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Grazia

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Georgia May Jagger: «Siamo tutte un po’ Minnie»

Georgia May Jagger: «Siamo tutte un po’ Minnie»

foto di Marina Speich Marina Speich — 14 Settembre 2015

Che cosa hanno u2028in comune Georgia May Jagger e la fidanzata u2028di Topolino? Una mostra a Londra curata dalla modella più rock u2028che c’è. Che u2028a Grazia svela perché questo personaggio  fuori dagli schemi u2028le assomiglia

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Dentro la mia valigia per Londra questa volta metto le ballerine rosa con i pois rossi. Voglio ispirarmi anch’io allo stile fumettoso di Minnie per intervistare Georgia May Jagger, modella del momento e figlia della rockstar Mick Jagger e dell’ex top model texana Jerry Hall. È lei, infatti, la curatrice della mostra fotografica Minnie Style che rimarrà aperta dal 18 al 20 settembre, durante la settimana della moda di Londra. Quando la incontro nella suite di un hotel a Soho, mi rendo conto che anche lei, quando questa mattina si è vestita, deve averci pensato: invece dei soliti capelli biondi sciolti, ha due trecce arrotolate e puntate sul capo. Le danno un’aria sbarazzina, giocosa e ricordano le orecchie della fidanzata di Topolino.

Non è la prima volta che incontro Georgia: l’ho intervistata più di un anno fa a Hong Kong e già allora avevo dovuto difenderla dalle critiche delle mie amiche: «Con quei dentoni. Se non fosse figlia di Mick Jagger e Jerry Hall, non sarebbe lì». Lo ammetto: se la incroci per strada, non ti giri. Eppure Georgia May Jagger ha qualcosa di speciale, un talento unico: perché davanti a un obiettivo si trasforma. Riesce a dare un’anima a una gonna, un tubino, una T-shirt. Gli abiti che indossa diventano oggetti di sogno. Georgia ha quella magia che solo le grandi modelle possiedono.

Fin da quando è nata, nel 1928, Minnie è fonte di ispirazione per la moda. Lo è stata anche per lei?
«Sono sempre stata una fan di questo personaggio Disney. Sono cresciuta guardando i cartoni che piacevano alla mia mamma e Minnie, insieme con Betty Boop, è diventata per me un’icona di stile. Rappresenta la ragazza irriverente, che pensa fuori dagli schemi, con un’identità visionaria: è un modello che va oltre il tempo. E, infatti, ancora oggi resta di tendenza».

Dicono che il nome Minnie prenda spunto da Minerva, la dea della lealtà e della saggezza. Che cos’ha in comune con lei?
«Non so quali siano le mie virtù. Forse le mie affinità con la fidanzata di Topolino riguardano lo stile. Penso che la moda nasca da un passato che va reinterpretato. Anche Minnie segue questa filosofia, perché reinventa continuamente il suo look, rimanendo, però, fedele alle sue origini. È quello che faccio io, mescolando capi vintage con capi di tendenza. Ma ho anche qualcos’altro in comune con Minnie. Tutte e due amiamo i cani: lei ha vicino Pluto, il cane di Topolino, io Daisy. E nella mia casa di famiglia ce ne sono altri».

Ha sempre amato gli animali?
«Sognavo di diventare veterinaria. Ma non mi piaceva l’idea di usare il bisturi, di stendere gli animali su un tavolo operatorio per curarli. Il cane più importante della mia vita è Spot: ce l’ho da quando ero bambina. Si tratta di un animale un po’ speciale».

In che senso?
«Da piccola lo portavo ovunque. L’avevo con me anche quando ho costretto mio padre a portarmi alla prima del film sulle Spice Girls, che per me non sono state solo una band, ma una vera ossessione. E me lo sono portata dietro anche nella mia nuova casa, dove vivo con il mio fidanzato (il musicista Josh McLellan, ndr). Ai miei occhi è sempre stato un cane vero, ma in realtà è un pupazzo di stoffa».

Faccio fatica a immaginare suo padre che l’accompagna alla prima di un film sulle Spice Girls.
«Sbaglia. Per me è stato un genitore vero, che mi ha insegnato a essere responsabile e a non buttare i soldi dalla finestra».

