Il mostro della porta accanto e l’attrazione del male
Dopo la strage al cinema Aurora di Denver , due notizie mi hanno davvero turbata. La prima è che la vendita di armi è aumentata del 40 per cento. La seconda si chiama hybristophilia...
L’eco del massacro in Colorado, giustamente, non si spegne. La foto della faccia di James Holmes, con quegli assurdi capelli rossi e gli occhi stralunati, nell’aula del tribunale che deve giudicarlo, è di quelle che si fa fatica a dimenticare.
Così come non è facile, persino per gli specialisti, capire cosa si nascondesse dietro quel ragazzo “normale”, gentile, educato, come lo raccontano compagni di scuola e vicini di casa, che con tanta freddezza e determinazione ha organizzato e poi messo in atto una strage alla prima di Batman, uccidendo a colpi di mitraglia 12 persone, tra cui una bambina di 6 anni.
D’accordo, aberrazioni della mente umana, casi clinici, psicopatologie che solo gli psichiatri saranno in grado di valutare. Ma che cosa dire, invece, di tutta la gente davvero “normale” che nei giorni successivi alla strage di Denver si è affrettata a comprare un’arma, fino a farne lievitare le vendite del 40 per cento?
La notizia viene dal quotidiano locale che, giustamente, si interroga, e gira la domanda ai cittadini oltre che ai loro rappresentanti politici, sul “diritto” tutto americano a possedere e usare, con tanta libertà, armi da fuoco. Perché l’unica possibilità per evitare tragedie come questa, più tutte le altre che hanno insanguinato negli anni gli Usa, lo capirebbe anche un bambino, è tentare di disarmare gli assassini, non certo consentire a tutte le possibili vittime di armarsi... Per fare cosa, poi?
Andare da adesso in poi al cinema con una pistola nella borsetta o a scuola con la rivoltella nello zainetto, non si sa mai dovesse servire...? «Posso misurare il moto dei corpi, non l’umana follia», ha detto Isaac Newton. Aforisma confermato dalla seconda notizia sconcertante di questi giorni che racconta come centinaia di ragazze di tutto il mondo si siano affrettate a dichiarare su Twitter la loro attrazione per il killer del Colorado.
“I suoi occhi mi hanno stregato” scrive una. “Lo trovo bello, e anche dolce” un’altra. La Rete è insorta compatta e le squilibrate sono state rigettate con ignominia. Mentre uno psichiatra è intervenuto per spiegare che non si tratta solo di umana stupidità (c’è anche quella), ma di una malattia mentale che esiste e ha il nome scientifico di hybristophilia, detta più semplicemente “la sindrome di Bonnie e Clyde”.
Esistono cioè delle persone, per lo più donne, ahimè, che sono irresistibilmente attratte da chi ha commesso dei crimini. E più sono atroci ed efferati i delitti, più è forte la passione che suscitano in queste “pazze”, sedotte dai killer, perché si sentono le uniche al mondo in grado di leggere dentro di loro, al di là delle efferatezze compiute.
E ci risiamo con la sindrome dell’io ti salverò. Nella sua versione più aberrante e patologica.
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