Il mago diventato poeta
A Venezia, al festival del cinema, ho visto scene di delirio per l’attore Daniel Radcliffe, inseguito dalle fan adolescenti. Lui, arrivato per presentare il nuovo film dove interpreta il poeta Allen Ginsberg, ha detto: «Amano me, non Harry Potter».
A Venezia, al festival del cinema, ho visto scene di delirio per l’attore Daniel Radcliffe, inseguito dalle fan adolescenti. Lui, arrivato per presentare il nuovo film dove interpreta il poeta Allen Ginsberg, ha detto: «Amano me, non Harry Potter».
Chiaramente sta cercando di far dimenticare il maghetto a cui ha prestato il volto nella saga cinematografica più remunerativa della storia del cinema per inventarsi nuovi ruoli cinematografici.
Ma è difficile credere che una generazione cresciuta sulla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts possa dimenticare presto rossori e incantesimi e preferire a un talentuoso orfanello inglese (il loro Harry)
un poeta della beat generation dei loro nonni (Allen Ginsberg). E infatti anche nel nuovo film, appena inforca gli occhiali, Ginsberg sembra Harry Potter.
Mi ha fatto molta tenerezza vedere che l’attore, piccino e mingherlino, era accompagnato al festival dalla mamma e dal papà.
E sapete ovviamente il perché della mia simpatia?
Nella saga Harry Potter i genitori non li aveva, poiché erano stati uccisi dal malvagio Voldemort.
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