I due rivali
La mattina del 16 settembre ho presentato a Milano l’autobiografia di Roberto Cavalli, Just me!, con il sindaco di Firenze Matteo Renzi
La mattina del 16 settembre ho presentato a Milano l’autobiografia di Roberto Cavalli, Just me! (ne parliamo in questo numero, con il sindaco di Firenze Matteo Renzi.
Poi, a Roma, sono intervenuta alla trasmissione di Bruno Vespa, Porta a Porta, dove era ospite il presidente del Consiglio Enrico Letta. Renzi aveva appena conquistato le prime pagine dei giornali per aver rasato al suolo una parte consistente dell’elettorato italiano: «Se si vota, asfaltiamo il Pdl».
Letta avrebbe invece lanciato da Vespa un appello: «Io e il presidente della Repubblica non possiamo essere gli unici parafulmini, mentre tutti se le danno di santa ragione».
Enrico e il collega-rivale Matteo (che vorrebbe diventare il prossimo premier) sono due leader relativamente giovani, entrambi toscani, entrambi cresciuti nella Democrazia cristiana o nella Margherita, ma con due stili diversi.
Renzi si è imposto per l’intelligenza veloce, le guasconate e l’anteporre la giovinezza come valore, anche indossando un giubbotto di pelle firmato Versace ad Amici. Letta, più noto per la moderazione, appare al fianco del presidente Giorgio Napolitano quasi come un figlio, ma non certamente quello ribelle.
Ambedue carismatici, piacciono e dividono, ma vanno osservati alla distanza. Perché per essere davvero leader bisogna superare gli alti, i bassi e conoscere il dolore, non solo possedere una bella faccia giovane e onesta.
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