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Enrico Letta: «Sogno un Paese più giusto»

Enrico Letta: «Sogno un Paese più giusto»

foto di Grazia.it Grazia.it — 20 Settembre 2022
Se vincesse le elezioni, il leader del Partito democratico Enrico Letta vorrebbe un governo con lo stesso numero di ministre e ministri, la difesa della legge sull’aborto, più centri per le vittime di violenza di genere. E di Giorgia Meloni dice: «La rispetto, ma non basta essere una donna per fare cose utili per le donne»
Letta

Enrico Letta sfida alle elezioni Giorgia Meloni, proponendo una visione opposta alla sua, assieme agli altri partiti di centro-sinistra. Oltre al Partito democratico, di cui è segretario dal 2021, + Europa, Alleanza Verdi Sinistra e Impegno Civico. È stato presidente del Consiglio tra il 2013 e il 2014. A Grazia dice: «Vogliamo un Paese più giusto».

Letta, se sarà presidente del Consiglio, che cosa farà nei primi 100 giorni di governo?
«Ho già fatto il presidente del Consiglio, servire il proprio Paese è il privilegio più grande. Deciderà il capo dello Stato. Se vincessimo, cercherò di assolvere al compito con lealtà e onore. Con pregi, limiti, come tutti. Fra le urgenze: le bollette. Le famiglie non riescono più a far quadrare tutto a fine mese. Stipendio in più a fine anno, con il taglio delle tasse sul lavoro. Se vuoi migliorare la vita delle persone devi dar loro respiro e speranza».

Letta (2)

Per il Pd quali sono le priorità per le donne?
«La parola chiave è libertà. Le donne devono essere libere di scegliere della propria vita, corpo, tempo. Scegliere chi amare o chi smettere di amare. Se lavorare, se essere madri. Vuol dire autonomia economica. Con un piano per l’occupazione che parta dalle stesse retribuzioni uomo donna. Perché a parità di funzioni il collega guadagna di più? Poi, più asili nido e scuola d’infanzia gratuita. Quanto pesa su un bilancio familiare? In media 200, 300 euro. È intollerabile. Dare piena attuazione alla legge 194 (sull’aborto, ndr), perché in alcune Regioni governate dalla destra, come le Marche, le donne non possono scegliere liberamente».

Reddito di cittadinanza: nel Sud a percepirlo sono tante donne, ma c’è chi vuole eliminarlo. Che cosa ne pensa?
«Bisogna rafforzarlo e correggerlo, è uno strumento di contrasto alla povertà. Non c’è cosa più triste, per un politico, della “caccia ai poveri” che fanno oggi le destre o Matteo Renzi e Carlo Calenda. Arroganti con i deboli, deboli con i forti. È l’opposto del mio modo di concepire le relazioni tra persone. Lo dico da uomo di sinistra e da cattolico democratico».

Il centro-destra ha una leader donna. Il Pd e i suoi alleati hanno scelto molte donne. Il futuro è rosa?
«Non bisogna lasciarsi ingannare: non basta essere donna per fare politiche per le donne. Fratelli d’Italia ne è un esempio: non ha una classe dirigente femminile, è alleata o vicina a Paesi come la Polonia e l’Ungheria, dove le donne vengono spinte a stare dentro casa, a non studiare e lavorare. Ho visto due filmati sui social e sono rimasto colpito dalla violenza: un candidato della Lega che, indicando una donna rom dietro di lui, promette che in caso di vittoria alle elezioni non la vedremo più. Un candidato di Forza Italia si fa riprendere mentre una donna pulisce i pavimenti e un’altra incinta (con il pancione finto) stira: promette che a madri e mogli sarà garantito uno stipendio. Questi due filmati raccontano che cos’è la destra».

Continua a leggere l'intervista e Enrico Letta sul numero di Grazia ora in edicola
Testo di Letizia Magnani

© Riproduzione riservata

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