Francesca Michielin mi ha fatto pensare alle palline di mercurio che scappavano dai vecchi termometri quando si rompevano. Come loro, va di corsa e brilla.
In più, canta e suona. Molto bene, lo dimostrano i risultati. A 27 anni appena compiuti, ha già festeggiato dieci anni di carriera, cominciata con la vittoria a X Factor nel 2012.
È arrivata due volte al secondo posto al Festival di Sanremo, una da sola e una in coppia con Fedez, quest’anno non ha gareggiato ma diretto l’orchestra per accompagnare Emma.
Dal 6 marzo condurrà il programma Effetto Terra - Guida pratica per terrestri consapevoli su Sky Nature. Tra televisione, dischi e tour, nell’ultimo anno ha scritto anche un romanzo, in uscita il 15 marzo, intitolato Il cuore è un organo (Mondadori).
Ambientato in luoghi dai nomi immaginari («Mi sono ispirata a Le città invisibili di Italo Calvino, il mio libro preferito») ha per protagonista una giovane cantante di successo, ma un po’ in crisi. In seguito alla morte improvvisa di un’amica, conoscerà una popstar del passato, ritiratasi dalle scene.
Tra le righe di questo confronto, Francesca parla d’amore senza etichette, ma anche di un malessere generazionale e dell’eterna ricerca del proprio posto nel mondo.
Domanda obbligatoria: il libro è autobiografico?
«No, tutta fiction. Però si scrive di quello che si conosce, quindi è stato naturale per me raccontare l’ambiente della musica, anche per spiegare a lettrici e lettori le dinamiche di questo mondo che, visto da fuori, sembra paradisiaco. Non mi fraintenda: mio padre è artigiano, conosco benissimo la vera fatica dei mestieri manuali. So di essere privilegiata, però il successo è pieno di angoli bui, così bui che a volte vuoi scappare come succede a Verde, la cantante fittizia protagonista del mio libro».
Anche a lei è capitato?
«Io non ho avuto un’adolescenza e ho dovuto fare i conti molto presto con le mie fragilità. La fortuna è stata che mia madre, appena finito X Factor, mi ha mandata da un terapeuta per non farmi schiacciare da questa cosa enorme che mi stava succedendo. So che molti giovani hanno paura di farsi aiutare perché non vogliono parlarne ai genitori e non hanno i mezzi per pagarsi la terapia da soli. Ma penso che sia fondamentale per tutti un confronto con uno psicologo, prima o poi. È come lo skincare, necessario per il nostro bene» (ride).
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Foto di OLIVIER DESARTE styling di SUSANNA AUSONI
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