Avevamo pensato di dedicare le prime pagine di questo numero di Grazia all’arrivo del Royal Baby. Non vedevamo l’ora di guardare quel faccino neonato.

Avevamo pensato di dedicare le prime pagine di questo numero di Grazia all’arrivo del Royal Baby. Non vedevamo l’ora di guardare quel faccino neonato.
Il parto era previsto per il 13 luglio, ma mentre sto scrivendo quel giorno è già trascorso e questa settimana dobbiamo mandare il giornale in tipografia in anticipo.
Kate Middleton non si è ancora presentata all’ospedale Saint Mary, è in campagna a casa dei genitori per difendersi dal caldo, in redazione sono arrivate soltanto le immagini di William che gioca a polo e della cugina Zara Phillips, anche lei incinta, che salta sul cavallo in una gara.
È il rischio dei giornali, l’incognita del tempo. Siamo in trepidante attesa dell’evento che probabilmente sarà già successo quando andremo in edicola, forse addirittura accadrà mentre stiamo andando in stampa.
È questione di minuti, ore o giorni? Quale agitazione, commozione e responsabilità proverà mamma Kate?
Riconosco gli stessi sentimenti universali di ogni madre, ma anche l’eccitazione che mi prendeva quando, da cronista, consumavo la suola delle scarpe.
Invidio le mie giornaliste che si trovano in Gran Bretagna ad annusare la nascita. Meraviglioso è il lavoro del cronista che t’immerge nel mondo.
© Riproduzione riservata
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