreti di Hollywood. Ma dalle sue parole si capisce a quale pressione venga sottoposto chi raggiunge il successo. E in attesa della sua prossima pellicola, Passengers del norvegese Morten Tyldum, in uscita in dicembre, la diva racconta le rose e le spine della sua carriera.
La saga di X-Men ha conquistato anche chi non è appassionato di supereroi. Come si spiega tanto successo?
«Il tema di fondo di X-Men riguarda da vicino tutti noi: è il desiderio di essere accettati dagli altri. Il mio personaggio, Raven, è un mutante che, quando si trasforma, cambia completamente aspetto e diventa un mostro. È consapevole della sua diversità e sa di vivere in un mondo che potrebbe rifiutarla per le sue caratteristiche. Per questo nasconde la propria identità e si sente accettata solo dagli altri mutanti, a partire dal supereroe Professor X (interpretato da James McAvoy, ndr)».
Questo è il suo terzo film della saga, ormai è una veterana. Ma anche nella realtà sembra più matura dei suoi 25 anni. Si sente davvero vecchia, come ha detto di recente?
«So di dare l’impressione di essere più grande della mia età. Dipende dal fatto che sono abituata a stare con persone adulte: ho lasciato la scuola quando avevo solo 14 anni. Entrare presto nel mondo dello spettacolo mi ha impedito di frequentare i miei coe-tanei. Lo dico con il sorriso, ma pochi si rendono conto delle grandi difficoltà che ho dovuto superare».
Nel film interpreta la parte di un personaggio carismatico. Le piace comandare anche nella vita?
«Sì, ma finora non ho mai picchiato nessuno, a differenza di quello che faccio al cinema. Preferisco farmi valere con il sorriso. Se qualcosa non va, lo dico in modo gentile, con frasi del tipo: “Maledetti bastardi, andate tutti al diavolo. Vi sembra il caso di farmi indossare anche una gonna a palloncino per la première di questa sera, quando ho già tanti strati addosso?”. I miei vecchi colleghi sanno che sto scherzando e si fanno una risata. Se invece mi sente qualcuno che non mi conosce, pensa che lavorare con me sia un inferno».
Le storie di X-Men sono ambientate in epoche diverse: lei in quale periodo vorrebbe vivere?
«Il presente mi va benissimo, mi piacerebbe solo che la tecnologia fosse meno invadente. Mi sento soffocata dai social media, che occupano il poco tempo libero delle persone. Sembra che le nuove generazioni non siano più capaci di accettare e gestire la noia. Qualcuno la scambia per depressione, e questo mi spaventa».
Internet, però, permette a tutti di esprimere il proprio pensiero.
«Certo. Grazie alla Rete possiamo ricevere notizie da ogni parte del mondo e sapere subito se in Afghanistan c’è stato un attentato. E con internet le donne possono denunciare le ingiustizie che un tempo subivano in silenzio. Ma ci sono pregi e difetti in ogni cosa. E non è bello quando sui social scrivono che sembravi ingrassata con il vestito che indossavi al Met Gala (la serata di beneficienza organizzata ogni anno a inizio maggio al museo Metropolitan di New York, ndr)».
Ha vinto il suo primo Oscar a 22 anni: il successo è arrivato troppo presto?
«No, è arrivato al momento giusto. Ho lavorato moltissimo e fare di più non sarebbe stato possibile. Ho sopportato enormi sacrifici. A 14 anni vivevo in un appartamento infestato dai topi, ho rinunciato al mio tempo libero e per fare strada ho dato lacrime, sudore e sangue. Sembro una ragazza che ha bruciato le tappe, ma vi assicuro che c’è stato un tempo in cui mi impegnavo al massimo e nessuno se ne accorgeva, perché non ero ancora famosa».
La carriera di interprete nel cinema è piena di incertezze: le piace fare scommesse?
«Per niente. Detesto anche puntare somme di denaro, perché guadagnarlo mi costa fatica. Perdere anche solo due dollari mi fa arrabbiare».
Forse, però, il vero lusso, per lei, è il tempo libero.
«Se fosse così, nella mia vita non ci sarebbe niente di lussuoso: sono sempre sul set. I mesi passano così velocemente che, quando ho un giorno libero, tra un film e l’altro, mi rendo conto di colpo che è già passato un anno dall’ultima volta che mi sono fermata. Ho l’impressione di non fare nient’altro, a parte recitare. In realtà adoro il mio mestiere e mi piace ogni giorno vissuto sul set. Forse non ogni ora, soprattutto se è la 18a consecutiva davanti alla cinepresa».
Ho saputo che gli altri attori di X-Men, quando sono insieme, giocano a prendersi a pugni. Dicono che sia stata lei a insegnarlo loro.
«Ammetto di aver imparato questo passatempo sul set della saga Hunger Games e di averlo portato a X-Men. Ma non è colpa mia se i miei colleghi si picchiano in modo selvaggio. Michael Fassbender e James McAvoy si scambiano pugni fortissimi e si fanno davvero male. Ho visto le braccia di James piene di lividi e il nostro produttore ha ricevuto un destro sul viso che gli ha fatto cadere le lenti a contatto. Non date però a me la colpa del tasso di testosterone della nostra troupe».
Il mutante che lei interpreta, Mystica, ha la pelle di colore blu: quanto tempo passa al trucco per prepararsi alle riprese?
«Circa tre ore. Indossare questo costume non è un problema, lo è dover andare al bagno dopo averlo messo. Sono costretta a tenerlo anche per 18 ore. In più, per applicare quella membrana sulla mia pelle viene usata una sostanza adesiva alla quale ho scoperto di essere allergica».
Quando poi si vede allo specchio, ricoperta solo da una sottile membrana blu, che cosa pensa?
«Sono così stanca per il fatto di alzarmi sempre alle due di notte che non ci bado. Sono gli altri, però, ad accorgersene. Una volta con la mia assistente dovevo affrontare un problema serio, in una pausa delle riprese, e lei mi ha detto: “Scusa, ma non riesco a parlarti: ti rendi conto che hai l’aspetto di un mostro?”».
Se lei fosse un supereroe, userebbe i suoi poteri per cambiare il mondo?
«Per riuscirci, oltre che un supereroe, dovrei essere un leader politico. Ma io non ho le qualità richieste da quel ruolo. Sarei un capo di Stato che dice: “Ragazzi, facciamo una festa”. Non credo che combinerei qualcosa di buono. Confesso, però, che mi piacerebbe un mondo senza Donald Trump».
C’è, invece, qualcosa che vorrebbe cambiare nella sua vita di attrice?
«Sogno di non essere più inseguita dai paparazzi. Spero che, prima o poi, venga approvata una legge che limiti l’invadenza dei fotografi. Così la qualità della mia vita diventerebbe migliore».
Come si può ridurre l’invadenza dei paparazzi?
«Il Primo emendamento della Costituzione americana, che regola la libertà di stampa, è stato scritto più di due secoli fa, quando non c’erano i fotografi. Bisogna fare qualcosa. Vi assicuro che non è stato bello partire per una vacanza, al termine di un anno di lavoro, e tornare a casa dopo due giorni: avevo scoperto che un fotografo mi spiava. Penso di essermi guadagnata il rispetto alla privacy se esco di casa con il mio cane».
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