Biagio Iacovelli è il volto emergente del cinema italiano: sarà il protagonista di un atteso road movie. «Viaggiare è la mia passione», dice. «Non potevo trovare per me film migliore»
È da quando aveva 16 anni che vuole fare l’attore. E oggi, che ne ha 24, Biagio Iacovelli sente di avercela fatta. «Sono un lottatore cocciuto», dice. E il premio ora è arrivato: il suo primo ruolo da protagonista. Lo vedremo al cinema nel film on the road La sindrome di Antonio, regia di Carlo Rossi Massimi. Sarà l’Antonio del titolo, un inguaribile sognatore con cui ha in comune l’amore per il dubbio e la passione per i viaggi.
Quali tratti caratteriali condivide con il suo personaggio?
«La grande voglia di non dare nulla per scontato. E poi l’amore per la mitologia greca, l’interesse per la filosofia, la passione sfrenata per il viaggio».
Viaggia anche solo?
«Spesso. Appena posso, mollo tutto e vado a Parigi, dove vive mio fratello. Mi piace pensare di poter passare ogni giorno della mia vita salendo su ogni treno che mi passerà davanti, senza precludermi nulla. Sogno di riuscire a vedere il mondo grazie al mio lavoro, sarebbe il coronamento di tutto ciò che mi interessa davvero».
E l’amore?
«Non ci credo. Il “per sempre” non esiste. Credo nel rispetto, nell’affetto, nella dolcezza e nella ricerca continua del benessere di chi ti sta accanto. È così che provo a vivere la mia relazione».
Quando non viaggia che cosa fa?
«Passo ore a leggere e suonare la chitarra. Guardo i film del mio idolo, il regista Quentin Tarantino. Sarebbe bello un giorno essere diretto da lui. Vedremo: sono uno che non molla i sogni, chissà». ■
La sindrome di Antonio, di Carlo Rossi Massimi, nelle sale dal 17 novembre.
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