L’ultima definizione l’ha coniata Roberta Lombardi del Movimento 5 Stelle.

L’ultima definizione l’ha coniata Roberta Lombardi del Movimento 5 Stelle.
«Daniela Santanchè ricorda Frau Blücher di Frankenstein Junior di Mel Brooks, il cui nome faceva imbizzarrire i cavalli». Ma prima l’hanno chiamata in molti modi e l’ultimo appellativo pare se lo sia dato da sola: «Sono una pitonessa» avrebbe detto di sé durante l’ultima sua sfida: la corsa rinviata alla vicepresidenza della Camera.
Mi sono spesso domandata come mai Santanchè sia così discussa e la mia risposta è sempre stata: perché è facile attaccarla, essendosi lei inventata un personaggio.
Porge il fianco con quei suoi tacchi 14 ostentati con agilità, la faccia che fa nei talk show, la sua sfrontatezza, le dita alzate, il cognome del primo marito che si è voluta tenere perché suona indiscutibilmente bene, i tailleur avvitati, i boccoli biondi, i colori pastello.
Nel mondo in grisaglia della politica, ha esasperato la sua femminilità, non ha mai giocato sotto tono ed è diventata abilmente una celebrità. La si può amare o detestare, ma è certamente una donna coraggiosa. Ha detto di sé: “Sono una delle poche politiche italiane non strumento del maschio. Sono libera e indipendente nel pensiero. Credo di essere più capace io di usare Berlusconi che il contrario”.
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