«Perché conta quello che farà il compagno di Giorgia Meloni»: l'editoriale di Silvia Grilli

Per la prima volta nella storia italiana una donna è diventata premier. Ho già scritto della portata rivoluzionaria di questa nomina in una società maschilista come la nostra, dove gli uomini comandano e si tengono ben stretto il potere.
Ma c’è potenzialmente un’altra svolta storica. Oltre alla prima Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, l’Italia ha il Primo Gentleman: Andrea Giambruno, padre della loro figlia Ginevra. Anche lui ha una responsabilità: mostrare che è normale per un maschio sostenere la carriera di una donna, invece di fagocitarla o dominarla.
Giambruno, giornalista, ha pronunciato parole di sostegno e tifo per la compagna, dichiarando che la vittoria di Giorgia renderà orgogliosa la figlia quando sarà grande. Ha affermato che, se Meloni glielo chiederà, l’accompagnerà nei viaggi di Stato. Arrivato al Quirinale il giorno del Giuramento tenendo per mano Ginevra, ha detto che la porta lui a scuola la mattina e divide «quasi equamente» con Meloni il mestiere di genitore. Ha aggiunto che «Giorgia è la prova che una donna possa fare tutto e meglio di un uomo», poi l’ha definita una «fuoriclasse».
In Italia solo il 50 per cento di noi ha un lavoro a tempo pieno. La retribuzione femminile è tra le più basse d’Europa. Il 75 per cento delle lavoratrici si fa anche carico di tutte le attività di cura, con impegno “multitasking”. La fatica, unita al carico mentale dell’organizzazione e al risentimento per l’ingiusta spartizione del lavoro domestico, mina il nostro benessere fisico e psicologico. Quando, poi, in una coppia la carriera di una donna è superiore a quella di un uomo rovesciando la gerarchia tradizionale, il rischio di divorzio è più alto.
La cronaca racconta inoltre che la violenza domestica è più frequente quando lei guadagna più di lui. Una frase, significativa della diseguaglianza di genere, mi ha sempre fatto stare male. È: «Dietro ogni grande uomo c’è una grande donna». Racconta i successi di maschi sostenuti da signore che si tengono in disparte, sacrificate alla carriera di lui. Femmine che stanno al “loro posto”, si diceva.
Ora che il posto di una donna è essere il capo di tutti i ministri, si ha l’occasione di mostrare che una diversa distribuzione del potere non è svirilizzante in una coppia, in una società, in un Paese. Se una Presidente del Consiglio allargherà le ambizioni delle ragazze, è importante anche per i ragazzi osservare che nessuno debba sacrificarsi. Nessuno debba cancellarsi.
Il primo problema per noi esseri umani non è solo imparare, ma anche disimparare. Abbiamo bisogno di liberarci dalle ombre dolorose di generazioni e generazioni di madri annichilite dalla stanchezza, dal sacrificio, dal pianto solitario in cucina. Non si è meno uomini se si spartisce la cura della famiglia. Lo si è di più.
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