Da quando è al governo, Cécile Kyenge respinge insulti razzisti. Il primo ministro nero della storia italiana è stato paragonato dal vicepresidente del Senato Roberto Calderoli a un «orango», colpito dal lancio di banane
ed esponenti leghisti hanno abbandonato per protesta il consiglio comunale al suo arrivo.

Da quando è al governo, Cécile Kyenge respinge insulti razzisti. Il primo ministro nero della storia italiana è stato paragonato dal vicepresidente del Senato Roberto Calderoli a un «orango», colpito dal lancio di banane
ed esponenti leghisti hanno abbandonato per protesta il consiglio comunale al suo arrivo.
Insomma, è bastato che una donna di colore arrivasse al potere, per istigare gli istinti peggiori.
L’Italia dunque è razzista o sono solo estremismi?, ci siamo chiesti sul numero 30 di Grazia, dopo l’ennesima offesa al ministro.
Subito dopo, Matteo Dall’Osso, deputato del Movimento 5 Stelle affetto da sclerosi multipla, è stato deriso in parlamento da colleghi di Pd e Scelta civica perché si è bloccato mentre parlava. «Non sapevamo fosse malato» si sono giustificati gli autori dello sfottò. È una scusa sufficiente?
Poi la settimana scorsa abbiamo pubblicato su Grazia la storia di una ragazza di Alcamo, provincia di Trapani, alla quale è stato rifiutato un appartamento in affitto perché siciliana. E qualche giorno fa un altro esponente leghista ha definito «Lobby dei sodomiti» i deputati di Sinistra, ecologia e libertà.
Il razzismo è paura dettata dall’ignoranza. Leggiamo, viaggiamo, informiamoci, apriamoci al mondo.
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