«Giuro sulla Repubblica Italiana»
Amo le cerimonie solenni. Mi emoziono ogni volta che ascolto l’inno di Mameli e mi sono quasi commossa quando Emma Bonino, Josefa Idem e Beatrice Lorenzin hanno ripetuto la formula: «Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell’interesse esclusivo della nazione».
Amo le cerimonie solenni.
Mi emoziono ogni volta che ascolto l’inno di Mameli e mi sono quasi commossa quando Emma Bonino, Josefa Idem e Beatrice Lorenzin hanno ripetuto la formula: «Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell’interesse esclusivo della nazione».
L’attentatore Luigi Preiti aveva già sparato ai carabinieri e alla donna incinta davanti all’ingresso di Palazzo Chigi, il terrore era già in diretta televisiva e sugli schermi si alternavano le immagini distese del giuramento dei ministri e quelle concitate della tragedia. Ma la forza di quella formula, con la sua promessa di fedeltà, mi è sembrata più potente degli spari.
Ho trovato bello che al Quirinale fossero seduti vicini ex avversari politici, volti nuovi, tante donne, qualche tecnico di valore e nessun impresentabile. Non posso certo condividere il pensiero di coloro (e purtroppo ce ne sono) che considerano questo gesto criminale come una conseguenza del disagio sociale e della disoccupazione in Italia.
Sono invece convinta che sia stata la demonizzazione demagogica della classe politica, trattata esclusivamente come una casta corrotta, a influenzare l’attentatore spingendolo a questa azione estrema. Poiché invece credo che la politica in sé sia alta e nobile, spero che duri a lungo questo nuovo clima di unità nazionale.
© Riproduzione riservata
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