«Massacratemi pure su Amber Heard e Johnny Depp»
Sono stata massacrata sui social dai sostenitori di Johnny Depp perché in un monologo televisivo alle Iene ho sostenuto che non si è mai visto tanto odio come quello che colpisce in questi giorni l’attrice Amber Heard, minacciata di morte e stupro, travolta da insulti volgari per avere accusato l’ex marito Depp di violenza.
Non sono un giudice nel processo in corso intentato dal divo contro la donna che è stata per 15 mesi sua moglie, e non voglio esserlo. Sarà la corte americana a decidere se si trattava di diffamazione quando sul Washington Post lei scrisse, senza mai citare l’ex coniuge: «Quando sono diventata una figura pubblica simbolo della violenza domestica, ho sentito la forza della collera della nostra cultura contro le donne che denunciano».
Le udienze di questi giorni in Virginia sono diventate di fatto un processo per verificare se ci siano stati gli abusi di Depp e per la maggioranza dell’opinione pubblica è Amber l’aguzzina. La giuria popolare dei social ha decretato da tempo che è lei la picchiatrice di mariti, mentre lui sarebbe la vittima delle aggressioni di una personalità violenta e manipolatrice che gli avrebbe reso la vita un inferno e rovinato la carriera.
Io non sono qui a stabilire chi sia il cattivo o la cattiva tra i due, ma so con certezza che quello che scrisse Heard sul Washington Post è vero. Ogni volta che una donna denuncia viene colpevolizzata. In tutti, ripeto tutti, i casi di violenza a sfondo sessuale - siano molestie, revenge porn, stupro, persino nei femminicidi - si tende a giustificare l’uomo. La maggioranza sostiene sempre che lei sia una bugiarda, una Circe, una psicopatica, che si sia inventata tutto o se lo sia andata a cercare.
È successo a tutte le accusatrici del movimento Me Too. È successo a Greta Beccaglia. Ve la ricordate? Era la cronista sportiva alla quale il tifoso Andrea Serrani ha dato una pacca sul sedere dopo essersi sputato sulla mano. Dopo aver denunciato il suo molestatore, Greta è stata accusata, con termini peggiori dei miei, di essere una prostituta, una perfida strega che ha distrutto la vita di un bravo ristoratore, un’approfittatrice che vuole soltanto avere fama.
Sarà una giustizia, spero giusta, a stabilire il colpevole o la colpevole nella causa tra i due divi americani. Ma quello che scrisse Amber in quell’articolo è vero: “Io so che gli uomini hanno il potere - fisico, sociale, finanziario - e che molte istituzioni lo sostengono”, dichiarò. “Lo scrivo da donna che ha dovuto cambiare il suo numero di telefono ogni settimana perché ricevevo minacce di morte. Mi sono sentita processata dall’opinione pubblica. Vorrei che le donne che si espongono per denunciare la violenza ricevessero più sostegno».
E ora continuate a massacrarmi per averlo ribadito.
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