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«Il ritorno dei veri maschi e delle vere femmine»: l’editoriale di Silvia Grilli

«Il ritorno dei veri maschi e delle vere femmine»: l'editoriale di Silvia Grilli

Silvia Grilli
Il nuovo numero di Grazia è ora in edicola e su app. Ecco l'editoriale della Direttrice Silvia Grilli

Continuo a sentire gente, quasi tutti americani, rimpiangere che gli elettori degli Stati Uniti non siano stati capaci di eleggere donne competenti, e abbiano preferito per due volte Donald Trump a Hillary Clinton e Kamala Harris.

Incontro cittadini statunitensi che mi chiedono scusa per le gesta del loro presidente e tengono a precisarmi che sono sì americani, «ma non di quel tipo».

Eppure il 5 novembre 2024 gli elettori hanno votato consapevolmente, forse non immaginando esattamente a che cosa andassero incontro, tuttavia scegliendo liberamente, senza nessuna pistola puntata alla tempia.

Hanno voluto un personaggio che conoscevano bene, visto che era stato già quattro anni alla Casa Bianca. Un pregiudicato, condannato per i pagamenti in nero alla pornostar Stormy Daniels, per abusi sessuali e diffamazione della scrittrice Elizabeth Jean Carroll, e con quattro bancarotte alle spalle.

Un presidente che, tra le sue prime azioni, ha cancellato le parole “donne” e “femminismo” dai documenti federali; rimosso le politiche di inclusione; fatto sparire dai siti governativi tutti i successi ottenuti dalle donne.

Poi ha punito i giornalisti che facevano domande scomode; concesso la grazia a molti condannati per l’assalto al Congresso; fatto arrestare chi esprimeva opinioni dissenzienti; incarcerato senza processo; espulso dagli Stati Uniti fratellini di 4 e 7 anni di nazionalità statunitense (il più piccolo stava curandosi dal cancro); separato le famiglie dei migranti; fatto causa alle amministrazioni che si rifiutano di espellere stranieri e richiedenti asilo; accolto come rifugiati solo gli Afrikaner del Sudafrica, discendenti degli antichi colonizzatori olandesi responsabili dell’Apartheid; valutato un reality show in cui gli immigrati gareggiano per vincere la cittadinanza.

Un presidente tycoon che, assieme all’uomo più ricco del mondo, licenzia i lavoratori americani; accetta un aereo da 400 milioni di dollari dal Qatar, emirato che finanzia i terroristi di Hamas; annuncia la fine delle sanzioni statunitensi contro la Siria e stringe le mani al presidente siriano ed ex terrorista ricercato Ahmad al Sharaa.

Un presidente che sconvolge l'economia mondiale mettendo dazi, togliendoli, rimettendoli, provocando tracolli nelle Borse ed erodendo i fondi pensione dei suoi cittadini. Annuncia operazioni di conquista degli Stati confinanti, poi cerca di farcelo dimenticare distraendoci con altre roboanti dichiarazioni.

Ce ne sarebbero molte altre da aggiungere, ma non ho abbastanza spazio. Sì, gli elettori hanno preferito tutto ciò a due donne preparate che almeno sanno esattamente che cosa ci sia scritto nella Dichiarazione d’Indipendenza americana, mentre Trump si è arrampicato sugli specchi quando un giornalista gliel’ha chiesto.

La maggioranza degli americani ha preferito tornare a un’era in cui «i maschi erano maschi e le donne erano donne», il che tradotto in “patriarcalese” significa che gli uomini devono apparire duri, non empatici, egoriferiti e le donne modeste e servizievoli creature che stanno un passo indietro.

D’altronde la storia l’hanno fatta gli uomini così, rendendo invisibili le donne, anche se erano presenti servendo senza stipendio i maschi e la famiglia.

La restaurazione sembra contagiare un po’ tutti quanti, non solo Trump. Non si sono mai visti così tanti summit per la pace senza donne: il club dei ragazzi di potere è tornato.

A Roma c’è un vero leader globale e non è Giorgia Meloni, ma il nuovo papa: Leone XIV. Obietterete che ci sono trappole ideologiche in cui la presidente del Consiglio si è ficcata, mostrando la sua fedeltà all’estrema destra americana e isolandosi in Europa, e sarà anche vero, però fa impressione vedere quelle immagini con tutti maschi e solo maschi accanto a Volodymyr Zelensky.

Gli uomini sono tornati star, le donne sono tornate al loro ruolo tradizionale da non protagoniste, così tutti siamo più tranquilli nelle nostre certezze ataviche. Le femmine vanno bene quando conservano le tradizioni da ancelle e fanno la danza dei capelli all’arrivo dei potenti negli Emirati Arabi Uniti.

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