«Il cancro dietro la bellezza assoluta»: l'editoriale di Silvia Grilli

Come molti, seguo Bianca Balti sui social network e ho avuto un tuffo al cuore quando, domenica 15 settembre, ho visto la sua foto e letto le sue parole da un letto di ospedale a Los Angeles.
La top model si è sottoposta a un intervento chirurgico perché, dopo essere andata al Pronto Soccorso per dolori addominali, aveva scoperto di avere un cancro alle ovaie di stadio III: il più grave e pericoloso dei tumori ginecologici, con metastasi in altri organi.
Con un camicione verde da corsia, la cuffia in testa, il sorriso sulle labbra o mentre addenta un panino
cercando di presentare il lato migliore di tutto, Bianca ha detto: «Sono stata malissimo, ma ora sto benissimo». Ha annunciato che dovrà fare la chemioterapia. Avrà davanti un lungo viaggio, ma, scrive, sconfiggerà il male per se stessa, per le sue figlie, per i suoi cari: «Ho tanta forza».
Balti non si è mostrata nei giorni precedenti, quando ha avuto paura, ha pianto, è precipitata nella disperazione. Non si è fatta vedere negli attimi più bui. Quando scopri di avere il cancro singhiozzi da sola, e pensi: “Perché? Perché io? Io voglio vivere”. Il cancro non ci rende eroi, solo umanissimi. Non si è migliori se si ha un tumore, si è solo come tanti altri compagni di viaggio in questa vita.
In corsia, anche provata, Bianca era stupenda. Ma il cancro fa schifo. Dietro la perfezione della bellezza assoluta di una top model, il tumore maligno è nascosto in quella «tanta roba» che Bianca dice le hanno tolto.
Onore al suo coraggio di raccontare pubblicamente la sua malattia. Sento già chi sostiene che ormai lo fanno tutti i famosi. Ma non è vero. Costa fatica. Tanta. Ed esporsi facendo parte di un’industria, quella della moda, in cui i mutamenti fisici possono significare la catastrofe, rendono Balti una persona coraggiosa.
Bianca ha una battaglia da combattere: vincere la malattia. Ma una figura pubblica può prefiggersi anche un altro compito: con i suoi racconti onesti può raccogliere consapevolezza sul cancro alle ovaie. Lei come la principessa Kate, come tante. Prima piangi. Poi devi sopravvivere. Poi hai uno scopo ancora più grande.
«Amo troppo la vita per non fare il possibile per preservarla», aveva detto la modella due anni fa, dopo aver scoperto di avere la mutazione genetica Brca1, che aumenta il rischio di contrarre il cancro al seno e alle ovaie. E l’unica prevenzione possibile oggi è l’asportazione chirurgica.
Come prima di lei Angelina Jolie, Bianca si era sottoposta a un intervento di doppia mastectomia. Ma non alle ovaie. Non sappiamo perché non lo abbia fatto. Ci sono molti desideri nelle vite di ognuno, molto cuore, molto amore.
C’è una fredda aritmetica che ci dice in quanti ci ammaliamo. Quante possibilità abbiamo di sopravvivere se facciamo questo o quello. Gli statistici ed epidemiologi non danno molta importanza alle persone dietro le statistiche, e di fatto non possono. Non è professionale rendere sentimentali i numeri se vuoi ottenere da essi buoni risultati.
Ma il cuore c’è sempre e quello di Bianca è un cuore così grande. Le staremo a fianco in questa sua battaglia.
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