Oggi che cosa le piace fare con lui?
«Viaggiamo molto insieme. Un po’ di tempo fa mi ha portato in India, al Jaipur Music Festival. Meraviglioso. È una manifestazione che non ha niente a che fare con i concerti o i festival britannici. Lì cammini per la città, ogni tanto ti siedi e ascolti la musica».

Porta mai i suoi amici ai concerti di suo padre?
«Praticamente sono venuti tutti, compresa Taylor Swift, che si è divertita a vederlo con me dietro le quinte e poi ha cantato con lui. Ma io consiglio a chiunque di andarci: l’ultimo tour che ha fatto è stato per me il più bello ed emozionante».

Un papà e un fidanzato musicisti: non ha mai avuto la tentazione di imparare a suonare?
«Dico sempre che vorrei cominciare a studiare chitarra. Ma appartengo alla schiera di quelli che lo dicono spesso, ma alla fine non lo fanno mai».

E il desiderio di cantare?
«Una volta, per scherzo, ho iniziato a scrivere il testo di una canzone con la mia amica Cara Delevingne. Ma poi alla fine abbiamo deciso che è più divertente fare shopping insieme o uscire».

Parliamo di pregiudizi: la gente pensa che Georgia May Jagger sia...
«Molto privilegiata. E non una grande lavoratrice. Ma si sbagliano: perché fare la modella non è un lavoro facile, essere sempre in giro per il mondo richiede tante energie e impegno».

Il più grande insegnamento di sua mamma?
«Mi ha sempre detto che la moda dev’essere divertente e che non va presa mai troppo sul serio».

Quando era piccola, “rubava” di nascosto qualche vestito dal suo armadio?
«Sì, ma con qualche eccezione. I suoi abiti Chanel non li ho mai indossati, non mi stanno bene: mia mamma è molto più alta di me. Adesso, però, succede il contrario. L’altro giorno mi ha visto con una giacca un po’ abbondante e ha detto: “Non è della tua taglia. Dalla pure a me”. Ormai sono la sua stylist: se deve comprare qualcosa, chiede a me».

Georgia, a casa quanti vestiti ha?
«Non li ho contati, ma sono sicura di averne molti di più di quanti ne potrei indossare cambiandone uno al giorno per un intero anno».

Al mattino come sceglie il suo look?
«È un incubo: come ogni donna mi sento sommersa dai vestiti e non so mai che cosa scegliere. Alla fine passo il maggior tempo possibile in pigiama».

Quali sono i suoi prossimi progetti?
«Sto disegnando una mia collezione per il marchio Mulberry e lancerò presto una linea di giacche in pelle. Cerco sempre di aggiungere qualcosa alla mia professione di modella. Non voglio solo indossare abiti, ma raccontare la mia visione della moda, esprimere la mia parte creativa».

Ha curato la mostra Minnie Style: è la prima volta che si occupa di un evento di questo tipo?
«Sì, ma ho sempre avuto la passione per la fotografia. In mostra ci sono alcuni miei scatti, ma anche immagini ormai storiche e altre arrivate via Instagram dalle blogger più famose di tutta Europa».

Con il suo fidanzato tempo fa ha posato per il marchio Sisley. Avete altri progetti insieme?
«No, ma per l’ultima campagna pubblicitaria di Sunglass Hut (una rete di negozi specializzati in occhiali da sole di cui è testimonial, ndr) ho fatto un po’ di foto con lui, i miei fratelli e mia mamma. Lavorare in famiglia è divertente».

Qual è il suo uomo ideale, a parte Josh, suo fidanzato da più di tre anni?
«I ragazzi “naturali”. Non sopporto quelli che si riempiono di profumo o si depilano le sopracciglia».

Lo spazio tra i denti è diventato il suo tratto distintivo. Perché non ha portato l’apparecchio?
«I 15 anni sono stati già abbastanza duri senza. Non voglio pensarci».

Questo “difetto” è diventata la firma della sua bellezza?
«Esatto. E a me ricorda un po’ le imperfezioni dei personaggi dei cartoni».

© Riproduzione riservata

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