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«Il corpo di Elodie e il nostro»: l’editoriale di Silvia Grilli

«Il corpo di Elodie e il nostro»: l'editoriale di Silvia Grilli

foto di Silvia Grilli Silvia Grilli — 22 Agosto 2024
Silvia Grilli-3
Il nuovo numero di Grazia è ora in edicola e su app. Ecco l'editoriale della Direttrice Silvia Grilli

Ci sono molti corpi. C’è quello stupendo di Elodie, scelta tra i protagonisti del calendario Pirelli 2025. «Il corpo è bello, vivo e va mostrato in maniera naturale, non in quanto oggetto, ma in quanto soggetto. È la casa di quello che siamo e io la vivo così», dice la cantante, che orgogliosamente lo esibisce e reclama la libertà di mostrarlo. Io adoro le ragazze che rivendicano il proprio fisico con fierezza, lo comprendono e vivono la sessualità come l’accoglienza di un altro corpo che le capisce.

Poi c’è il corpo agonistico del campione Gianmarco Tamberi, controllato, plasmato dalla dieta e dagli allenamenti, le sue pieghe senza grasso sull’addome. Un corpo provato che ha ceduto, ha abbandonato l’atleta nel momento più impor- tante, quando il campione avrebbe voluto coronare il sogno dell’oro olimpico. E invece il suo migliore alleato ha detto basta. Tamberi ora sta cercando di ascoltarlo.

E ci sono altri corpi. I nostri corpi adolescenti, per esempio. Ci vergogniamo dei peli che spuntano, dei brufoli che compaiono, del seno che si forma. Ci confrontiamo ogni giorno con stupore con il nostro cambiamento, con la paura di non essere accettati per quel fisico che non comandiamo.

Ci sono i corpi che non mostriamo perché ce ne vergogniamo di fronte alla perfezione che viene esibita sui social, in televisione, sui giornali. Andiamo in spiaggia insicuri con addosso la maglietta, o non ci andiamo neanche, al mare. Odiamo il nostro corpo che non abbiamo saputo amare, e abbiamo punito scaricando su di esso tutte le nostre tensioni, frustrazioni, l’odio per noi stessi. Ci sono passata anch’io, quando colmavo il mio vuoto e la mia incapacità di stare al mondo svuotando il frigorifero, controllandomi allo specchio e stando male.

Ci sono i nostri corpi perfettamente innaturali, rifatti dalle mani del chirurgo, costruiti su modelli prestabiliti: volti tutti uguali, lineamenti dall’età indefinita. Il bisturi diventato necessario per guarire le nostre insicurezze.

Ci sono i nostri corpi che non si riconoscono nel loro sesso biologico, avvertiamo il nostro fisico come nemico e intraprendiamo il percorso di transizione: la chirurgia genitale, i trattamenti ormonali o la rimozione del seno e degli organi femminili, sperando di riconoscerci un giorno.

Ci sono i nostri corpi diversamente abili. In alcuni casi esaltati con orgogliosa sfida alla cosiddetta normalità che è solo consuetudine, come sembrano dire i coraggiosi atleti che si sfideranno alle Paralimpiadi di Parigi.

Ci sono i nostri corpi anziani rifiutati dalla cultura della giovinezza. Hanno scritti sopra tutti i segni della vita, le gioie, le infelicità, le gravidanze, le malattie. Li osserviamo con affetto ricordando ogni attimo di ciò che abbiamo vissuto. Oppure li nascondiamo con la rabbia di chi si sente tradita dal destino della vita. Ma il tempo rifiuta di fermarsi, crescere e invecchiare è un dono.

Comunque essi siano, i nostri corpi meritano la nostra tenerezza. A Elodie è stato regalato un fisico da dea che suscita tutta la nostra adorazione o la nostra gelosia, però ha ragione: i nostri corpi sono la nostra casa. Anche se abbiamo pensato fossero colpevoli di tutte le nostre insicurezze, anche se li abbiamo devastati con diete o alimentazione sregolata, anche se abbiamo invidiato negli altri tutto quello che crediamo di non avere noi, i nostri corpi sono i nostri più preziosi alleati, i nostri migliori amici. Dedichiamo loro la nostra gratitudine e siamo gentili con i corpi degli altri.

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