Melanie Martinez ha una voce bellissima e un look da bimba fuoriuscita da una fiaba dei fratelli Grimm. Amatissima sui social network dalle teenagers ha 1milione e mezzo di follower su Facebook e 3 milioni su Instagram. A 21 anni ha attraversato gli Stati Uniti, e adesso arriva in Europa, con il suo Cry Baby Tour, che farà tappa a Milano l’8 novembre al Fabrique. Le fan l’adorano forse per il modo in cui parla delle emozioni che ogni adolescente conosce a che spesso non sa esprimere. Forse per quei temi un po’ scomodi che racconta nei suoi video fiabeschi e visionari dove c’è tutta la difficoltà del passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Ecco cosa Melanie ha raccontato a Grazia

L. V. Da The Voice (l’edizione americana del 2012) all’età di 17 anni a star amatissima a 21. Tutte le adolescenti ti adorano e credo che per te questo significhi anche grande responsabilità. Un successo guadagnato in pochi anni ma frutto di un lavoro durissimo?
M. M. Ero così giovane ai tempi di The Voice, non avevo consapevolezza della mia creatività. Il lavoro che sto facendo adesso e che ho fatto con l’album Cry Baby mi ha messo al centro di un processo creativo che mi ha fatto scoprire chi sono. Ma ho studiato moltissimo sin da quando avevo 14 anni e ho capito che la musica è la cosa più importante per me.
L. V. Scrivi, suoni, fotografi, fai video e questo fin da giovanissima. Hai imparato a suonare la chitarra da sola. Sei sempre stata più matura della tua età?
M. M. Ho trascorso e ancora trascorro la maggior parte del tempo studiando e lavorando molto. Per me scrivere è sempre stato naturale è come se l’avessi sempre fatto. Da bambina mi piaceva inventare storie, forse ero più seria e più matura della mia età. I film che guardavo e i libri che ho letto mi hanno influenzata molto. Quando diventi grande capisci che la creatività è un processo meraviglioso, e se hai passato un sacco di tempo a inventare tra le pareti della tua cameretta, allora senti che stai facendo la cosa giusta. Con Cry Baby volevo fare un concept album che partisse dalle mie esperienze personali, pieno di tutte quelle emozioni che riempiono la vita delle adolescenti. Io sono stata un po’ solitaria, forse complicata e ho vissuto anche esperienze difficili con i miei coetanei, desideravo trasformarle nelle storie che racconto in Cry Baby, con una trama precisa, un inizio e una fine. Volevo raccontarmi sapendo che in molti si sarebbero riconosciuti, toccando temi anche un po’ scomodi come abusi emotivi, famiglie difficili, difficoltà nel passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Penso di aver realizzato un album visionario che parla direttamente alle teenagers, un musica che mi auguro sia un po’ terapeutica per loro, come lo è stata per me.
L. V. Conosci le favole dei Fratelli Grimm?
M. M. Non le ho mai lette ma credo che lo farò subito perché in tanti mi hanno detto che l’ambientazione e i personaggi dei miei video ricordano molto il mondo fiabesco dei Grimm.
L. V. C’è un po’ di Lana Del Ray nel tuo modo di cantare.
M. M. Per me è un grandissimo complimento, è un’artista che amo molto. Mi piacciono anche Regina Spektor e le Cocorosie che hanno influenzato molto il mio modo di cantare.
L. V. Sei cresciuta in una famiglia molto unita, ma sei sempre stata una bambina e poi una ragazzina un po’ solitaria. Questo dimostra che anche vivendo in un ambiente sereno l’adolescenza è comunque un periodo complicato.
M. M. Paure, insicurezza, quel senso di inadeguatezza e inquietudine che avverti nel passaggio dall’infanzia all’età adulta sono emozioni che tutti gli adolescenti vivono, anche se hanno accanto genitori che ti supportano e ti sono vicini. Con la mia musica vorrei in qualche modo aiutare i teenagers ad affrontare un periodo delicato. Ma non intendo essere un modello. Semplicemente parliamo un linguaggio comune. Vorrei suggerire a tutti di mettersi alla prova, di non vedersi troppo negativamente, perché a volte è questo che assale gli adolescenti. Siate pazienti e capirete chi siete.
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