
Per gli adolescenti, internet rappresenta ormai quasi l'unica fonte di informazione sul sesso e il loro consumo di pornografia online è raddoppiato in un anno.
Il dato emerge da uno studio che la Società italiana di Andrologia ha condotto su un campione di sedicenni per indagare gli effetti dei lockdown e della didattica a distanza. «Il problema è che imparare il sesso dai video porno è come imparare l'amore dai libri rosa». A parlare è Giulia Di Quilio, attrice, performer e autrice del podcast È il sesso bellezza!, nel quale parla di sessualità con un approccio femminista. E, da mamma di due gemelli maschi di 5 anni, aggiunge che neppure l'educazione sessuale "tradizionale" è sufficiente.
«Non possiamo insegnare ai ragazzi soltanto i "meccanismi" del sesso o come evitare le gravidanze. Dovremmo parlare anche di piacere, di come darlo e riceverlo».
Di Quilio cita anche il movimento sex positive che si è affermato negli Stati Uniti, come emanazione, non a caso, del femminismo. E che promuove il diritto a una sessualità gioiosa per tutti, «che non può esistere senza comunicazione, empatia: esattamente ciò che manca nella pornografia, che, invece, esalta la performance maschile. Gli uomini si auto compiacciono delle loro gesta, non si chiedono: "Ma lei che cosa sta provando?". Se una ragazza sente che lui, a letto, è concentrato su di sé, è normale che possa sentirsi quanto meno un oggetto».
Per evitare la trappola del "consenso implicito", tesi usata troppo spesso nei processi per stupro dagli avvocati difensori - con argomentazioni tipo: «Se non avevi intenzione di avere un rapporto sessuale perché hai accettato un invito a casa sua?» - in questi anni, sempre negli Stati Uniti, si è discusso di mettere per iscritto la propria disponibilità a un rapporto intimo. Di Quilio non ci vedrebbe nulla di sbagliato. Anzi. «Lo so che ad alcuni sembra eccessivo, ma spazzare via ogni equivoco potrebbe agevolare un cambiamento nelle relazioni».
La scrittrice femminista Giulia Blasi - il suo ultimo libro Brutta. Storia di un corpo come tanti (Rizzoli) è una raccolta di saggi sul dovere sociale della bellezza - fa un esempio simile. «Nella serie Sex Education, i personaggi chiedono sempre il permesso all'altro: "Posso toccarti? Posso baciarti?". Bisognerebbe educare i giovani a fare lo stesso. Tanto più che noi donne siamo più brave a leggere il linguaggio non verbale, abbiamo dovuto imparare a farlo per sopravvivere, mentre gli uomini non sono allenati. A forza di sì e di no, s'imparerebbe a capire quello che prova l'altro».
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