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Bonnie e Clyde all’Italiana…e non è il film con Paolo Villaggio e Ornella Muti

Bonnie e Clyde all’Italiana...e non è il film con Paolo Villaggio e Ornella Muti

foto di Enrica Alessi Enrica Alessi — 28 Giugno 2019
Bonny e Clide all’Italiana...e non è il film con Paolo Villaggio e Ornella MutiBonny e Clide all’Italiana...e non è il film con Paolo Villaggio e Ornella Muti

Chi mi segue su Instagram, conosce già la saga di Erri ti presento Erri. Premetto che, da ora in poi, porterò le stories di questa nuova avventura anche su Facebook, ma in pratica, il mio amico Enrico — che è anche amico di Giaco — è stato costretto dalla sottoscritta a impegnarsi concretamente nella promozione del romanzo.

Come sono riuscita a incastrarlo?
Tutto era cominciato nel periodo fashion blogging della mia vita, e seppure allora mi definissi una scrittrice incompresa intrappolata in un fashion blog incompreso. Ma di fatto, in tutto questo web, Enrico era riuscito a scovarmi.

Erri è il proprietario di shoeslandia: tutta Carpi e Cavezzo sono invase dai suoi negozi di scarpe. Ne sta finendo uno per bambini. Lo ha chiamato Liquerizia e vuole aprirlo a settembre: ad agosto ricevo una sua email. Si presenta, mi racconta del nuovo progetto, mi chiede di realizzare un video durante l’inaugurazione e di scrivere un articolo da promuovere sul mio blog.
Sparo una cifra, lui accetta.
Chi è quel pazzo disposto a pagare una fashion blogger incapace? Lo scoprirò col tempo, ma quell’anno avevo fatturato pochissimo, ed Erri era pur sempre un cliente.
L’affare va in porto, insieme a Matteo e a Marcello, i miei compagni di squadra, ne tiriamo fuori una cosa carina. Una cosa che, alla fine, i suoi bambini avrebbero rivisto in DVD chiedendosi: “chi sono quei cretini papà?”

Il tempo passa, Erri cambia vita: è troppo breve per non essere vissuta al massimo.
Non si risparmia, crea un marchio di giacche e decide di sperimentare le sue tecniche di vendita su larga scala: l’Italia è grande almeno quanto il suo spirito commerciale, forse anche di più: Erri riuscirebbe a vendere un frigorifero al Polo Nord. In meno di un anno, piazza le sue giacche in cinquanta negozi.
E quella che doveva essere una collaborazione professionale occasionale si trasforma in solidarietà nel settore. Lui mi chiede di fare foto indossando i suoi pezzi — a una cotica — e io dico sì perché è bravo e voglio dargli una mano.
Gli suggerisco i negozi a cui può proporsi, qualche piccola variazione sullo styling e quando è necessario, acchiappo uno dei suoi trolley e lo accompagno dalla preda potenziale, aiutandolo a mettere in mostra la mercanzia.
Dopo sette anni da quella inaugurazione, io ed Erri siamo buoni amici. Non ci sentiamo spesso, ma quando ci riusciamo, le telefonate sono puro cabaret: battuta, risposta, risate.
Sa che il mio libro sta per uscire, mancano solo pochi giorni e sa anche che non sono in forma. Mi chiama, parliamo, cerca di tirarmi su di morale. La positività e il buon umore che lo distinguono mi fanno giungere alla conclusione che deve entrare a fare parte della squadra.

Ci ha messo un paio di giorni per convincersi, ma ora è un agente segreto personale che scova le librerie che non hanno ordinato il mio libro, per suggerire loro di comprarlo. Riporta video e testimonianze di copie già riservate per lettori affezionati, e migliora la qualità espositiva, quando non sembra essere adeguata all’opera. Per esempio: lo stesso giorno dell’uscita, ha ritenuto opportuno modificare la posizione dei libri in vetrina, mettendo il mio, al posto del primo in classifica.
Forse lo arresteranno per questo gesto eroico, chi può saperlo? Continuate a seguirci.


Illustrazione di Valeria Terranova


Bonny e Clide all’Italiana…e non è il film con Paolo Villaggio e Ornella Muti

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