Non volevo scrivere nulla perché la notizia di Luca Albanese, due anni, dimenticato in auto dal padre e poi morto, mi aveva procurato disperazione.

Non volevo scrivere nulla perché la notizia di Luca Albanese, due anni, dimenticato in auto dal padre e poi morto, mi aveva procurato disperazione.
Non sapevo che cosa dire, avrei saputo solo ribadire l’assurdità di quella fine e la profonda empatia per il dolore indicibile della madre. Poi mi ha scritto una mamma, Elisabetta Zerbini: «Perché questa morte non sia vana, impariamo ad ascoltare anche i silenzi dei piccoli». Ed è arrivato su Facebook il gruppo del disgraziato padre di Luca, Andrea, che spinge per ottenere l’approvazione di una legge che impedisca il ripetersi di tragedie così.
Una legge che preveda sulle auto un allarme acustico per segnalare quando il bambino rimane in macchina, ma anche l’idea che gli asili nido mandino sms ai genitori quando non vedono arrivare i piccoli.
Infine ha parlato Lucio Petrizzi, raccontando i fatti di due anni fa: lui guidava e cantava con la figlia di 18 mesi, poi Elena s’è addormentata. Invece di lasciarla all’asilo, è andato dritto all’università dove lavora. L’ha dimenticata in auto, la piccola è morta. «Io sono imperdonabile» dice oggi. «Ma a questo punto qualcosa deve essere fatto». Anch’io vorrei quella legge.
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