Cate Blanchett: «Seconda a nessuno»
«Una donna è quello che è per i suoi meriti, non perché è una moglie o una madre», dice a Grazia Cate Blanchett. Lei lo ha imparato crescendo quattro figli senza rinunciare alla sua carriera. E ne ha avuto la conferma interpretando il suo ultimo ruolo: una giornalista determinata che le somiglia molto
La prova che Cate Blanchett è una delle attrici più ammirate e potenti di Hollywood l’ho avuta con il suo ultimo film, Truth. La storia è americana, la produzione pure, eppure l’at- trice, per accettare la parte, ha chiesto che la pellicola venisse girata in Australia, dove vive con suo marito, il regista e sceneggiatore Andrew Upton, e i quattro figli, tra cui l’ultima arrivata Edith, adottata nel febbraio del 2015. Non solo il regista della pellicola, James Vanderbilt, ha accettato, ma anche il protagonista maschile, un grande attore di nome Robert Redford, ha preso un biglietto per Sydney.
Lei, 46 anni, la diva che alla notte degli Oscar ha incantato tutti con un regale abito Armani Privé sui toni dell’azzurro, sta vivendo un momento magico. Al cinema l’abbiamo appena vista in Carol, che racconta un amore tra due donne nell’America tradizionalista degli Anni 50: è per questa parte che la star ha ottenuto la candidatura alla statuetta di migliore attrice protagonista.
E ora arriva nelle sale Truth, un film su un celebre caso giornalistico che esce esattamente nell’anno delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti. Non è una coincidenza. Oggi per il posto di politico più potente del mondo sem- brano destinati ad affrontarsi la candidata democratica Hillary Clinton e quello repubblicano Donald Trump. Sullo schermo, invece, si torna al 2004, quando gli avver- sari erano John Kerry (che oggi è il Segretario di Stato di Barack Obama) e il presidente uscente George W. Bush.
In questo contesto, Cate Blanchett interpreta la giornalista Mary Mapes che, per il programma 60 Minutes della rete Cbs, realizza una inchiesta clamorosa: rivela che Bush, da giovane, aveva evitato di partire per la guerra del Vietnam e si era “imboscato” nella National Air Guard del Texas, i soldati di riserva dello Stato americano in cui lui viveva. Dopo la messa in onda, le pressioni politiche sul canale tv furono talmente forti che i manager licenziarono Mapes. E, nei mesi successivi, venne allontanato anche il celebre giornalista Dan Rather, che aveva condotto la puntata dello scandalo facendo vedere in onda dei documenti di dubbia provenienza: nel film lo interpreta Robert Redford, 79 anni. Politica, informazione, Hollywood. Ma voglio partire dal potere di Cate Blanchett, che ha coprodotto il film.
Ha convinto Robert Redford a spostare il set in Australia, dove lei vive: lo ha fatto per restare accanto a suo marito e ai suoi figli?
«Penso che Robert (Redford, ndr) sia rimasto soddisfatto di questa scelta: a Sydney ci siamo divertiti moltissimo. Quanto a me, leggendo il copione mi ero accorta che la maggior parte delle scene del film sarebbe stata girata in interni, così ho insistito per farlo nel mio Paese. Di solito, quando sono sul set, la mia vita privata “chiude” per alcuni mesi. Questa volta sono riuscita a tenerla aperta. Ma proprio perché ho continuato a occuparmi della famiglia, è stata una sfida mantenere la concentrazione sul mio personaggio: la giornalista Mary Mapes sul lavoro dava tutto, non è stato facile calarsi nei suoi panni».
Leggi il resto dell’intervista sul numero 13 di Grazia.
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